53. La dedica

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Emma

Ormai era assodato che mi fossi reincarnata in una ninfomane.

Oppure lo ero sempre stata ma non avrei mai potuto saperlo visto che ero rimasta vergine per ventuno lunghi anni.

Ma, non vi preoccupate, stavo facendo del mio meglio per recuperare.

Avevo così tanta voglia di Ollie che, ogni qualvolta avessi l'occasione, gli saltavo addosso nei modi meno opportuni e più disparati. Lui, tuttavia, sembrava gradire quindi non mi facevo mai grossi problemi a comportarmi come la degna ninfomane in cui mi ero trasformata.

Avevo scoperto di amare il sesso alla follia e ne chiedevo sempre di più, desiderando ardentemente di sperimentare sempre nuove posizioni o pratiche. Il problema era che Ollie, il più delle volte, non sembrasse essere molto d'accordo. Avevo, infatti, sempre l'impressione che si frenasse ed era frustrante non capirne il motivo.

«Io vorrei fare qualcosa di più estremo». Piagnucolai attraverso il microfono del telefono mentre camminavo lungo la via che mi avrebbe portato allo studio di Ollie.

«Estremo?». Mi domandò poco convinta Shinhai.

Eravamo da quasi un'ora al telefono. Quel giorno non ci eravamo viste perché io avevo passato tutto il giorno a casa a cercare di combinare qualcosa per l'esercitazione che avrei avuto a breve all'università. Ovviamente, non avevo combinato niente. Il mio tentativo di fare la studiosa era fallito ancor prima di iniziare. Ancora dovevo capire come mi fossi ritrovata a leggere articoli di dubbia veridicità sulle tecniche di ipnosi per pesci.

«Sì, tipo essere legata da qualche parte».

Quella mia affermazione fece voltare una signora alla guida di un passeggino che mi rivolse un'occhiata sconvolta.

«Emma, non sei la protagonista di cinquanta sfumature». Convenne Shinhai ma io non le prestai ascolto continuando a lamentarmi.

«Però, alla fine, ci limitiamo solo a: io sopra di lui, lui sopra di me, la sua testa tra le mie gambe e la mia tra le sue».

«E ti lamenti anche?». Sbottò esasperata.

«Vorrei provare qualcosa di più spinto. Mi sono anche iscritta a un sito di pratiche sessuali estreme».

«Tu non stai bene».

«Ma Ollie sembra che non voglia accontentarmi. Quando gli ho proposto il bonding, mi ha dissuaso portandomi nella doccia con lui».

Shinhai fece una pausa, per poi riprendere a parlare con inflessione sarcastica. «Oh, povera piccola Emma, costretta a fare sesso nella doccia invece di essere legata come un cotechino la notte di capodanno».

«Secondo te, perché fa così?»

«Seriamente, Emma?».

«Sì».

«Io non voglio dirtelo».

«Ti prego: dimmelo!».

«Ricordi vero che ti sbucci come una cipolla? Anche io sinceramente non impazzerei all'idea di legarti da qualche parte con la possibilità di trovare brandelli della tua pelle sparsi ovunque».

«Ma Ollie ha sempre fatto sesso "estremo"». Mi lamentai affogando nella frustrante consapevolezza che io fossi tutto fuorché estrema, sessualmente parlando.

«Ma tu cosa ne sai?».

«Me lo ha detto».

«Te lo ha detto?».

«Cioè: io gliel'ho chiesto così insistentemente che lui alla fine ha ceduto al mio interrogatorio. E se si stanca di me e del noioso sesso che facciamo ogni giorno anche più volte al giorno? Scommetto che con Sutton non finiva sempre nella solita e noiosa posizione del missionario».

Come le ali di una farfallaWhere stories live. Discover now