6. Runaway Baby

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CHRIS

Sono tentato di ignorare completamente la suoneria incessante del mio telefono; ma la ragazza al mio fianco me lo passa, ripetendomi con una voce fastidiosa e ancora impastata dal sonno, che è stanca di sentire la canzone ripetersi.

Sbadiglio, cercando poi di abituarmi alla luce del mattino, per poi prendere il cellulare dalle mani della bionda accanto a me. 

Osservo il nome della persona che ha il coraggio di chiamarmi di mattina, arrivando alla conclusione che è troppo presto per avere a che fare con mio fratello. 

La mia mattina, per me, continua fino all'una, quindi non importa che siano le undici passate, poiché mi ostinerò a definirla mattina. E, il fatto che lui mi stia chiamando a quest'ora nonostante sia consapevole di tutto ciò, significa che ci sono dei problemi a casa.

Alzo gli occhi al cielo, scostando le coperte e appoggiando i piedi fuori dal letto prima di rispondere. 

«Adrian, è praticamente prima mattina. Che cos'è successo?»
Mi lamento non appena accetto la chiamata. 

La ragazza che poco fa era al mio fianco si siede esattamente dietro di me, iniziando a massaggiarmi le spalle, lasciandomi inoltre dei baci sulla pelle. Sospiro profondamente, mettendo una mano sulle sue e cercando di farle capire di lasciarmi stare almeno in questo momento. 

La notte passata in sua compagnia non è stata così brutta, anzi, per trattarsi di una ragazza alle prime armi non se l'è cavata affatto male. Nulla di esaltante, ma comunque accettabile. Sarebbe potuta andare meglio se fosse successo con una ragazza con più esperienza; ma è stata lei a chiedermi se avevo del tempo da dedicarle. 

Come potevo dire di no ad un corpo slanciato, seno in mostra e un viso carino, quando ormai il tasso di alcol nel mio corpo era abbastanza elevato quasi da non farmi capire esattamente cosa stesse succedendo?

«Mamma era preoccupata che fosse successo qualcosa e mi ha detto di chiamarti. Pensa di aver perso un'altra volta il cellulare visto che non riesce più a trovarlo»
Sbuffa dall'altra parte mio fratello mentre io mi alzo definitivamente dal letto per mettere in chiaro alla ragazza senza nome che non ho più bisogno delle sue attenzioni. 

I miei genitori, quando si sono sposati, sembravano essere usciti da una di quelle perfette e travagliate storie d'amore che vengono scritte nei libri; ma si sa che la perfezione è un'illusione e la felicità non dura a lungo. 

Mio papà, ex militare, è morto in una missione quando io avevo appena quattro anni e mio fratello uno, lasciando che mia mamma si dovesse occupare di noi due senza l'aiuto di nessuno. 

I genitori di mio papà non hanno mai accettato il matrimonio del figlio con qualcuno che non ritenevano alla sua altezza e, i genitori di mia mamma, l'hanno messa davanti a un bivio, o loro o la nuova vita che l'avrebbe aspettata, all'età di diciassette anni successivamente ad una gravidanza inaspettata. 

Le hanno proposto l'aborto diverse volte, eppure lei si è sempre rifiutata, arrivando quindi a scappare lontano dai suoi stessi genitori per poter mettere alla luce suo figlio e, per evitare che, sia lei che il piccolo, si sentissero costantemente fuori luogo e giudicati. 

Quel bambino, però, dopo tutti gli sforzi, non è mai nato. Vi è stato un problema con la gravidanza che l'ha portata ad un aborto spontaneo.  

Fu dopo questo periodo di dolore che lei conobbe mio padre. La salvò dalla strada e dalle compagnie malfamate che si era creata, risultando come un vero e proprio principe azzurro. Si sposarono ad appena ventidue anni e un anno dopo nacqui io. 

Twist - Chris & EvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora