13. Dangerous Woman

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EVA

Nonostante i compiti da portare a termine e le materie da studiare, lo scorso pomeriggio è stato dedicato completamente alla visione di film deprimenti. 

Mi sono ritrovata immersa in una miriade di fazzoletti e un mare di lacrime, senza nessun motivo apparente. Semplicemente mi sentivo nell'umore adatto per affrontare una vera e propria maratona di quattro film strappalacrime. 

Forse tutto ciò è stata colpa anche della mia fantastica idea di voler cancellare tutte le vecchie foto con Jonas e, quindi, doverle osservare una ad una, in un supplizio interminabile ed auto inflitto. 

Ritrovarsi davanti agli occhi ricordi così definiti ed impressi in quell'attimo svanito che non tornerà mai più indietro, mi ha fatto cadere in uno stato depressivo che non credevo plausibile. 

Ho cancellato a fatica tutto ciò che mi rimaneva di lui, ricordando però ogni singolo momento. La giornata al parco, la cena dai suoi genitori, le serate sul divano, le passeggiate in montagna. Tutto, dall'inizio alla fine. 

Così, presa dal momento di disperazione improvvisa, mi sono barricata in casa e ho acceso Netflix sulla categoria dei film drammatici. Non so se ho pianto per i film in sé o per ciò che hanno portato alla luce e tutto quello che mi hanno ricordato; ma posso comunque dire che è stata una pessima scelta in tutto e per tutto. E, il mio voto negativo nell'interrogazione di inglese e tutte le domande per il mio aspetto distrutto, ne sono assolutamente la prova. 

Mi bagno il viso con l'acqua fredda, notando come gli occhi siano meno gonfi rispetto a questa mattina e come, le occhiaie, sembrino persino più accentuate. Come è possibile che quando migliora una cosa, un'altra debba per forza peggiorare?

Ho passato così tanto tempo a piangere sul divano che, ad un certo punto, mi è sembrato di versare tutte quelle lacrime per milioni di cose diverse. La mia sofferenza non si limitava ad un arco temporale di un paio di settimane, ma ad anni. Tutto, pian piano, è tornato a galla come un macigno insopportabile e soffocante.

Mi sono ritrovata a piangere per come mio papà mi ha abbandonato, per il fatto che la mamma non sia mai a casa, per il rapporto distrutto con quella che era la mia migliore amica, per i primi insulti non meritati e persino per la prima volta che non ho potuto partecipare ad una competizione di ballo perché mi ero slogata una caviglia. 

Questi avvenimenti erano rimasti nei meandri della mia mente fino a ieri sera, nel loro piccolo spazio e senza che interagissero con la mia vita attuale. Peccato che prima o poi sarebbero dovuti tornare. Infatti, con un tempismo da orologio svizzero, sono fuoriusciti sotto forma di lacrime e di un dolore lancinante. 

Osservo la mia immagine riflessa nello specchio del bagno della scuola con minuziosità. 

L'idea di essermi parzialmente liberata di un peso che stava occupando una parte sostanziale del mio essere, mi fa sentire più leggera.

Prendo un paio di fazzoletti e mi asciugo, per quanto possibile, il viso. Passo un dito sotto entrambi gli occhi, togliendo i residui del poco trucco che avevo applicato nella speranza che le occhiaie sparissero. 

Sospiro, allontanandomi lo stretto necessario per riuscire a sistemare anche i capelli e, arrivando alla conclusione che devo assolutamente trovare un giorno libero per andare a tagliarli.

Già prima di tutti questi avvenimenti mi era capitato di pensarci, ma a Jonas piacevano così, quindi mi sono sempre trattenuta da questa folle idea di realizzare un cambiamento repentino.

Ora, però, mi ricordano solamente quanto il mio ex fidanzato avesse influenza su ciò che pensavo e, l'idea di fare qualcosa per me, per sentirmi anche più bella, mi fa sorridere. 

Twist - Chris & EvaOnde histórias criam vida. Descubra agora