32. You Are Such A

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EVA

La mattina dopo i provini mi sono ritrovata sola. Ero ancora sul divano, accoccolata ad un cuscino impregnato del profumo di Chris, con la coperta sorprendentemente messa bene e con le immagini di ciò che era successo la sera impresse nella mente. 

Per la prima volta da quando tutto è iniziato, il primo ad andarsene è stato lui. 

In un primo istante ero tentata di mandargli un messaggio; ma il piccolo bigliettino sotto la mia tazza me l'ha impedito. 

Non volevo svegliarti e dovevo andare a casa.
Buon giorno così, mia ballerina

Il fatto che lui stesse usando un pronome possessivo, intendendolo davvero, mi ha scosso. Non sono riuscita a controllare nessuna della mie emozioni e, men che meno, nessuna delle mie riflessioni. 

Ho iniziato immediatamente a ripensare a ciò che stava per rivelarmi in quel mio momento di debolezza. 

Non potevo permettergli di dirlo. Sarebbe stata la conferma alle mie paure.

Potrebbe sembrare stupido, ma a volte, quando le cose rimangono solo delle ipotesi, e non vengono espresse ad alta voce, sembra che abbiano meno valore. 

La stessa cosa è successa con Christoffer. 

Se avesse concluso quella frase, sarei arrivata ad un livello di esasperazione troppo elevato da poter essere descritto. Si dice spesso che il miglior modo per sconfiggere le proprie paure è affrontale, ma non credo di averne il coraggio necessario. Non adesso. 

I due giorni seguenti ho cercato di mettermi in pari con tutti i compiti non svolti, ritagliandomi del tempo per stare con le ragazze. Ho deciso di ignorare sia i messaggi di Christoffer che quelli continui ed asfissianti di Jonas.

Ora, però, alla festa organizzata dai Penetrators per Capodanno, tutti i miei tentativi di mantenere una certa distanza da quel ragazzo che mi sta facendo impazzire, diventano assolutamente vani. 

Non appena entro dalla porta d'ingresso lo riconosco accanto al caminetto. Sta chiacchierando con due ragazzi. 

Mi basta solo riconoscerlo per rendermi conto che non ero affatto pronta a questa serata. Mi fermo come un pesce lesso nel bel mezzo dell'entrata, ammirandolo in tutta la sua bellezza.

Non so se desiderare che mi noti oppure che faccia l'esatto contrario.

Mi rispondo da sola quando, uno dei ragazzi vicino a lui si gira verso di me. Gli ci vogliono al massimo tre secondi per far notare la mia presenza al diretto interessato.

Basta solo che i suoi occhi si posizionino sui miei per farmi capire che non posso stare altro tempo in sua compagnia

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Basta solo che i suoi occhi si posizionino sui miei per farmi capire che non posso stare altro tempo in sua compagnia. Rischierei di fare delle stupidaggini assurde, andando a compromettere nettamente la mia reputazione una volta per tutte. Per non parlare di quanto danneggerei il mio stato mentale già compromesso. 

Twist - Chris & EvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora