37. How To Be A Heartbreaker

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EVA

Riuscire a prestare attenzione ad una serie di lezioni infinite, senza avere modo di riprendersi da questa tortura psicologica, è davvero complicato. 

L'inizio di questa settimana, però, è stato molto più leggero delle altre, nonostante la verifica di matematica.

Credo che questa spensieratezza potrebbe essere dovuta alla domenica passata ad improvvisarmi un'insegnante di ballo, in compagnia del ragazzo che domina i miei pensieri. Oppure per il pomeriggio di lunedì, passato con le ragazze e dedicato esclusivamente allo shopping e il gelato. 

Sicuramente non è merito della partenza di mia mamma martedì mattina. 

Sono abituata al fatto che non sia a casa spesso, eppure mi viene spontaneo pensare a come sarebbe la mia vita se fosse più presente. 

So che viaggia così tanto per lavoro e che lavora così tanto per me; ma ci sono degli aspetti negativi che hanno delle ripercussioni sulla mia adolescenza.

Continuare a rimuginarci sopra, comunque, non è stato possibile. 

La mattina estremamente pesante di martedì e il pomeriggio passato a studiare materie che non mi interessano, mi ha ridotto uno straccio. 

Osservo le parole sul libro e sottolineo ciò che dice il professore. 

Di tutti i suoi discorsi, capisco solo che mi ritroverò nella situazione di dover studiare molto di più di quello che vorrei e, di conseguenza, dire addio alle mie amatissime serie televisive per un periodo di tempo indeterminato. 

Sbuffo chiudendo il tappo dell'evidenziatore. 

Scienze sociali è una delle materie più noiose sulla faccia di questa Terra. Anche solo l'idea di dover ascoltare altri quaranta minuti di lezione, mi fa cadere in una sorta di depressione platonica. 

Inizio a guardarmi intorno, osservando come il tono così cantilenante e basso del professore stia facendo addormentare tutti. 

Alzo gli occhi al cielo per la banalità della scena quotidiana e, controllando che l'insegnante non mi stia guardando, tiro fuori il cellulare e lo posiziono sul banco. 

Ho imparato che non devo usarlo nelle ore di storie, ma nessuno mi impedisce di farlo nelle altre. Giusto?

Guardo le notifiche da parte delle ragazze. 

Alcune provengono da Facebook ed altre da Snapchat. Decido di non aprire nessun video nel quale mi hanno menzionato per il timore che il volume non sia al minimo. 

Evito di entrare su Instagram per perdere troppo tempo e, invece, mi sposto su Whatsapp. 

Vi sono alcuni messaggi di persone che non mi interessano, altri di mia mamma e poi uno di Chris. 

Da Christoffer:
Finita quest'ora, salti la prossima con me?  

Sono tentata di rispondergli in modo affermativo, ma un dubbio sul mio orario mi assale improvvisamente. 

Blocco il cellulare ed apro il diario dove ho scritto tutte le lezioni. La prossima ora è proprio quella di storia. 

A Christoffer:
No

Se saltassi l'ora del professor Rønning, come minimo, il suo innato fastidio nei miei confronti aumenterebbe notevolmente. 

Non posso permettermi di saltare una sua ora per qualcosa che non si avvicina nemmeno lontanamente al concetto di grave

Rischierei la rovina della mia carriera scolastica già in crisi. 

Christoffer mi risponde quasi immediatamente, facendomi scuotere la testa divertita per la sua tempestività. 

Twist - Chris & EvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora