12. That's My Girl

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EVA

Le continue domande di Noora, nelle ore successive, mi hanno tormentato incessantemente; ed ora che posso risponderle, mi sento immensamente sollevata.

Ho aspettato appositamente fino alla pausa pranzo per due principali motivi. Il primo implica il fatto che, in questo modo, non sono costretta a ripetere come minimo tredici volte l'accaduto per spiegarlo a tutte.

Il secondo, invece, riguarda la mia possibilità di mettere immediatamente in atto il mio piano: cercare di scoprire qualcosa in più su chi è Christoffer Schistad.

Il suo nome, in un modo o nell'altro, continua a ripetersi senza interruzione nella mia mente. Mi sono persino ritrovata anche a controllare il mio cellulare, come se una certa parte di me aspettasse un suo messaggio. Non appena me ne sono resa conto, l'ho messo via immediatamente, ripetendomi che fare due volte lo stesso errore sarebbe davvero stupido.

Mi sono lasciata incantare da Jonas e ne sto sopportando le conseguenze. Ritrovarmi ancora in questa situazione è fuori discussione.

Lasciarsi abbindolare, così come ha detto anche lui, da un ragazzo come Chris non è nei miei piani e mai dovrà esserlo. Non voglio ignorare gli avvertimenti di Noora e non voglio sembrare una sprovveduta. Voglio semplicemente giocare con lui per cercare di cancellare i ricordi che ho della mia scorsa relazione e per fare spazio a nuovi momenti, sensazioni ed esperienze.

Ogni volta che ripenso alla relazione con Jonas, una fitta allo stomaco mi colpisce con una forza incredibile, facendomi cadere nel baratro dedicato al dolore.

Non riesco ancora a credere che dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che ho sacrificato per stare con lui, sia semplicemente finito in un battito di ciglia.

Ho la mente in sovraccarico per quello che sta accadendo in questi ultimi giorni, e capire se mi sento più distrutta per Jonas o impaurita per ciò che voglio intraprendere, mi manda ancora più in confusione.

«Quindi, ora come ora, ho bisogno del vostro aiuto per scoprire qualcosa in più su Christoffer»
Concludo il mio discorso, aggiornando in tutto e per tutto Chris, Sana e Vilde.

Ho raccontato loro della piccola sorpresa che mi ha riservato il diretto interessato ieri a casa mia e, della piccola conversazione che si è tenuta questa mattina durante l'ora di spagnolo, svelando anche a Noora tutto ciò che era bramosa di sapere.

Sposto lo sguardo su ognuna di loro, aspettando che dicano la loro opinione. Invece, nessuna pronuncia una singola parola, facendo in modo che cali un silenzio alquanto inaspettato.

Le loro espressioni, persino quella di Vilde, sembrano essere di cera: senza emozioni apparenti.

«Christoffer Schistad è venuto a casa tua, vi siete baciati ancora e tu ce lo dici solo adesso
Esclama Vilde all'improvviso con un tono di voce forse fin troppo alto, facendomi sobbalzare sulla sedia.

Ora sul suo viso vi è dipinto uno sguardo di stupore puro e, nonostante io spalanchi gli occhi e le faccia segno di abbassare la voce per evitare che altri pettegolezzi si espandano per la scuola, sono felice di notare che sta reagendo esattamente come mi aspettavo. Iniziavo a preoccuparmi.

 Iniziavo a preoccuparmi

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