In un gioco dove non esiste un vincitore e un vinto, e dove l'unico traguardo è un sentimento indefinito, non si può pensare di riuscire a frenare la travolgente attrazione che spinge l'uno nelle braccia dell'altra. La sfida sarebbe persa in partenz...
Dopo l'interrogazione di norvegese, andata sorprendentemente bene, e una lezione alquanto noiosa di scienze naturali, non riesco ancora a capire se sono felice di trascorrere un'ora in compagnia di Noora oppure disperarmi perché si tratta di spagnolo.
Non appena varco la porta dell'aula, noto piacevolmente che la mia migliore amica è riuscita a sedersi nelle ultime file. Lontano da occhi indiscreti, ben distante dalla finestra dove entrano sempre alcuni spifferi d'aria e al riparo dallo sguardo costante della nostra professoressa.
«Buon giorno, vampira» Annuncia con un sorriso raggiante prima di togliere il suo zaino dalla sedia, lasciandomi lo spazio per sedermi al suo fianco.
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Il rossetto rosso le calza a pennello. Inoltre, è perfettamente abbinato alla camicetta bianca e ai Jeans scuri che indossa. Il tutto è completato da un semplicissimo paio di scarpe nere lucide che la rendono solamente più raffinata.
Lo stile di Noora è semplicemente favoloso e, sebbene mi abbia proposto più volte di accompagnarmi a fare shopping, ho sempre rifiutato. Nonostante mi piacciano immensamente i suoi abiti, penso che siano un po' come il suo marchio. E, oltretutto, non credo potrebbero mai starmi bene. Solo Noora riesce a valorizzarli in qualsiasi momento.
Anche se tendiamo ad ignorare questo piccolissimo particolare, i vestiti dicono più di quanto si possa mai immaginare. Il fatto che io vesta così semplicemente, risultando sciatta, mentre lei è perfetta per ogni occasione, non fa altro che evidenziare la nostra diversità.
«Probabilmente dovrei essere io a chiamarti vampira» Le faccio notare mentre mi accomodo e mi sistemo.
«Comunque buon giorno anche a te» Aggiungo appena un paio di secondi prima che entri la professoressa e non perda tempo per emanare tutta la sua nauseante allegria.
Solitamente le ore peggiori in sua compagnia sono proprio quelle prima dell'intervallo. Non solo perché non riesco a seguire la lezione, in quanto non capisco metà delle parole; ma anche a causa della sua felicità. Non importa se siano appena le sette di mattina o quasi le undici, la sua energia è sempre troppo accentuata per i miei gusti.
La lezione inizia e, dopo aver corretto i compiti, continua con ciò che stava spiegando la scorsa volta. È decisa a portare avanti il programma ad una velocità impressionante. Sono felice di non essere stata ancora interpellata, perché non ho la più pallida idea di cosa stia dicendo.
I minuti passano e, sia io che Noora, siamo troppo occupate a copiare ciò che sta scrivendo la professoressa alla lavagna per perderci in inutili chiacchiere.
Quando finalmente la sua parlantina incessante si blocca per alcuni istanti, facendo in modo che nella classe si senta solo un sospiro generale, ne approfitto per iniziare una conversazione con la mia migliore amica.
