42. Why

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EVA

Svegliarsi con la strana consapevolezza che la giornata possa riservare qualcosa di positivo e scoprire che non è affatto così, è una delle cose peggiori in assoluto.

Mi sono convinta troppo presto di poter avere delle gioie che non ci sono state.

Nonostante sia arrivata in ritardo a scuola, non ci ho fatto troppo caso. La prima ora sarebbe dovuta essere con la nostra professoressa di matematica.

Ormai, a causa della sua età avanzata, sono più le cose che non capisce rispetto a quelle che capisce.

È un'ottima professoressa, non posso negarlo, ma la cosa che preferisco è senza dubbio il suo spirito così tranquillo e pacato. Non le importa più di tanto di quello che facciamo. Sono fortemente convinta che non veda l'ora di andare in pensione e smettere di vedere ragazzini che non capiscono nulla della materia che insegna.

Purtroppo, invece di quella donna indulgente alla quale non sarebbe importato del mio ritardo, mi sono ritrovata davanti al mio professore di chimica.

Non capisco se mi stia perseguitando di proposito o siano semplicemente una serie di coincidenze davvero molto accurate.

Mi sono seduta in uno banchi liberi, e dopo aver ascoltato il suo monologo su quanto sia importante la puntualità, ha avuto la brillante idea di svelarci di aver corretto le verifiche.

I secondi sono passati con inesorabile lentezza.

Ha sempre avuto l'orrenda propensione di consegnare i compiti spiegando ad ognuno i propri errori. Tutto ciò è davvero fantastico, sempre se si esclude il senso di ansia e agitazione che pervade tutti coloro che sono al proprio posto, in attesa di ricevere una risposta.

Continuo a muovermi nella speranza di scaricare l'agitazione, ma non sembra funzionare. Osservo l'ora, ticchettando le unghie sul banco.

Da quando il tempo passa così lentamente?

Riesco a contare ben undici persone prima che dica il mio nome.

Mi alzo dalla sedia con calma, mi avvicino alla cattedra e guardo immediatamente il compito. Il voto non è affatto positivo.

Speravo di aver raggiunto almeno la sufficienza, ma a quanto pare sperare non è servito a molto.

Invece di iniziare a spiegarmi i miei errori, il professore mi fa segno di prendere una sedia e posizionarla accanto a lui.

Faccio come da indicazioni, continuando a pregare che mia mamma non debba essere avvertita.

Non sono mai stata troppo brava a scuola, ma in questo ultimo periodo i miei voti sono incredibilmente altalenanti. Purtroppo però non riesco ben a suddividere la sfera privata da quella scolastica. Inevitabilmente i miei sentimenti vanno ad intaccare il mio rendimento.

«Le nozioni erano quasi decenti, ma non complete o sufficienti per prendere un voto positivo»
Inizia, mostrandomi la moltitudine di segni rossi sul foglio.

Fin troppi errori sono dovuti alla distrazione e questo è ciò che mi dà maggiormente fastidio. Ho sempre odiato questa tipologia di sbagli poiché sono convinta che avrei potuto fare meglio, peccato non fossi abbastanza concentrata.

Twist - Chris & EvaWhere stories live. Discover now