Capitolo 2.

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Il mattino dopo quasi scappo di casa, principalmente perchè sono in un ritardo pazzasco, però anche perchè voglio evitare mio padre; riesco a prendere un caffè al volo da Starbucks visto che sono ancora sfinita dal viaggio e ieri ho addirittura saltato la cena. Saluto con un sorriso cordiale l'autista e scendo poco distante dalla scuola, finendo di fare la strada a piedi: prendo un sorso del caffè e messaggio un po' con Luke, entrando dopo un paio di minuti nel cortile immenso delle due scuole rivali, che lo hanno in comune purrtroppo; tutti gli occhi, dopo nemmeno pochi secondi, sono completamente sulla mia figura. Irritata e nervosa, tengo lo sguardo puntato sullo schermo del mio telefono e filo dentro la struttura, ignorando tutto e tutti. Spero soltanto che nessuno osi chiedermi come sto, perchè oggi potrei decisamente scoppiare. 
All'entrata della scuola, sul pavimento, c'è inciso il lupo blu e argentato che rappresenta la North, invece lo stemma della South è un leone rosso e dorato. 
Arrivata al mio armadietto metto la combinazione, la quale è decisamente molto stupida, e apro l'anta, ritrovando dentro quel piccolo spazio di metallo la me stessa che ero paio di mesi fa', quella ragazza che è morta con mio fratello. Sorrido guardado le foto incollate all'anta dell'armadietto, sono quattro foto con Luke e Chris:
la prima siamo io e mio fratello addormentati in macchina nel sedile posteriore, di ritorno da una partita, io sono appoggiata al suo petto;
la seconda l'ho scattata col telefono in bagno, io il giorno ho fatto la maschera al viso e ho costretto Luke a farla con me, visto che il periodo aveva i capelli lunghi gli avevo fatto una cipolla ed era estremamente ridicolo;
la terza è sempre mia e di Luke, eravamo in negozio per comprare del legno, visto che mio padre all'epoca era fissato col fai da te, io mi sono messa sopra il carrello per i mobili, mettendomi in posa come se fossi una statua con gli occhi chiusi, al mio migliore amico era venuta la bella idea di spingermi lontano, per farmi cadere, e Chris aveva ripreso tutto, per cui dopo avermi messo il gesso al braccio sinistro e dopo essermi passata l'incazzatura, avevo fatto uno screen e avevo stampato la foto;
l'ultima foto è un semplice collage di foto mie e di Chris
Inserisco i libri di testo, un astuccio con penne e quant'altro nel caso perdessi o dimenticassi qualcosa, un altro astuccio con assorbenti, trucchi e vari cosmetici, poi una piccola sacca con un cambio per ogni evenienza. 
-Charlene!- strilla una voce dietro di me, mi giro e non faccio a tempo nemmeno a rispondere che la ragazza bionda si catapulta ad abbracciarmi, faccio una smorfia infastidita e non mi preoccupo nemmeno di ricambiare, cosa di cui lei non si preoccupa minimamente di questo, e forse nemmeno se ne accorge, e si stacca, facendo una faccia talmente triste quanto falsa -Oh, povera cucciola, come stai? Mi dispiace così tanto! Alla North mancherà per sempre Christopher, per tutti era come un fratello, rimarrà per sempre nei nostri cuori, capiamo il tuo dolore perfettamente- starnazza schioccando la lingua nel palato. La guardo gelida, lei capsce che qualcosa non va e diventa leggermente nervosa sotto il mio sguardo, guardandosi attorno. Prendo un grosso respiro, sapendo perfettamente che ha messo su questo teatrino perchè tutti ci stanno guardando, poi la osservo bene: Brigitte Smith non è cambiata di una virgola, con la sua divisa da capo cheerleader corta più o meno come le mie mutande e con le sue manie di protagonismo. 
Per tutti era come un fratello, capiamo perfettamente il tuo dolore.
No, voi non capite un emerito cazzo, perchè lui era mio, MIO fratello, e nessuno capirà mai il mio dolore.
-Grazie, Brigitte- dico gelida con una smorfia, poi lancio un'occhiataccia a tutte le persone attorno a noi che ci guardano come se fossimo una razza in estinzione. 
-Per qualunque cosa noi tutti ci siamo, tesoro, tutta la scuola è con te- annuisce come per accentuare il concetto, osservandosi attorno per assicurarsi che lei sia al centro dell'attenzione. 
Dio, quanto può essere penosa questa scenetta?!
-Grazie, Brigitte- rispondo nuovamente allo stesso tono -Ora, con il tuo permesso, non ho tempo da perdere- le faccio un sorriso tirato, prendo il libro e il quaderno ad anelli di letterattura e chiudo l'armadietto, andandomene senza dire un'altra parola. Lancio occhiate furenti a chi mi osserva per più di due secondi, butto il bicchiere di cartone del caffe, poi mi rifugio nell'aula di letterattura, sedendomi al primo banco; mi tengo la testa con le mani, facendo un profondo sospiro, poi prendo il cellulare e mando un messaggio a Luke.

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now