Capitolo 48.

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Spiegatemi a quale razza di genio dei miei amici è venuto in mente di andare a giocare a paintball.
Io ero tranquillamente seduta sul mio divano, sotto la copertina, a mangiare cioccolato bianco mentre guardavo quel figo pazzesco di Tony Stark, quando la ciurma è arrivata a casa mia e mi ha costretto ad uscire dal letargo per venire a giocare a questo gioco stupido e inutile. Tenendo conto delle mie capacità motorie pressoché uguali a quelle di un bradipo, per me questa mattinata è una completa tortura.
Jake scoppia a ridere quando mi vede tutta infagottata con la tuta che ci hanno dato, per cui decido già la mia vendetta senza nemmeno un senso di colpa.
-Sei ridicolo conciato così, Jake-
-Menomale che non ti sei vista in uno specchio-
-Oh, taci- sbuffo, muovendomi sul posto -Mi sento un involtino- mi lamento, cercando di sistemare le protezioni.
-Lo sembri- interviene tranquillamente Damian.
Gli scocco un'occhiataccia, e poi un'altra a Jake.
-Sappiate che ho un'autostima di me stessa tale da non sentire nemmeno i vostri insultini da quattro soldi- ribatto, prima di appuntarmi mentalmente di ampliare la mia vendetta anche su Damian.
Gliela faccio pagare, questa. Eccome se gliela faccio pagare.
Involtino a me.
Involtino. A. Me.
Cafone.
-Sei sempre bellissima, Darling- Damian sorride divertito, facendomi corrugare le sopracciglia.
-Hai la coda di paglia, eh? Ma tanto io non mi faccio fregare da due moine, signorino, te lo scordi-
-Nemmeno dal cioccolato bianco?-
Che manipolatore schifoso.
Gli faccio il ghigno, offesa da questo vile atto nei miei confronti, ovvero usare i miei punti deboli contro di me,  poi vado a passo di marcia dalle ragazze. Oggi, tra l'altro, è venuta con noi anche Xia, la ragazza di Amanda.
-Dobbiamo massacrare i ragazzi- annuncio decisa.
-Ti abbiamo sentita- urla Jacob, dietro di me. Mi costringo a ignorarlo e non andare, invece, a prenderlo sberle.
-Quindi ora tu e Damian state assieme?- chiede Xia, a voce più bassa, osservandomi.
Annuisco con un sorriso, lanciando una breve occhiata a Damian, che ora sta ridendo tranquillo con Jake ed Ethan, e scherzano insieme.
-Oh mio Dio, dovresti vederti come lo guardi- esclama stupita, guardandomi con la bocca aperta -Tu sei innamorata, Charlene!- mi da una spallata giocosa, sorridendomi -Si vede da un miglio di distanza. Sei innamorata marcia-
E io non posso far altro che guardarlo. Poi fra le risate, mi guarda anche lui, e mima qualcosa con le labbra.
E lo dice di nuovo, cazzo, lo dice di nuovo ed è perfettamente lucido, e io sto rischiando di svenire.
"Ciao amore"
Poi ride di nuovo con i ragazzi, ride, ed è come se l'oceano dentro me si calmasse.
"Tu sei innamorata, Charlene"
-Da quanto va avanti?- mi chiede Xia, curiosa.
-Sembra un'eternità, ad essere sincera- ribatto, riportando la mia attenzione su di lei.
-Sai, non mi sembrava il tipo- ammette tranquilla -Damian. Non mi sembrava il tipo per una relazione seria. Eppure... wow-
-Damian non mi sembrava il tipo per tante cose, lo ammetto- dico sincera.
Come farmi sentire la cose più bella che gli sia mai capitata. Come guardarmi con dolcezza. Come chiamarmi "amore".
Ad ogni modo, già dopo un paio di minuti dall'inizio del gioco capisco che il mio posto nel mondo è un luogo morbido, tranquillo, con il mio cioccolato bianco, in cui posso oziare, e non di sicuro l'inferno in cui mi hanno portata.
Se proprio vogliamo essere pignole, e io voglio assolutamente esserlo, il fatto che quei tre babbuini siano tre ottimi giocatori di football, mentre io preferirei sprofondare in un pouf gigantesco e vivere per sempre lì, è assolutamente ingiusto, incivile e svantaggioso.
Comunque, ad un certo punto vedo Jake distratto, così gli scarico contro tutte le mie pallottole di vernice.
Non la prende bene. Non la prende assolutamente bene.
-Oh mio Dio- strillo terrorizzata, mandando a fanculo tutto il gioco per scappare via dalla sua furia.
La cosa bella di me stessa, e di certo non mi serve nessuno per dirmelo, è che quando sono in pericolo di morte lascio fuoriuscire il mio spirito da gazzella, nascosto per tutto il resto del tempo sotto l'enorme strato di cioccolato bianco e pigrizia.
Ricordo una citazione di Harry Potter e il Calice di Fuoco, della parte in cui il Signore Oscuro torna in vita: "Ora vedete bene come la sorte favorisca Lord Voldemort".
Ecco.
Ora vedete bene come la sorte favorisca Charlene Myra Thompson.
Jake colpisce il culo di Damian e non vi dico nemmeno dove colpisce Ethan. Naturalmente le protezioni impediscono di farci sentire dolore, ma a quanto pare quei due la prendono come un attacco all'orgoglio e si scaraventano contro Jake.
Fa-vo-lo-so.
Quarantacinque minuti dopo, non c'è più nulla di favoloso.
Mentre quei tre facevano gli scemi, Scarlett ha incominciato a correre e strillare come una matta, sostenendo di aver visto un serpente, ed è andata a sbattere contro un albero, così eccoci qua, tutti insieme appassionatamente all'ospedale, mentre alla nostra amica viene detto che ha un lieve trauma cranico, il che, secondo Jake, peggiorerà il suo stato logorroico, e in effetti, da quel che sentiamo da qui, seduti sul corridoio, è proprio così.
-Chissà perchè da piccola pensavo che se avessi ingoiato un seme senza averlo prima masticato mi sarebbe cresciuta la pianta nello stomaco fino ad uscirmi dalle orecchie, dalla bocca e dal naso- blatera ad un certo punto, dopo aver fatto un monologo sul buco dell'ozono.
Jake e Damian scoppiano a ridere, mentre Ethan si limita a scuotere la testa con un sorriso dolce sul viso.
Per ingannare il tempo, io, Xia e Amalia ci organizziamo bene per l'uscita che dobbiamo fare noi tre e Scarlett, il giorno della serata delle lanterne, per andare tutte assieme al GayPride.
Voltaire una volta disse: "Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sarò pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente".
Perchè i privilegiati hanno il dovere di combattere accanto a chi si vede i diritti negati, a chi viene cacciato di casa, insultato, picchiato e ucciso, per aver commesso l'unico e inesistente crimine di amare. Perchè se la tua mente non è aperta, dovresti tenere anche la bocca chiusa. Perchè a chi dice che l'omosessualità è contro natura ricordiamo che anche camminare sull'acqua, morire e risorgere, moltiplicare cibo e rimanere incinta da vergine lo è. Perchè dove c'è amore c'è famiglia, non dove l'odio urla, ferisce e le mani alza. Perchè ai bambini basta dire che vedere chi si ama è sempre bello. Perchè l'amore non nasce tra sessi, ma tra persone, e l'amore non è fra uomo e donna, ma fra cuore e cuore.
Il dottore, quando esce dalla sala dove stava controllando Scar, sembra leggermente irritato.
-Come sta, dottore?- chiedo subito, alzandomi da terra e scoccando un'occhiataccia a quei due coglioni che stanno ancora ridendo.
-La vostra amica sta bene, ma deve assolutamente riposare. Eviterei qualunque comportamento che implichi sforzi in questi giorni, stress, rumore eccessivo- e guarda con disapprovazione Jake e Damian -Suggerisco inoltre di cercare di farla rimanere in uno stato di calma- continua, proprio mentre Scarlett da dentro la stanza imita il verso dell'elefante e scoppia a ridere in una perfetta imitazione di una me ubriaca.
-E' sicuro che stia bene?- chiede Xia, lanciando un'occhiata preoccupata alla porta.
-Ne sono convinto- ribatte sicuro il medico -La vostra amica potrà andare a casa tra pochi minuti. Vi auguro un buon fine serata, ragazzi-
Scarlett, quando esce, ha una cerotto sulla fronte, dove credo abbia colpito l'albero, e sembra che la risata l'abbia leggermente stordita.
-Ho bisogno di ubriacarmi- ci informa con una smorfia, massaggiandosi la testa.
-Credo che questo rientri nella categoria "qualunque comportamento che implichi sforzi"- ribatte Ethan -Hai bisogno di riposare-
-E di stare zitta per almeno una settimana- interviene Jake, ghignando divertito -Ordini del dottore-
Scarlett, in tutta risposta, gli fa il dito medio, prima di tuffarsi fra le braccia del fidanzato. Ci salutano, andando a casa di lei, e ci salutano anche Xia e Amanda, che hanno il pranzo da dei parenti. Noi tre invece andiamo a casa mia, dove Rosa ci ha lasciato il cibo pronto, fortunatamente.
-Devo per forza venire anche io?- chiedo in tono lamentoso ore dopo, sbuffando, mentre afferro un biscotto al cioccolato bianco e fragole che ho fatto gli scorsi giorni.
-Andare dove?- chiede mia sorella, alzando il viso dal blocco da disegno.
-Alla serata delle lanterne dobbiamo stare con la nostra squadra- dice Damian, sedendosi sulla sedia accanto a lei -E sì, devi venire per forza-
-Charlene Thompson che esce con la squadra di football della South- dice Caroline -Lo posso ripetere quante volte mi pare e sarà sempre stranissimo- scuote la testa, scioccata.
Jake le scocca un'occhiataccia, sedendosi sopra al tavolo.
-Tu sei uscita con quel ragazzo, invece?- domando, mordendo poi un pezzo di biscotto.
-Che ragazzo?- domandano in coro Damian e Jacob, facendo alzare gli occhi al cielo a me e sorridere Caroline.
-Sì- mi risponde lei, sempre sorridendo -Sì, ci siamo visti-
Alzo di nuovo gli occhi al cielo.
-Non mi hai detto nulla di lui- l'accuso, incrociando le braccia al petto -Non so nemmeno il nome. Devo sapere con chi esci!-
Caroline corruga le sopracciglia, sorridendo divertita.
-Tu vuoi solo sapere tutto come un'anziana avida di pettegolezzi, Charlene!-
-Certo! E perchè lo chiederei, altrimenti?- dico sbrigativa, osservandola -Dai sorellina, voglio sapere qualcosa- mi lamento.
-Anche noi vogliamo sapere! Perchè non ci avete detto nulla, voi due!? Chi siamo noi, i vicini della porta accanto?- s'intromette Jake, contrariato.
-E' un ragazzo che conosco da un po'- sbuffa Caroline, ritornando alla sua bozza -In passato non sono stata tanto carina con lui, ma ha saputo del mio trasferimento e mi ha cercata, chiedendomi come stessi-
-Non mi piace- esclama Damian, sostenuto da Jake, che annuisce vigorosamente. Ignoro quei due scemi, concentrandomi su mia sorella.
-Lo conosci da un po'?- chiedo sconcertata, osservandola -Davvero?- lei annuisce -Fa qualche sport? Non football, vero? Ne ho decisamente abbastanza di uomini in famiglia che giocano a football-
-Si può sapere cos'hai contro il football?- Jake mi scocca un'occhiataccia.
-Oh, per l'amor del cielo, il football è il classico clichè americano- mi lamento, mangiando poi un morso di biscotto.
-Beh, tu in effetti stai leggermente vivendo un clichè- osserva Caroline -Sei la sorella di un giocatore di football, capitano della squadra, e ti sei fidanzata con il capitano della squadra avversaria. Jake è di troppo, ma di questo non importa a nessuno-
-Ma perchè questa deve stare qui?- domanda a voce alta Jake, indicando Caroline -Stavo molto meglio senza di te-
-Capirai che tragedia- ribatte Caroline, ironica, con una smorfia divertita.
-Beh, io almeno non sono un clichè- faccio spallucce, mordicchiando il biscotto.
-E perchè mai?- chiede Damian.
-Perchè io so mandarti a cagare, e lo faccio anche con stile- gli mando un bacio volante e lui abbozza un mezzo sorriso, osservandomi con la testa inclinata.
-Quindi gioca a football o no?- domanda Jake, con il tono di uno che deve riportare l'attenzione sulla questione principale.
-Non gioca a football, figurati. Poi dovrei sopportare i vostri commenti su come gioca-
Jake e Damian le lanciano due sguardi offesi.
-Ridicolo- sbuffa Damian, corrucciando le sopracciglia.
Improvvisamente mi sale un gigantesco dubbio -Non sarà il fratello minore di Calum Robinson, vero?- nostra madre era amica della madre di quest'ultimo, dopotutto, e possono essersi frequentati in quel periodo, prima che le due litigassero.
Damian e Jake, che stavano borbottando, si interrompono, guardando di scatto mia sorella.
-Dimmi che non finiamo imparentati con Robinson- esclama Jake, inorridito -Non potrei sopportare la vergogna-
-Non è il fratello di Robinson- ribatte Caroline, esasperata -E poi lui non gioca a football, comunque?- domanda verso di me.
-Gioca a Hockey- spiego.
-Ridicolo- commenta Damian, incrociando le braccia, mentre mi guarda come se stessi avendo un atteggiamento sbagliato per affrontare la situazione -Non è un po' troppo piccola per i ragazzi?- usa un tono di rimprovero, guardandomi con severità.
Lo ignoro, mangiando un altro pezzo di biscotto e osservando mia sorella.
-Chi è, se non è il fratellino di Robinson?-
-Hai presente il cantante delle canzoni che ascolto sempre?- domanda, arrossendo improvvisamente, senza alzare lo sguardo dal blocco da disegno.
Jake spalanca la bocca, sconvolto. -E' un cantante?-
-Ridicolo-
Ignoro nuovamente entrambi.
-Il nome d'arte è "Ignoto", vero?- domando piano.
-Ridicolo-
-Si chiama Nicholas- spiega mia sorella, lanciando un'occhiata divertita a Damian -Nostra madre aveva curato i costumi per un suo video-
Sorrido, osservando la mia piccola sorellina, che ormai tanto piccola non è. La osservo, come l'ho osservata quando i suoi occhi si illuminavano nel vedere il nome di questo ragazzo nella notifica del cellulare.
-E com'è questo Nicholas?- chiedo contenta, inclinando la testa. Lei mi ruba il biscotto, guardandomi.
-E' dolce- commenta, sorridendo imbarazzata -Mi ha dedicato una canzone- ammette, arrossendo di più.
Sono un po' sconvolta.
Le ha dedicato una canzone! Ma che carino e dolce.
A quanto ricordo questo ragazzo è molto bravo e anche abbastanza famoso.
-E' questo qui!?- domanda ad alta voce Jake, guardando sconvolto il cellulare, da cui lui e il fratello hanno cercato questo ragazzino.
-Che capelli ridicoli- commenta Damian, imbronciato.
-Non mi piace proprio per niente- commenta poi Jake, imbronciandosi anche lui.
-Non lo approviamo, bestiolina- continua Damian verso mia sorella, ricevendo invece una mia occhiata di fuoco.
Visto che nei cinque minuti che seguono non la smettono di borbottare insensatezze, li mando entrambi in salotto, seduti sul divano, in silenzio.
Mia sorellina scuote la testa, divertita, poi si concentra su di me, sorridendomi dolcemente.
-Come va?- mi chiede piano, indicando con un cenno della testa in direzione del salotto.
-Con Damian?- chiedo di rimando, guardandola mentre annuisce e avvicina un barattolo pieno di pastelli, per sceglierne uno -Beh...- gioco con la catenella di Chris, mordicchiandomi le labbra -Beh, mi ha chiamata "amore"- dico facendo una risatina nervosa, con voce più acuta del normale, nonostante il tono sia basso, per evitare che quei due sentano
Caroline si blocca improvvisamente nel gesto di sfilare un pastello dal barattolo, poi si gira verso di me, in faccia un'espressione sconvolta.
-Damian?-
Annuisco, stringendo forte la medaglietta.
-Secondo te che significa?- domando, mordendomi il labbro inferiore, frustrata -Me lo ha già detto due volte- sussurro, più a me che a lei.
"Lasciami sognare, amore"
"Ciao amore"
Però intanto oggi, prima di dirmi così, mi ha detto che sono un involtino. Che gran faccia tosta. Mica me lo dimentico, io, nemmeno nei momenti in cui vorrei entrare nella sua testa per capire che diamine pensa di fare con la mia sanità mentale chiamandomi "amore".
-Non credo che ci siano tanti significati da attribuire al soprannome "amore", non credi?- Caroline ha tutta l'aria di una che vorrebbe scoppiarmi a ridere in faccia, per cui le scocco un'occhiataccia severa.
-Non sei d'aiuto- la informo, contrariata.
Lei si passa una mano in faccia, divertita, e torna a guardarmi.
-Senti, sai che sento quando lo vedo che ti osserva senza che tu te ne accorga, a pelle?- domanda decisa, senza ombra di dubbio nella sua voce -Sai come ti guarda? Come se fossi la sua eccezione- abbasso lo sguardo sulla medaglietta che ho appesa al collo, e passo il dito nell'incisione "Combatti" -Io vi guardo e vi vedo ogni giorno un po' più belli-
Poi Caroline sospira, si alza dalla sedia e mi mette le mani sulle spalle, scuotendomi.
-Hakuna Matata, sorellona!- esclama sorridendo, guardandomi con gli occhi che le si illuminano.
Sorrido anche io, accarezzandole il viso.
-Hakuna Matata, sorellina- mormoro, prima di abbracciarla.
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Sia io che Caroline siamo di cattivo umore e non parliamo, entrambe sedute sul tavolo, lei a disegnare e io a scrivere. Chris ogni tanto alza lo sguardo dai suoi schemi, ci scruta torvo, poi sbuffa e torna alle sue tattiche di gioco. Lo fa fino ad un certo punto, quando sbuffa ancora più forte e incrocia le braccia sotto al petto, guardandoci male.
-Mi spieghi che diamine ti prende, Chris?- chiedo scocciata, osservandolo.
-Siete tutto il giorno con il muso lungo! Mi state inondando di vibrazioni negative!- ci sgrida, scoccandoci altre due occhiatacce. Mia sorella alza il volto verso di lui, corrugando le sopracciglia.
-Se non vuoi essere "inondato di vibrazioni negative" puoi andare in giardino- ribatto, indicando la porta con un cenno della mano.
-Ok, ok- sbuffa irritato -Hakuna Matata!-
-Ma è scemo?- mi chiede Caroline, voltandosi verso di me.
-Hakuna Matata!- ripete Chistopher, deciso.
-Le barrette energetiche ti hanno dato alla testa, Chris?- domando io, facendogli alzare gli occhi al cielo.
-Qui ci vuole un intervento drastico- sospira Chris, come avesse il peso sulle spalle di dover risolvere tutte le ingiustizie del mondo. Si alza, sparendo dal salotto.
-Sta impazzendo- mia sorellina fissa il punto in cui è sparito nostro fratello -Chris sta impazzendo, è più che ovvio-
Oh, è decisamente ovvio, visto che improvvisamente la canzone "Hakuna Matata" de "Il Re Leone" viene trasmessa in tutto l'impianto sonoro della casa, a tutto volume.
Poi nostro fratello torna entusiasta dentro il salotto, strillando a gran voce il testo della canzone.
-Senza pensieri...- urla, stonato come una campana, trascinandomi in un balletto ridicolo che fa scoppiare a ridere Caroline -La tua vita sarà...- mi fa fare un giro su me stessa, dandomi nello stesso tempo un colpo in fronte -CHI VORRA' VIVRA'...- mi sta perforando un timpano -IN LIBERTA'...- sbraita, saltellando, facendo alzare di peso mia sorella -HAKUNA MATATA...-
Scoppio a ridere anche io, e Chris sorride contento, continuando a ballare, continuando a cantare.
E ci fa felici, perchè per Chris è sempre stato questo l'importante. Perchè Chris è sensibile, e genuino, ed è bello, bello dentro.
<•>
Natsukashii, l'istante in cui la memoria rievoca un momento felice.
Quando io e Caroline li raggiungiamo, Damian è a testa in giù, con le gambe appoggiate alla spalliera del divano, e sta guardando un video con le cuffiette nelle orecchie, mentre invece Jake ha le braccia incrociate e un broncio gigantesco sul viso.
Mi siedo accanto a Damian, che subito ne approfitta per girarsi e mettere la testa sulle mie gambe, mentre Caroline invece fa cadere di peso Jake via dalla poltrona per prendere il telecomando e mettere "Lucifer". Ma il mio adorato fratellastro, entrato nella sua tipica modalità "bambino dispettoso", le spegne la televisione proprio mentre stava iniziando la puntata, staccando la presa dalla corrente, poi si mette davanti allo schermo, nuovamente con con le braccia conserte e il broncio. Poi iniziano a litigare, ma ormai sono troppo abituata per dare a questo una qualunque importanza, se non quella dei miei timpani perforati.
-Potete andare in giardino, a litigare?- intervengo ad alta voce, irritata, ma ovviamente credete che mi ascoltino?
Damian, che di certo sente i loro strilli nonostante la musica, alza lo sguardo su Caroline e Jake, ma evidentemente giudica tutta la situazione nella norma, visto che torna a guardare il cellulare, annoiato.
Una volta che arrivano a casa anche mio padre, Tyler e Cristine, quest'ultima con due urla ben piazzate fa imbronciare e offendere nuovamente Jake, che decide di andare a grandi passi a dormire nella mia stanza, mentre io e Damian invece andiamo nel letto da guardino di fuori, e, nonostante le nuvole grigiastre che promettano acqua, con una felpa si sta bene, senza soffrire il freddo. Questo tempo assomiglia alla classica pioggia d'estate.
Mi accoccolo sopra Damian, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, mentre lui mi accarezza la schiena da sopra la felpa della sua tuta, che gli ho rubato strategicamente oggi dall'armadio, mentre lui si faceva la doccia a casa sua dopo il paintball, prima di venire a casa mia.
Lui si è accorto del mio furto solo quando sono scesa dalle scale di casa mia con la sua tuta, rigorosamente tutta nera. Ok, sono leggermente dentro un sacco, ma sono comodissima ed è questo l'importante.
Una leggera pioggerellina inizia a scendere dal cielo, fungendo da sottofondo, mentre Damian continua ad accarezzarmi la schiena, perso nei suoi pensieri.
-Vieni con me in un posto, domani?- mi chiede dopo un po', in un tono strano, che non riesco bene a decifrare.
Mi reggo sui gomiti, alzando il viso per osservarlo.
-Sì- rispondo senza esitare.
Lui inclina la testa, prendendo fra le dita una ciocca dei miei capelli. I suoi occhi non lasciano i miei.
-Se ti chiedo una cosa, risponderai sinceramente?- domanda ancora, con voce roca.
Come quando sai che la bomba sta per esplodere. Con la stessa ansia, con la stessa preoccupazione. Ecco come mi sta chiedendo queste cose. E aspetta le mie risposte come si aspetta la soluzione per evitare il caos che deriva dal boato dell'esplosione.
-Sì- ancora una volta, nella mia voce non c'è esitazione.
Lui fa scorrere la mano sotto la felpa, tracciando la linea della mia spina dorsale.
-Cosa c'è scritto?- mi domanda piano, sfiorando con le dita la frase sulla mia pelle.
Sto in silenzio per un po', prima di rispondere.
Lo guardo, e non c'è paura, perchè lui ha un posto nel mio cuore che mai nessun altro potrà portargli via.
Poi guardo il cielo coperto di nuvole, ascoltando la pioggia che batte sul terreno. Guardo in alto, dove Chris riposa ormai da mesi, lontano da me.
-Non sarai mai morto finché il tuo ricordo vive-
Damian non dice nulla, semplicemente mi guarda.
"Ti ho trovata come si trovano le cose belle: smettendo di cercare"
"Sai come ti guarda? Come se fossi la sua eccezione"
"Io vi guardo e vi vedo ogni giorno un po' più belli"
Poi Christine ci chiama per la cena, e lui non mi lascia la mano per tutta la durata di essa, come se ci si stesse aggrappando per non affogare.

Un Porto Sicuro.Kde žijí příběhy. Začni objevovat