Capitolo 4.

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L'ultimo giorno di scuola, almeno per questa settimana, finisce fra poche ore, in questo momento è ora di pranzo e io sono seduta in un tavolino nel cortile della scuola, intenta a fare la traduzione di greco che ci ha assegnato il professore, non si è proprio risparmiato e io devo ancora fare davvero tante, troppe cose.
In pratica sono leggermente nella merda. 
-Calcolami- si lagna il mio migliore amico, al telefono con me da quando la pausa pranzo è iniziata, sicuramente non per mio volere. 
-Ti ho detto che sto facendo il compito di greco, Luke- borbotto alzando gli occhi al cielo.
-E io ti ho detto che volevo farti compagnia- risponde subito lui, io sorido divertita e traduco l'ennesima parola.
-No, tu semplicemente ti stai annoiando e usi la scusa di volermi fare compagnia per sembrare altruista, quando invece stai pnsando solo a te stesso- ribatto con leggerezza, sfogliando il dizionario per cercare una parola della quale non ricordo il significato. 
-Oh, bene- fa un sospiro di sollievo -Allora non devo fingere, potevi dirlo anche prima eh- guardo un attimo il cellulare con la tentazione di chiudergli il cellulare in faccia, poi riporto l'attenzione sul dizionario, mentre mi mordicchio il labbro -Puoi smettere di fare quello che stai facendo e mi prendi un po' in considerazione!? Non ci sentiamo mai- 
-Ma se ieri abbiamo passato tre ore di fila al telefono- protesto, alzando gli occhi al cielo. 
-Si ma non sono state tre ore sostanziose- ribatte lui in tono tragico. 
-Sto studiando, Luke- mi lamento con un sospiro stanco, cercando un'altra parola nel dizionario. 
-E io in questo momento potrei dormire, eppure sto parlando con te. Sacrificati anche tu- 
-Prima cosa: in questo momento non potresti dormire perchè sei a scuola, coglione; seconda cosa: nessuno ti ha chiesto di stare con me al telefono, anzi, se vuoi chiudere la chiamata per me non c'è alcun problema- 
-Non sei credibile- schiocca la lingua nel palato e nello stesso momento la campanella suona, segnando la fine della pausa pranzo. Restiamo un altro paio di minuti assieme, parlando del più e del meno, poi mi accorgo di quanto troppo tempo sia passato e trattengo il respiro.
-Ci sentiamo dopo, Luke, devo andare- lo saluto, ritirando velocemente tutte le cose sul tavolo. 
-Ciao principessa- sorrido, lui chiude la chiamata e io mi affretto ad alzarmi, non volendo fare assolutamente più ritardo di quel che già sto facendo. Ovviamente, da perfetta sbadata che sono, vado a sbattere contro una persona, facendo cadere a terra sia i miei che i suoi libri. 
-Perdonami, sono una sbadata cronica- borbotto imbarazzata, chinandomi subito per raccogliere i libri e non facendo minimamente caso a chi sia. 
-Tranquilla, lo sono anche io- mi blocco per un istante quando sento la sua voce, alzo lentamente gli occhi e credo che potrei avere un infarto seduta stante.
Prima Ethan, ora Scarlett, la prossima volta sbatterò direttamente contro Damian, che tra l'altro mi polverizzerà. 
Mi guarda anche lei, che sembra avere la mia stessa reazione.
-Ehi Scar, che ci fai lì per t... Oh- è tutto quel che dice per commentare Amalia, che ci osserva dall'alto con i suoi libri nelle braccia. Completamente a disagio raccolgo i libri e i quaderni da terra. 
-Stai cercando di far fuori i nostri migliori amici, principessa?- voglio sotterrarmi. 
-Stai zitto, Jake- Scarlett gli lancia un'occhiataccia, poi mi rivolge un sorriso e io rimango totalmente spiazzata -Sono Scarlett, è davvero un piacere conoscerti- mi porge la mano, che stringo titubante completamente in imbarazzo.
-Charlene- rispondo soltanto, non sapendo esattamente cosa dire. 
-Io sono Amalia- il suo tono è leggermente più freddo di quello dell'amica, però mi sorride comunque e ci stingiamo la mano, io evito di ripetere il mio nome. 
-Sa perfettamente chi siete- abbaia Damian, arrivando con Ethan e fulminandomi con lo sguardo. 
-Come noi sappiamo esattamente chi è lei, Damian, ma esiste una cosa che si chiama educazione- ribatte Amalia, fulminandolo con lo sguardo, poi si rivolge nuovamente a me -Scusala, è un completo disastro, sbatte contro qualunque cosa- indica con un cenno del mento Scarlett, che sbuffa e alza gli occhi al cielo. 
-Oh no, sono stata io a venirle sopra, ero di fr..- mi blocco, guardando velocemente l'orario -Cristo, quello mi ammazza- strillo sgranando gli occhi -Scusami ancora, spero di non averti fatto male- mi scuso ancora con Scarlett, poi sorrido alle due -È stato un piacere conoscervi, ad ogni modo- mi dileguo in un istante, quasi correndo verso la classe di matematica con dieci minuti di ritardo. 
Un paio di urla e minuti dopo mi ritrovo nuovamente in girdino, sbraitando al telefono con Luke contro il professore di matematica.
-NON MI HA FATTO ENTRARE, TI RENDI CONTO!?- tuono incazzata, facendo avanti e indietro, mentre Luke ride come se non ci fosse un domani -SMETTILA DI RIDERE, IDIOTA!- strillo, lanciando la borsa sul tavolo in legno del cortile, a due tavoli di distanza ci sono, proprio perchè sono molto fortunata, i fratelli Scott e i loro migliori amici, m in questo momento sono troppo incazzata e non ci bado minimamente -HA DETTO CHE ANCHE SE HO QUESTO COGNOME NON MI È TUTTO DOVUTO, E SAI UNA COSA!? UN MINUTO DOPO DI ME, MENTRE STAVA SBRAITANDO COGLIONATE, È ENTRATO UN RAGAZZO! E LO HA FATTO RESTARE!- urlo irritata, lui scoppia a ridere ancora di più, esattamente come uno stupido -Questa è tutta colpa vostra! Siete tu e Chris che facevate gli idioti con lui, non io!- pignucolo, sedendomi di botto sulla panca del tavolo -Smettila di ridere!- strillo contro il mio migliore amico. 
-Scusa ma..- scoppia nuovamente a ridere, facendomi imbronciare. 
-Hai gli allenamenti oggi, vero? Spero con tutto il cuore che ti si rompa la caviglia e che la tua squadra perda la prima partita- gli chiudo la chiamata in faccia, soddisfatta della mia risposta da perfetta bambina infastidita. Sbatto la testa contro il tavolo, sconsolata. 
Due ore, quel bastardo mi ha fatto saltare due fottute ore di lezione!
Il telefono squilla, guado il messaggio che mi è arrivato e scopro che Luke mi ha inviato una sua foto, scattata dal basso, in cui mi ha scritto "Love you baby" con sotto l'hashtag "Imissyou".
-VAFFANCULO STRONZO- urlo mandandogli un messaggio vocale, scandendo bene ogni lettera. Lo odio. 
-Possiamo sederci un po' con te?- esclama pimpante Scarlett, sedendosi senza neppure aspettare la mia risposta, Amalia invece si siede leggermente titubante, rivolgendomi un sorriso imbarazzato.
-Non penso che al vostro amico piacerebbe- borbotto, lanciando una veloce occhiata al tavolo poco distante da noi, dove Damian sta fumando incazzato nero una sigaretta, mentre mi uccide con lo sguardo. 
-Fortunatamente noi ragioniamo col nostro cervello- ribatte Scarlett con un sorriso radioso -Non ti ho fatto far tardi io, vero?- 
-No, il mio professore mi odia, non mi avrebbe fatta entrare anche se avessi fatto solo cinque minuti di ritardo- borbotto con un sorriso imbarazzato, non capendo esattamente cosa ci facciano qui.
-Come mai ti odia?- domanda Amalia, corrugando le sopracciglia, io sorrido metà fra l'imbarazzata e il divertita. 
-Sono la sorella di Christopher e la migliore amica di Lucas, in più faccio davvero schifo in matematica- ammetto storcendo il naso, consapevole che i tre ragazzi poco distanti da noi ci stanno ascoltando attentamente. 
-Che fai questo fine settimana?- chiede Scarlett, osservandomi con curiosità. 
-Abbiamo sentito che il capitano della vostra squadra di football organizza una mega festa a casa sua- continua Amalia. 
-La festa di inizio anno di Calum Robinson- faccio una smorfia nel ripensare a quella dannata festa, Calum mi sta tormentando e anche Dylan mi sta innervosendo abbastanza con le sue continue insistenze -Comunque non ci andrò, sono giá piena fino ai capelli di compiti- chiarisco, giocanco con la targhetta che porto al collo. 
-Solitamente la festa di inizio anno la organizzavate tu, tuo fratello e Lucas, vero?- chiede Scarlett, Amalia le da un bel colpo forte nel braccio e la fulmina con lo sguardo, poi mi rivolge un sorriso di scuse.
-Scusala nuovamente, è un completo disastro- dice Amalia, Scarlett sgrana gli occhi, come se si fosse resa conto ora di quel che ha detto. 
-Scusami, Charlene, non ho pensato prima di parlare- fa una faccia mortificata, io le sorrido imbarazzata, passandomi una mano fra i capelli. 
-Stai tranquilla, non importa- ormai ho perso il conto di quante volte ho detto questa frase -Comunque si, la organizzavamo sempre a casa nostra- rispondo a Scarlett, con un sorriso tirato. 
-Sai, nella nostra scuola gira una voce- Scarlett fa un sorriso furbo, inclinando la testa -Sono tutte preoccupate per la situazione sentimentale di Dylan Brown- ammicca verso di me, io corrugo le sopracciglia, non capendo esattamente cosa voglia dirmi. Amalia alza gli occhi al cielo e squote la testa.
-Dovresti finirla di fare la vecchietta pettegola, Scar- 
-Devo essere informata su tutto, non rompere- la dilegua con una sventolata di mano, senza degnarla del minimo sguardo -Si dice che sia interessato davvero tanto, tanto interessato a te- alzo le sopracciglia, scettica. Dylan è stato solo carino con me, ma da questo a dire che sia interessato a me è davvero tanto -Credo che le cheerleader della nostra scuola ti odino il doppio di prima, credono che tu possa toglier dal commercio quel ragazzo- scoppio a riderle in faccia, questo è davvero ridicolo. 
-Beh, tranquillizzatele voi, io non voglio togliere dal commercio proprio nessuno- ribatto con un sorriso divertito -Anche se fosse interessato a me, cosa alquanto strana, non avrebbe la minima possibilità. Non sono interessata a nessuno in questo momento- 
-Come no?- chiede dispiaciuta Scarlett -Ma hai visto che ragazzo è? Cioè..- mi guarda con le sopracciglie alzate, nell'espressione di una che la sa lunga -Ci andrei a letto pure io, e quel ragazzo mi sta davvero sul cazzo- sorrido divertita, mentre Amalia squote la testa come esasperata.
-È dall'altro giorno che vaneggia su quanto tu e lui sareste una coppia perfetta e penso che tu oggi le abbia dato una terribile notizia- spiega Amalia, sorridendomi -Nella scuola non si parla d'altro- 
-Oh, è vero- gli occhi di Scarlett si illuminano e incomincia a blaterare tutte le cose he dicono su me e Dylan nella loro scuola, davvero eccitata, e quando arriva a dire che molti pensano addirittura che io sia rimasta incinta di lui davvero non riesco a trattenere un'altra risata. 
-Quindi è maschio o femmina, principessa?- chiede con un ghigno divertito Jacob, dal suo tavolo -Vorrei vedere l'espressione di Brown quando scoprirà chi sono gli zii acquisiti del suo bambino. Se è maschio lo alleniamo noi eh, il tuo ragazzo è davvero scarso nello sport- 
-Perchè, voi siete tanto più bravi di lui? Non me ne ero davvero accorta- rispondo stupita con uno dei miei migliori sorrisi falsi, riportando poi l'attenzione sulle due ragazze davanti a me -Le ragazze della vostra scuola hanno davvero una grande immaginazione- commento, senza un minimo di disprezzo nella mia voce. Sono abituata ormai ai pettegolezzi della South sul mio conto, ormai sono anni che ne inventano di cotte e di crude du di me, su mio fratello e sul mio migliore amico. 
-Perchè, quelle della tua scuola non dicono nulla?- chiede Amalia, tanto scettica quanto stupita.
-Hanno sempre avuto troppa paura- ammetto con una smorfia -In tutta la scuola il mio cognome è quello più influente, a nessuno conveniva mettersi contro Chris e Lucas, e tutti sanno che per me avrebbero fatto di tutto, quindi nessuno apriva bocca nemmeno sul mio conto- 
-E ora?- chiede Scarlett. 
-Se vogliono fare gli snob sanno perfettamente che io posso esserlo mille volte più di loro- alzo le spalle con indifferenza, nonostante questa sia la cruda verità -Il mio cognome resta il più influente e anche se Lucas è a New York sanno benissimo che tornerebbe in un attimo- 
-E perchè non è già tornato?- chiede Scarlett, abbassando la voce.
-Damian ti ha praticamente dichiarato guerra, Charlene, non credo tu sia stupida- continua Amalia, osservandomi attentamene. Faccio una smorfia infastidita, lanciando una veloce occhiata ai tre seduti a pochi metri di distanza da noi, che ci osservano cercando di capire la nostra conversazione, Damian come sempre vuole uccidermi con lo sguardo, continuando a fumare con rabbia una sigaretta dopo l'altra.
-Le sue minacce non mi fanno ne caldo ne freddo, e Luke non ha bisogno di preoccupazioni, deve pensare a se stesso- rispondo semplicemente, facendo un mezzo sorriso tirato.
Gli occhi delle due si puntano dietro di me, il loro sguardo si fa quasi disgustato. Mi volto anche io e sbuffo infastidita quano noto Brigitte venire verso di noi. 
-Dobbiamo parlare ora- schiocca la lingua nel palato, incrociando le braccia e guardandomi con altezzosità. Innarco un sopracciglio, guardandola gelida. 
-Ripeti un attimo, per piacere- spero di aver capito male. 
-Ho detto che dobbiamo parlare, Charlene- lancia un'occhiata di superiorità alle due ragazze davanti a me, che la guardano con totale indifferenza.
-Non dobbiamo parlare di niente, Brigitte- dico gelida, fissandola. 
-Ah no?- si sposta i capelli in una spalla, in un gesto plateare -Sai con chi stai parlando!? Eh!?- 
-Ma stai scherzando, vero?- chiedo inclinando la testa, in tono piatto.
-Tuo frat..-
-Mio cosa!?- la interrompo, gelida, fulminandola con lo sguardo -Mio fratello cosa!?- nel suo sguardo passa un lampo di preoccupazione che riesce benissimo a mascherare, ritornando ad avere quell'aria altezzosa che farebbe bene a togliere immediatamente se non vuole vedermi fare la stronza. 
-Sai cosa penserebbe tuo fratello se vedesse che parli con loro!?- chiede, appunto, con aria altezzosa. Scoppio a ridere, una risata sarcastica, fredda e cattiva. Questo è davvero ridicolo. 
-So benissimo cosa penserebbe mio fratello, e non pensare per un solo istante di poterlo sapere tu, visto che sei solo la ragazza che si scopava ogni tanto- sorrido con cattiveria, lei schiude la bocca, allibita, poi mi fulmina con lo sguardo, stringendo le labbra. 
-Stai sbagliando- schiocca nuovamente la lingua sul palato, guardandomi con superiorità.
-Fortunatamente nessuno ha chiesto il tuo parere- rispondo con un sorriso falsissimo -Se non hai altro da dirmi puoi sicuramente andare via, non ho tempo da perdere con te, ho davvero di meglio da fare- 
-Il tuo comportamento da stronza non mi piace, Charlene, dovresti davvero finirla- la fisso gelida per alcuni secondi, lei si muove a disagio sotto al mio sguardo ma non perde quell'aria di superioritá che ha assunto. 
-Nessuno mi dice cosa fare, Brigitte. Non si è mai permesso nemmeno Christopher, figurati se lo permetto a te, che nella mia vita sei esattamente nessuno e vali meno di zero- continuo a guardarla negli occhi, lei fa una faccia sbigottita, poi ripete il gesto dei capelli e schiocca per l'ennesima volta la lingua sul palato. Ma che ha, un tic?!
-Hai ragione, tesoro: non abbiamo nulla da dirci- detto questo lancia un'occhiata schifata alle due ragazze davanti a me e va via.
-Che ridicola!- commenta sprezzante, dopo alcuni secondi di silenzio, Scarlett, mentre tutte e tre la guardiamo dirigersi verso le sue compagne di squadra -Quella ragazza mi sta antipatica dalla prima volta che l'ho vista! È un continuo urto al sistema nervoso! Mi sono sempre chiesta come facevi a esserle amica!- si volta verso di me con un lieve broncio e con la fronte corrugata. 
-Non lo ero, infatti- ammetto con una smorfia, portando lo sguardo su di lei -Mi girava attorno per essere più vicina a mio fratello, non le è mai interessato realmente di me e il sentimento è totalmente reciproco- 
-Sei stata formidabile- Amalia mi sorride soddisfatta -Ora capisco perché la gente dice certe cose su di te, sai essere davvero stronza, ragazza- 
-Ogni tanto torna utile- sorrido divertita -Ad ogni modo devo davvero andare, ho perso due ore, poi avrei un'altra ora buca e un'ultima lezione, ma non ho per niente voglia di restare qui due ore e mezzo- 
Le due si scambiano un'occhiata che sembra valere piú di mille, si girano verso di me e Scarlett mi rivolge un gigantesco sorriso, poi si abbassa verso la sua borsa e strappa un pezzetto di foglio da un quaderno, prende una penna e mi porge il tutto. 
-Scrivimi il tuo numero- sgrano gli occhi, stupita. Sta scherzando, vero? Perchè se inizio a sentirmi con loro Damian prima fa un cazzettone alle due, poi si impegnerà il doppio per rovinarmi la vita.
-Ci stai simpatica, se a Damian stai antipatica si deve mettere l'anima in pace, noi parliamo con chi vogliamo- Amalia fa spallucce, sorridendomi. Lancio un'occhiata al tavolo vicino a noi: dallo sguardo colmo d'odio che Damian mi sta lanciando capisco senza problemi che mi sta intimando di non scrivere nemmero un singolo numero in quel biglietto. Faccio spallucce da perfetta menefreghista, Amalia e Scarlett mi stanno simpatiche, stranamente, e nonostante siano amiche degli Scott sembrano essere davvero due brave ragazze, per cui scrivo velocemente il mio numero di telefono nel foglietto e le saluto, loro fanno lo stesso e le vedo rimettersi sedute con i tre ragazzi quando io sono ormai lontana, e non mi sfugge come Damian, dopo aver urlato qualcosa alle due, se ne va via incazzato.
Una volta tornata a casa decido di farmi un bagno rilassante, non c'è nessuno in questo momento con me: papà è a lavoro e in questo periodo abbiamo dato tutti i finesettimana liberi a Rosa per lasciarla un po' con la sua famiglia, sopratutto per aiutare la figlia che ha appena partorito. 
Mentre sono immersa nell'acqua faccio mente locale di tutto quel che devo fare in questi due giorni: devo fare la relazione di settemila parole che mi ha assegnato la professoressa di storia, devo fare il tema che ci ha assegnato la professoressa di letterattura, finire le traduzioni di greco e latino, possibilmente studiare matematica e devo assolutamente mandare al mio editore le bozze di due capitoli del sequel del mio libro fantasy, ho la scadenza fissata per martedì e non mi piace per niente fare ritardo. 
Chiudo gli occhi, cercando di non pensare a nulla per alcuni minuti, mi godo il calore dell'acqua calda sulla pelle e la fraganza dei sali profumati che ho messo, poi decido di incominciare a lavarmi i capelli; una volta uscita dalla doccia metto dell'olio nutritivo su tutta la lunghezza e abbondo nelle punte, poi faccio uno scrub al viso e applico una maschera rinfrescante sul viso, da lasciare in posa per un'ora circa. 
Metto un pigiama in velluto e pizzo grigio, un pantaloncino e una maglietta, poi infilo la gigantesca maglia di Chris, lascio i capelli bagnati legandoli con una pinza e vado nel mio studio, apro il libro di storia e incomincio a leggere e sottolineare le parti più importanti dei primi paragrafi, nel mentre accendo il computer per fare la relazione; leggo attentamente tre o quattro volte l'intero capitolo per avere un idea generale dell'argomento, prendo appunti nei post-it, poi decido di fare uno schema ordinato per sintetizzare ogni pararagrafo, questo lo metterò assieme alla relazione nonostante sia fatto a mano. Decido di iniziare a scrivere sul computer, ogni tanto controllo gli appunti e il testo stesso per scrivere precisazioni e quando finisco sono soddisfatta del mio lavoro, ho addirittura scritto settecento parole in più rispetto alle settemila chieste, quindi penso che non possa lamentarsi. Pinzo i fogli, dopo averli stampati, e gli metto dentro una cartellina di carta, posandola poi dentro un cassetto dove metto cose del genere per la scuola. 
Ripeto a mente tutto il discorso che devo fare mentre mi tolgo la maschera del viso, poi faccio velocemente un frullato di fragole e torno in camera, iniziando a fare le traduzioni di greco e latino, per oggi finirò così e domani farò il tema della professoressa di letterattura assieme alle bozze dei capitoli. 
Finisco le traduzioni esattamente quando finisco il frullato, scendo in cucina per farmi qualcosa da mangiare visto che ormai è ora di pranzo. Dopo alcuni minuti passati a fissare il frigo, viste le mie quasi totalmente inesistenti doti culinarie per il cibo salato, decido di fare un'insalata sostanziosa e delle verdure grigliate; metto quindi a riscaldare la griglia sul piano cottura e metto a tostare il pane, poi inizio a tagliare zucchine e melanzane, quando esse stanno finalmente grigliando mi affretto a fare l'insalata e condirla. 
Metto tutto in un vassoio e decido di andare nella sala cinema, sì, perchè questa cavolo di villa ha anche una sala cinema, per vedere una serie tv; decido di iniziare nuovamente Shadowhunters, visto che è stata la mia prima saga fantasy in assoluto, ho fatto anche il tatuaggio della runa angeliche sul seno, come una delle protagoniste, perchè da questa saga è iniziata la mia passione per la lettura e la scrittura, e in qualche modo sarò sempre grata a quei libri. 
È stato il primo tatuaggio che ho fatto, la runa, il primo di nove: ho un decoro sotto al seno, questo è forse l'unico tatuaggio che non ha un senso reale, era semplicemente carino da vedere e personalmente non me ne pento; il terzo tatuaggio è la parola "Art" alla base del collo, era una sorta di complimento che ci facevamo io e Chris, lo ha fatto anche lui ed era l'unico tatuaggio che avevamo il comune; poi ho fatto sul polso destro il volto di medusa, era una sorta di protezione perchè quel mostro trasforma in pietra chiunque guardi; ho tutte le fasi lunari poco sotto la clavicola, per dimostrare che il tempo passa sempre, sopratutto la notte, che è la parte del giorno che più mi spaventa; ho fatto sulla parte interna sul braccio la frase identificativa del mio primo libro pubblicato e gli ultimi tre tatuaggi sono tutti dedicati a Chris, una rosa totalmente nera sulle costole, la quale significa morte, il numero "22" sul polso sinistro, dove lo aveva lui, esattamente lo stesso tatuaggio, e la scritta "Non sarai mai morto finchè il tuo ricordo vive" lungo tutta la spina dorsale. 
Il tempo scorre velocemente, le puntate si susseguono velocemente e dopo un po' Mojito viene con me nella poltrona gigante dove sono seduta, si accoccola sulle mie gambe e si addormenta, come se non facesse la stessa cosa anche le altre ore del giorno. Sorrido teneramente e gli accarezzo il pelo morbido, quando ormai è notte e io ho fatto la mia dose giornaliera di "coricarsisuldivanoefarelascansafatiche", decido di andare a letto. Porto il mio cagnolino sulla sua cuccia e vado a lavare le stoviglie che ho utilizzato per cucinare. 
Ripenso per un attimo al comportamento decisamente strano e inaspettato di Scarlett e Amalia, le ho sempre conosciute di nome e da quel che fanno vedere non danno confidenza a nessuno, sono scontrose con tutti e, che io sappia, non avevano altra amica che Evelyne; invece a me sono sembrate davvero simpatiche, dimostrazione che non bisogna mai giudicare una persona da quel che mostra o dalle dicerie, io inoltre ne sono la prova vivente.
Mentre sto insaponando i piatti e le posate sento la porta dell'ingresso aprirsi, lancio un'occhiata all'orologio appeso alla parete e sospiro amaramente quando vedo che sono ormai le undici passate. 
-Ehi tesoro- mormora mio padre, entrando in cucina -Sei ancora in piedi?- chiede, dandomi un bacio sulla fronte.
-Sto andando a letto- rispondo, asciugando con uno straccio i piatti -Tutto bene a lavoro?- chiedo, osservandolo mentre si versa un bicchiere di acqua fresca. 
-Si, sono dovuto stare in ufficio per risolvere alcune pratiche- mi risponde con un tono stanco -Lascia perdere le stoviglie, ci penso io a finire di asciugarle, vai a letto-
-Io non ho fatto nulla tutto il giorno, papà, tu sei in ufficio da questa mattina- mi oppongo -Vai a letto tu, tranquillo- lui mi sorride grato e mette il bicchiere sul lavello.
-Buonanotte, amore mio- mi da un'altro bacio sulla fronte ed esce dalla cucina, io finisco di fare quel che sto facendo e vado in camera. 
Mojito è nella classica posizione a ciambella, nella sua cuccetta, e russa tranquillamente, facendomi sorridere. Mi butto sul letto e sprofondo la testa nel cuscino, porto la mano sulla targhetta che porto al collo e sospiro, chiudendo gli occhi.
Buonanotte fratellone. 

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Tatuaggi di Charlene:

***Tatuaggi di Charlene:

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Foto mandata da Lucas:

Sala cinema dell casa di Charlene:

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Sala cinema dell casa di Charlene:

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Intimo di Charlene:

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