Capitolo 54.

20.5K 664 72
                                    


Pov's Damian.

"Stai con chi è rimasto anche quando era buio dentro."
Non ho idea di come io abbia superato la notte, con tutto quello che ho raccontato, ma Charlene mi ha ascoltato in silenzio, assorbendo in se tutto ciò che ho voluto darle, e le ho dato me stesso, senza filtri, paure.
Begadang: restare svegli tutta la notte a parlare.
Charlene ha asciugato le mie lacrime, poi mi ha abbracciato, ed è restata così, e io non so come esprimere la gratitudine di aver, nonostante tutto, una persona così meravigliosa al mio fianco.
Forse perchè è bella dentro, forse perchè ha smesso di piovere e il sole stava sorgendo, o forse semplicemente perchè la amo, ma è successo. Quando sei perso per tanto tempo e poi all'improvviso trovi la strada. Quando stai affogando, e qualcuno ti tira su.
Abbiamo fatto una doccia veloce, le ho prestato la mia felpa, poi siamo subito venuti subito all'ospedale.
Sento i battiti del mio cuore aumentare velocemente mentre ci avviciniamo alla camera in cui è stato messo Jake, poi la porta si apre, e la prima cosa che vedo è mio fratello, disteso su quel letto, immobile. Lei mi stringe la mano, perchè è ancora al mio fianco, e perchè resta, nonostante tutto.
Ma è come ricevere un pugno in faccia, uno di quelli che ti fanno tremare di paura.
Non sembra nemmeno più lui. Non è Jake.
Di certo non il è il Jake che ieri è uscito dalla porta di casa.
<•>
-Sei solo un coglione senza palle, Damian!- urla Jacob, dandomi uno spintone -Che cazzo hai intenzione di fare, eh? Vuoi continuare a rovinarti la vita per sempre? Vuoi continuare a odiarti, senza permetterti di provare felicità?! Non starò accanto a te mentre lo fai, hai capito, fottuto stronzo?! Non ti starò accanto mentre non fai nulla per essere felice! Non starò a guardare mio fratello che si uccide lentamente, per colpe che non ha! Ti stai ammazzando per colpe che non hai!- urla con rabbia e terrore, la voce gli trema, gli occhi piangono -Non ti starò a guardare mentre perdi la cosa più bella che ti sia mai capitata. Non ti starò a guardare, Damian! Ho perso una sorella, ne sto perdendo un altra, e non guarderò mentre ti uccidi da solo. Non guarderò mio fratello morire, senza che permetta a chi lo ama di aiutarlo. Non ti starò accanto! Non ti starò accanto, Damian!- mi spintona di nuovo, senza che io faccia nulla -Reagisci! Reagisci cazzo, non lo vedi che sono qui!? NON VEDI CHE NON TI HO MAI GUARDATO CON ALTRI OCCHI SE NON QUELLI DI UN FRATELLO CHE TI VUOLE BENE!?-
<•>
Poi è andato via, e io sono andato in panico. Successivamente è arrivata la chiamata di mia madre.
Ed è stato troppo. E' stato il caos.
Nemmeno io posso guardare mio fratello morire. Non posso perderlo.
Charlene si siede in silenzio accanto al letto di Jake, con la faccia di una che ha perso totalmente le parole.
Abbiamo solo la speranza: che sia abbastanza forte, che riesca ad aprire gli occhi. Non abbiamo nient'altro, è tutto nel le sue mani.
Ethan, Scarlett e Amalia arrivano poco tempo dopo di noi. Il mio migliore amico mi abbraccia forte, così come le ragazze: è la prima volta che ci vediamo dalla notte in cui è successo quel casino. Non ci siamo sentiti, le ragazze non mi avevano nemmeno guardato in faccia mentre se ne andavano, e di certo non le biasimo. Non biasimo nessuno, solo il mio comportamento.
Il fatto è che è sempre stato troppo. Troppo freddo, troppo odio e troppa rabbia. E quando ci convivi da tutta la vita, tutto diventa così grande da non farti più ricordare chi sei, cosa vuoi, chi ami.
Diventa tutto buio, ma Charlene è stata luce, quella più intensa, quella più bella.
Charlene stringe le labbra quando entrano i ragazzi, ma non dice nulla, continuando a tenere la mano di Jake fra le sue. Loro devono notarlo, e di certo lo notano Scarlett e Amalia, che si lanciano uno sguardo pieno di tristezza.
Si risolverà tutto. Prima però Jake deve aprire gli occhi, perchè è questa la cosa più importante. Jake deve tornare da noi.
-Come sta?- domanda piano Scarlett
-E' stabile- ribatto io, guardando Charlene e Jacob -Non sanno quando si sveglierà- non sanno se si sveglierà.
Deve svegliarsi. Deve svegliarsi per forza.
Nella stanza cala un silenzio glaciale, e Charlene chiude forte gli occhi, le sue mani tremano, mentre il macigno torna a pesare del mio stomaco, facendomi avvertire un senso di nausea.
Non ho idea di quanto sia terrorizzante per lei l'idea di perdere Jacob, dopo aver perso Christopher.
Stringe in una mano la medaglietta del fratello, su cui è incisa la parola "Combatti".
Qualcuno bussa alla porta, e subito dopo, ad entrare, sono Jhonson e la sorellina di Charlene.
Caroline si butta fra le mie braccia appena mi vede. Caroline corre ad abbracciarmi.
Non dice nulla, ma non importa.
Perchè la vita alcun volte da seconde possibilità, e loro sono di certo la mia.
Jhonson, invece, abbraccia Charlene.
Chiamarlo è stato strano. Io e Jake non sapevamo cosa fare, come comportarci, come aiutarla. Poi ci siamo guardati negli occhi, e la risposta è venuta, perchè era sempre stata lì.
Lucas Jhonson ci sarebbe sempre stato per lei, nonostante tutto. Anche dopo tutto quello che hanno passato, la loro distanza, la loro assenza, lei ne era certa: ci sarebbe sempre stato.
Io non ho mai più chiesto aiuto, perchè quando gridavo, nessuno veniva ad aiutarmi. Mamma non si reggeva in piedi dal dolore, e Jake e Evelyne era solo bambini, molto più di me. E lui lo odiava. Odiava quando chiedevo aiuto, e scoppiava a ridere, poi continuava a picchiarmi, urlando di smetterla, perchè tutti ti lasciano affogare, nessuno ti salva.
E ho semplicemente smesso di chiedere aiuto. Le urla sono continuate. Urla strazianti, piene di dolore, rabbia, odio, piene di quel bambino che piangeva terrorizzato, ma erano solo dentro la mia testa, e mi hanno logorato, quasi ucciso.
Chiedere aiuto mi è costato tanto, tantissimo. Però poi ho immaginato i suoi occhi, la sua voce, e ho immaginato il suo dolore, e ho capito che in realtà non mi è costato proprio nulla.
Per Jacob è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto. Ama Charlene come se fosse sua sorella di sangue, e dover chiedere aiuto a Jhonson, sapendo che lui non poteva aiutarla, è stato davvero difficile per lui.
"Io le sono stato accanto quando tu non potevi, Jhonson. Ho fatto io il fratello, quando tu hai deciso di sparire, ricordatelo bene. Quindi porta il culo qui in città e aiutala, perchè io non posso starle accanto."
Lucas non ha detto praticamente niente, ma la sua rabbia gelida tagliava l'aria.
"Anche se voi due siete gli ultimi bastardi sulla faccia della terra a meritarlo, lei vi ama in modo immenso. Se mai dovreste farla soffrire ancora, se voi dovreste farla piangere ancora, sappiate che non mi importerà più nulla nemmeno di questo."
Non lo do per scontato, e gli sono grato.
Il tempo passa troppo lentamente, e Jake non si sveglia.
C'è troppo silenzio senza Jacob. C'è troppo silenzio, e il suo rumore è assordante.
Poi mia madre arriva, e io l'abbraccio, e lei scoppia a piangere, stringendomi a se.
Sto abbracciando la mia mamma.
Arriva un momento in cui devi perdonare, in cui devi andare avanti.
A ora di pranzo qualcuno bussa titubante alla porta, così mia madre va ad aprire. Emily, quando vede Jacob, quasi sobbalza, come se le avessero appena sparato. Sbianca tutto in una volta, accusando il colpo che sembra pesante come un macigno.
-Io...- la voce le trema, mentre si asciuga il viso dalle lacrime -Mi dispiace essere arrivata ora, ho letto poco fa il vostro messaggio di questa mattina- dice piano a me e Charlene -Avrei voluto conoscerla in circostanze diverse, signora- mormora a mia madre, sforzando un sorriso del tutto privo di felicità -Sono Emily, la fidanzata di suo figlio-
Mia madre ci mette due secondi per capire realmente quello che ha detto la Hale. Poi sospira, chiude per un attimo gli occhi, e subito dopo la abbraccia.
Charlene lascia posto a Emily, che si siede accanto a mio fratello. Deglutisce visibilmente, spaventata.
-Come è successo?- chiede sconvolta, fissando il volto di Jake.
-Ha perso il controllo dell'auto- risponde piano Charlene, come se nemmeno lei ancora ci credesse. Emily la guarda di scatto, ma Charlene continua a guardare Jacob.
-Mi dispiace tanto, Charlene- mormora -Mi dispiace davvero, per tutto-
Lei stringe per un attimo le labbra, poi la guarda.
-Me ne sono andata da un pranzo di lavoro con tutta la famiglia- dice dopo un po' Emily, con la voce rauca -Credo fosse qualcosa di importante, visto che mi hanno urlato dietro. Ma non ha più importanza. Niente ha importanza-
-Andrà tutto bene- ribatte Charlene, decisa, anche se anche la sua voce è incrinata, afferrando la mano di Emily -Vedrai, andrà tutto bene. Si risveglierà soltanto per rinfacciarci che ha rotto così tanto le palle al diavolo che nemmeno lui lo ha tenuto e ce lo ha rispedito qui-
-C'era anche mia zia- la informa Emily.
-Quella che cerca di rovinarmi la reputazione anche se respiro?- domanda Charlene, che sforza un sorriso -Figurati, ai pranzi di natale mi divertirò un mondo. Dovresti più che altro pensare al mezzo infarto che avrà Jake quando scoprirà che sarà obbligato a frequentare pranzi e cene in cui c'è anche Robinson-
Emily fa un sorriso triste, ma due lacrime le sfuggono dagli occhi. Torna a guardare Jake in silenzio, stringendogli la mano.
E Charlene guarda me. Mi guarda con occhi pieni di amore.
È facile innamorarsi di qualcuno per la prima volta, ma prova a innamorarti una seconda volta. Forse l'amore inizia proprio lì, quando nonostante sai cos'è il dolore, rischi ancora.
Lei lo ha fatto. Nonostante tutto è ancora qui, e mi guarda sempre allo stesso modo, o forse anche in uno più bello.
Una persona una volta disse: "Arriverà, sconvolgerà ogni cosa e farà rinascere la parte migliore di te."
E se c'è un posto bello, quello è lei.
Una volta Charlene era sdraiata sul letto, la mia camicia bianca addosso, e leggeva qualcosa sull'agenda che gli aveva regalato il fratello, con accanto una bevanda calda. L'aria entrava dalla finestra aperta, dove io ero appoggiato per fumare mentre la osservavo. Poi lei si è girata verso di me e mi ha allungato il testo che stava leggendo. Era una poesia di una donna al marito, del quale si è innamorata dopo che lui era tornato dalla guerra, con enormi cicatrici sul volto a causa di una bomba, e atroci incubi che disturbavano il suo sonno.
"Con me, troverai sempre delle braccia da cui tornare.
Con me, saprai sempre che c'è un posto in cui restare.
Con me, avrai sempre ciò che le tue cicatrici saprà curare.
Con me, conoscerai sempre qualcuno in grado di guardarti con gli occhi di chi ti sa amare."
Il passare delle ore lascia posto ai giorni, e per molto tempo nulla cambia.
Poi accade.
Charlene crolla a terra, piangendo.
E il mio cuore, per un attimo, smette di battere.

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now