Capitolo 15.

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Sto camminando tranquillamente verso la, mia scuola con un caffè fumante in mano quando mi arriva un messaggio da Jacob, gesto che, a dirla tutta, mi stupisce leggermente.

Da: Jacob
Dove sei?

Ovviamente lo ignoro e prendo un sorso della mia bevanda, controllando l'orario: ormai sono le cinque di pomeriggio e la maggior parte degli studenti è andato via da scuola.

Da: Jacob
Mi stai davvero ignorando?

Si, brutto coglione.
Decido di visualizzare e non rispondere, proprio come ha fatto lui un paio di giorni fa'.

Da: Jacob
Sai che per entrare di soppiatto in una struttura si deve essere vestiti esattamente come non sei vestita tu?

Mi blocco in mezzo al marciapiede.
Come fa a...?
-Dovresti rispondermi, maleducata- mi giro di scatto, trovando Damian, Jacob e Ethan venire verso di me.
No, no, no. Non se ne parla proprio.
-Prima che tu dica qualcosa, Charlene, ho gia provato a far cambiare loro idea, se protesti pererai solo tempo- dice Ethan, sorridendomi a mo' di scusa -E poi dei pali servono sempre- Guardo Damian e Jacob, poi decido che da me non avranno nulla se non indifferenza.
Mi giro nuovamente e riprendo a camminare, lottando contro me stessa per non girarmi e incominciare a urlargli in faccia qualsiasi insulto possibile.
-Sei vestita davvero male per quello che dobbiamo fare- dice Jacob da dietro di me, io alzo gli occhi al cielo, irritata.
Indosso un semplice pantaloncino in jeans, un top nero con su scritto "Darling" e delle vans. E poi di certo non dobbiamo fare chissa cosa.
-Sapete benissimo che dentro gli spogliatoi non ci sono telecamere- borbotto, bevendo un altro sorso di caffè, loro, incredibilmente, scoppiano a ridere.
Oh certo che ridono, visto quanto è stato esilarante lo scherzo che hanno fatto l'anno scorso agli armadietti della North. Stavo ridendo anche io, il giorno, guardagnandomi le occhiatacce di Lucas e Chris. A mia difesa posso dire che i tre ragazzi dietro di me sono stati davvero bravi con le bombolette spray e le uova, però io, mio fratello e il mio migliore amico siamo stati altrettanto bravi con la spazzatura, concime, acqua e olio usato per friggere.
Entriamo finalmente dentro scuola e ci dirigiamo verso gli spogliatoi, stando attenti a non dare nell'occhio. Una volta arrivati noto con piacere che il mio ragionamento sul comportamento di Brigitte era più che giusto: non c'è nessun allenamento oggi.
-Che siete venuti a fare, precisamente?- chiedo mentre entriamo, appunto, negli spogliatoi.
-Ad aiutarti- risponde Jacob facendo spallucce, io lo guardo come se fosse stupido e gli faccio vedere che gli spogliatoi si possono tranquillamente chiudere a chiave, per cui non avevo proprio bisogno del suo aiuto -E tu come lo sapevi?- gli lanco un'altra occhiataccia.
-Lo sanno tutti- sibilo irritata, prendendo il telefono. Vado sulla rubbrica e cerco il nome di Luke, poi avvio la chiamata sotto lo sguardo attento di tutti e tre i ragazzi con me.
-Ehi principessa- mi saluta allegro Luke, facendomi sorridere.
-Ciao anche a te- rispondo -Su, dimmi dove avete messo quei dannati schemi, Luke- borbotto, guardandomi attorno: gli spogliatoi sono davvero limpidi, grazie all'agenzia di pulizie pagata dalla mia scuola per ricconi.
-Vai nell'armadietto di Chris- istruisce sbadigliando sommensamente, io alzo gli occhi al cielo per il suo essere scansafatiche.
-Armadietto di Chris..- mormoro girando su me stessa.
Ovviamente chi deve essere appoggiato proprio accanto all'armadietto di mio fratello?! Damian!
Gli vado vicino cercando di essere più indifferente possibile, nonostante sia difficile.
-Ci sono- informo Luke, mordicchiandomi le labbra.
-Devi aprirlo- dice lui -Ricordi la combinazione?- chiede divertito, facendomi fare una smorfia-
-Certo che la ricordo, era ridicola-
"222222"
Il suo numero della maglia. Che cosa ridicola.
Apro l'armadietto e osservo con un tuffo al cuore tutte le sue cose ancora qui dentro, visto che ho imposto che restassero qui.
Christopher era ossessivamente ordinato qui dentro, cosa assurda vista la sua vecchia camera. Attacate nell'anta ci sono due foto: in una ci siamo noi due in mezzo al campo di football durante un allenamento, io gli avevo rubato il casco e lui stava ridendo; nell'altra ci sono lui e Luke sotto alla pioggia che ridono, il giorno erano ubriachi marci e hanno preteso che gli facessi una foto non so per quale motivo idiota.
Chiudo gli occhi per un secondo, sentendo invece quelli di Damian bruciarmi il corpo. Prendo un bel respiro e allontano tutti i sentimenti, perchè questo è l'unico modo che conosco.
-Fatto- mormoro al telefono.
-Dovevi togliere tutte quelle cazzo di cose, Charl- dice duro Luke, capendo che qualcosa non va.
-Non dobbiamo discutere di questo- alzo gli occhi al cielo, infastidita -Che devo fare? Muoviti dai- mi mordicchio le labbra, nervosa.
Damian non smette di guardarmi e io tra poco svengo.
-Ci dovrebbe essere un biglietto con dei numeri, lì da qualche parte- corugo le sopracciglia e lo cerco, trovandolo dopo pochi istanti.
-Quindi?-
Luke mi spiega il modo come trovare il mattone tramite quei numeri, dopo qualche insulto indirizato a lui, che ovviamente ignora con una serenità sconvolgente, riesco finalmente a capire quale sia il nascondiglio. Nel togliere quel cazzo di mattone mi spezzo un'unghia e Luke ancora sta ridendo.
-Non voglio infilare la mano lì dentro- mi lamento schifata -Ci sono ragnatele, che schifo-
-Muoviti- che grande stronzo.
Prendo un grosso respiro e chiudo gli occhi, trattenendomi dall'urlare, poi infilo la mano in quel buco oscuro e melmoso. Prendo quel dannato quadernino in fretta e furia, lo metto sul pavimento e rimetto il mattone nel muro, poi accendo il vivavoce e prendo delle salviettine igenizzanti per pulirmi le mani.
-Era blu la copertina del quaderno?- chiedo ad alta voce, giusto per assicurarmi che si il quaderno giusto.
-Sì- risponde Luke, lo possono sentire anche Damian, Jacob e Ethan -Controlla che ci sia lo schema dello "000", non si sa mai- vorrei evitare di parlare dello "000" davanti a i tre ragazzi in questa stanza, ma Luke non sa che è in vivavoce o che ci siano loro tre, per cui parla tranquillamente -Comunque ho mezzo capito come mai si è sparsa la voce, principessa- vedo Jacob fare nuovamente quella smorfia stranita, mi osserva in modo strano ma io sono piu concentrata a cercare quegli schemi.
-Ci sono- mormoro con un sospiro sollevato -Sono qui dentro, Luke- dico nuovamente, passandomi una mano fra i capelli mentre mi accascio a terra -Come mai sanno dello "000", comunque?- chiedo mentre chiudo il quaderno e lo infilo in borsa.
-Brigitte- mi blocco immediatamente, guardando di scatto il telefono posato per terra.
Sta scherzando.
-Non dire stronzate, dai- dico nervosamente -Chris stava con Evelyne quando avete completato lo "000", Brigitte era uscita dalla nostra vita già da tanto tempo- lancio un'occhiata a Damian e Jacob, che mi stanno osservando e ascoltando molto attentamente.
-Ma non quando era solo un'idea- risponde lui -Deve aver sentito qualche discorso, principessa, lo sai che ci stavamo lavorando da mesi-
-Io la ammazzo- mi metto una mano in fronte -Io quella la ammazzo-
-No che non la ammazzi- ride Luke -Non fare stronzate e esci da quel posto, io devo andare-
-Mi vedrai al telegiornale, sappilo- dico seria -Io la ammazzo-
-Testimonierò a suo favore, principessa. Ci sentiamo-
-Sì, sì. Ciao-
Mi alzo da terra e prendo la borsa, chiudo l'armadietto di Chris e sotto lo sguardo curioso dei tre ragazzi usciamo fuori, fortunatamente nessuno ci nota e passiamo inosservati. Damian e ethan vanno via, il minore dei fratelli Scott invece è ancora al mio fianco.
-Ho bisogno di parlarti- Jacob si mette davanti a me, sbarrandomi la strada. Lo guardo semplicemente, gelida.
-Credo tu abbia parlato davvero tanto, ieri, e francamente non voglio sentire altro- dico schietta, apatica. Mi sposto a destra per continuare a camminare ma si sposta anche lui.
-Nemmeno le scuse?- chiede inclinando la testa con una faccia da cucciolo.
Quasi quasi vacillo.
Però poi mi ritornando in mente i suoi comportamenti.
-Non mi sembra che tu abbia voluto sentire le mie scuse, Jacob, ora sono io a non volerle sentire- sibilo velenosa, provo a spostarmi nuovamente ma lui non mi lascia passare -Spostati- dico dura, guardandolo negli occhi.
-No- risponde lui -Voglio solo chiarire- continua corrugando le sopracciglia -Ti ricordo che sei stata tu la prima a trattarmi di merda-
-Certo, e noi siamo ancora all'asilo- sbotto alzando gli occhi al cielo -Spostati, Jacob-
-La vuoi smettere di fare l'orgogliosa?- chiede annoiato, alzo le sopracciglia, incrociando le braccia.
-Da che pulpito- esclamo esasperata -Non voglio sentirti, va bene?-
-No- risponde tranquillamente, sorridendomi -Per favore- fa il labbruccio, io alzo gli occhi al cielo e provo nuovamente a superarlo -Sei snervante- mi accusa sbuffando.
-Tu sei snervante- ribatto io -Mi fai andare via?-
-No- cantilena -Dai, ti prego- piagnucola, io alzo gli occhi al cielo di nuovo.
Non può fare così.
-Devo andare, Jacob- ora è lui che alza gli occhi al cielo.
-Mi dispiace, volevo dirti solo questo. Sono stato insensibile e di certo molto più stronzo di te. Io ti voglio bene e riconosco di aver sbagliato, mi dispiace davvero tanto. Non volevo ferirti- dice semplicemente, poi si volta e si incammina verso l'uscita.
Io sono ancora qui, immobile.
Vaffanculo.
Corro velocemente per raggiungerlo, già in ansia per la sua reazione.
-Jacob- lo chiamo, ma non si volta -Jacob- lo chiamo ancora, ma evidentemente è sordo -JAKE!- lui si blocca improvvisamente e io per sbaglio cado sopra di lui, che barcolla ma non cade e mi evita una figura di merda.
-Come mi hai chiamato?- chiede stupito, io corrugo le sopracciglia.
Come l'ho chiamato?
-Eh?- chiedo non capendo.
-Jake- sorride radioso -Mi hai chiamato Jake-
OH MIO DIO.
Divento sicuramente rossa come un peperone visto che improvvisamente sento che la mia faccia sti diventando una stufa.
-Io...- tossisco giusto per camuffare il mio imbarazzo -Io..-
Ma perchè minchia mi blocco fisso con questa parola?! Perchè ancora ricordo la figura di merda con Damian.
Dio Santo, è colpa dei fratelli Scott.
-Se vuoi che io accetti il tuo accettare le mie scuse devi per forza cucinarmi una torta, ma non dirlo a Damian. Domani a pranzo a casa nostra, non accetto un no come risposta- mi da un bacio sulla fronte e fa un sorriso dolce -Ciao principessa- sorrido lievemente.
-Ciao Jake-

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now