Capitolo 37.

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Spazio Autrice
Chiedo scusa per il ritardo della pubblicazione del capitolo, non sto passando un periodo facile e per me è difficile fare un po' tutto. Detto questo, chiedo ancora scusa e spero che il capitolo vi piaccia. Un bacio!

Dopo aver cercato inutilmente, vengo a sapere, da delle ragazzine del primo anno, tutte eccitate, della South, che il Capitano della squadra, Damian, è andato dritto filato negli spogliatoi per lavarsi e cambiarsi. Dimostrando di essere matura, ho evitato di dar loro un consiglio sul pudore che tutti dovremmo avere, visto come ne stavano parlando in preda a risatine isteriche e nauseanti. Beh, poi le ho fulminate con lo sguardo e credo proprio che mi abbiano visto, perchè si sono ammutolite improvvisamente, ma questi sono dettagli inutili, no? Non ho fatto commenti da stronza, sono stata assolutamente una persona matura. 
Papà dovrebbe essere fiero di me, visto che quelle due erano talmente irritanti che avrei voluto strappare loro volentieri i capelli. 
"Il capitano è stato fantastico" di qua, "Damian è bellissimo" di là, "I fratelli Scott sono davvero sexy" e bla, bla, blaLa prossima volta stacco la lingua a entrambe, eccome se lo faccio.
Ad ogni modo, dopo aver sentito parlare quelle due galline nate ieri, sono andata verso gli spogliatoi, sedendomi nei muretti di fronte per aspettare Damian, poi ho preso il cellulare, decidendo di ammazzare il tempo navigando un po' sui social. Vedo con la coda dell'occhio i compagni di Damian e Jake entrare tutti allegri negli spogliatoi, alcuni mi notano e ovviamente mi lanciano occhiate indecifrabili, alle quali non mi curo nemmeno di rispondere con altre occhiatacce.
Per quel che mi importa di loro, potrebbero anche insultarmi davanti ai miei occhi e non mi proverei nemmeno un po' di fastidio. Dopotutto, visti i trascorsi, sarebbe anormale che stessi simpaticissima a tutti loro.
-Aspetti Scott per festeggiare la vittoria, eh, Thompson?- sento dire alla voce di Robinson, leggermente incazzata, davanti a me. Alzo lentamente lo sguardo su di lui, disinteressata.  
-In realtà, hai azzeccato- dico con fare annoiato -Magari dovresti andare a festeggiare anche tu, così forse non ti rode il culo per la sconfitta- continuo tranquillamente, senza mostrare il divertimento che invece provo. Calum fa una smorfia piena di disappunto, continuando a scrutarmi. 
-Se tuo frat...-
-Divertente...- lo interrompo, aspra -Come tutti si sentano in diritto di parlarmi di mio fratello come se lo conoscessero, ma in realtà nessuno, nessuno di voi, conosceva Christopher, per cui azzardati a parlarmi ancora di lui e ti giuro che è la volta buona che ti sputo in faccia- dico con un sorriso falso, fingendomi allegra. 
Odio, odio profondamente, quando le persone fanno così. Nessuno, come ho detto a Robinson. conosceva realmente Christopher. Nessuno deve parlarmi come se conoscesse qualcosa di lui meglio di me. Io ero sua sorella, la sua famiglia. 
 -Ora sparisci- ringhia Damian da dietro di lui, arrivando all'improvviso, mentre fulmina Robinson con lo sguardo. 
Calum posa lo sguardo su Damian, guardandolo con vero e proprio disgusto. 
-Bella partita, Scott- sibila schifato per poi andarsene, non senza prima avermi lanciato un'occhiataccia, alla quale ho risposto con un sorriso falsissimo. 
-Com'è che sei scappato via?- chiedo poi a Damian, che riporta lo sguardo su di me. 
-Scappato via?- abbozza un sorrisetto sghembo, squadrandomi dalla testa ai piedi -Sei tu che scappi sempre, Darling, non io- si avvicina a me, appoggiandosi anche lui al muretto, con le mani ai miei lati, con il suo corpo in mezzo alle mie gambe.
Mi tengo in equilibrio con le braccia  e ricambio il sorrisetto, inclinando la testa all'indietro per guardarlo in faccia, vista la differenza di altezza a dir poco imbarazzante. 
-Sei un bugiardo, Damian Scott- ribatto sicura, sorridendogli -Scappi da tante cose, invece- dal suo passato, dalla paura, perfino da se stesso. 
Damian inclina la testa e mi rivolge un sorriso dolce, senza commentare, poi mi da un bacio lento sulla punta del naso, poi un altro sullo zigomo, sulla guancia...
Il mio cuore batte fortissimo.
Un bacio sulla mascella.
Deglutisco, premendo le unghie nei palmi delle mie mani, per concentrarmi su qualcosa che non siano le migliaia di emozioni che provo, facendomi sembrare una ragazzina innamorata della sua prima cotta. 
Un bacio sul collo. Chiudo gli occhi.
-Damian..- incomincio, ma le parole mi muoiono in gola quando mi da un bacio sull'angolo delle mie labbra, poi rido divertita mentre mi morsica leggermente il mento -Sei un completo idiota- 
-Probabile- biascica lui, allontanando il volto da me, con un ghigno divertito sul volto -Ma questo completo idiota ti piace da morire- continua, rubandomi un veloce bacio a stampo che mi fa attorcigliare lo stomaco. 
-Probabile- dico anche io, sorridendo. Molto, molto più che probabile, ma ovviamente non lo dirò ad alta voce. 
-Dai, hai un debito con me da pagare- esclama, girandosi di schiena, poi mi fa segno di salirgli sulle. Faccio un bel sospiro e, senza nascondere il mio sorriso divertito, mi siedo sulle sue spalle. Quando si alza in piedi, rischio di collassare a terra dallo shock. 
-Ma da qui si vede il mondo!- strillo sconvolta e anche mezzo in preda a una crisi di panico. Se cado da quest'altezza mi spezzo il collo, poco ma sicuro. 
-Sei tu che hai le sembianze anormali di un nano da giardino, Darling, in realtà è tutto normalissimo- questo stronzo mi ha appena insultata.
Gli do una manata in fronte che, vi giuro, non farebbe male a nessuno.
-Charlene!- sbraita Damian -Fallo un'altra volt...- ovviamente, gli do un'altra manata -Ma sei stupida?
-Tu non mi sfidare, cicciobello- 
-Dev'essere l'alta quota che ti da alla testa, ho sentito che può capitare- sibila arrabbiato, passandosi una mano sulla fronte. Sta palesemente facendo scena, ne sono certa -Dovresti tagliarti quegli artigli- 
Oggi Damian vuole essere fatto a pezzettini. Prima insulta la mia altezza, ora le mie unghie. 
-In realtà- rimbecco io, tranquillissima, ignorando il modo ignobile con il quale ha chiamato le mie unghie -Devo andare dall'estetista- continuo, osservando poi le mie unghie, che mi stanno implorando silenziosamente di essere sistemate. 
Damian borbotta qualcosa di incomprensibile, probabilmente contro di me, e mi tiene le gambe con le mani, mentre avanziamo verso i parcheggi, dall'altra parte del campo. Infilo le dita fra i suoi capelli, ignorando le occhiate stranite che ci lanciano le persone (parecchio irritanti, se devo essere sincera), mentre osservo il mondo da questa meravigliosa e nuova prospettiva, che tra poco, fra l'altro, potrebbe farmi venire la nausea. 
Teoricamente non dovremmo comportarci così in pubblico, e ovviamente quel bacio rubato è stato tanto, tanto, tanto rischioso. Probabilmente a lui non gliene frega nulla, e non metto parola su questo, ma io... beh, ho tendenze maniacali di controllo della mia vita privata, per me sarebbe ancora, diciamo, presto un po' per tutto. Dio solo sa quanto sforzo ho fatto a rivelare a tutti che Damian e Jake sono, per così dire, i miei fratellastri. 
In più si aggiunge il fatto che il rapporto mio e di Damian non è per nulla definito, e su questo punto meglio non soffermarmici troppo, altrimenti addio sanità mentale. 
In ogni caso, se ci penso bene, non me ne frega più di tanto di questi problemi: non quando il viso di Damian è sereno, non quando le sue dita sulle mie gambe mi accarezzano tranquillamente, e non sicuramente quando scompiglio i suoi capelli e lui non mi dice niente, anzi, sorride divertito. 
Io, invece, quando scopro cosa vuole farmi fare, non sorrido affatto divertita. Più che altro, credo di star per avere un infarto. 
-Vuoi...- deglutisco, girandomi verso di lui -Vuoi farmi delle foto- ripeto lentamente quel che ha detto lui, stupita. Lui alza gli occhi al cielo, divertito.
-Ti faccio le foto, nel mentre facciamo un bagno in mare, poi andiamo a casa, ci laviamo, ci cambiamo e dopo cena andiamo dai ragazzi a festeggiare la vittoria, e no, Darling, tranquilla- continua, notando il mio volto preoccupato -Non andremo a una festa- 
Guardo prima lui, poi il mare, poi di nuovo lui. 
-Beh- mi mordicchio le labbra -Non abbiamo costume- 
-Io sì, in realtà- ribatte lui annoiato -E ti ho già visto in intimo, non ricordi?- chiede con un ghigno, inclinando la testa. Mi costringo a risultare impassibile di fronte alla sua domanda e mi giro di spalle per evitare che veda le mie guance diventare rosse. 
E' passata un'eternità da quando abbiamo fatto il bagno nella piscina di casa mia. 
Mi mordicchio le labbra, osservandomi intorno, e visto che non c'è nessuno, posso anche assecondare la sua insolita idea. 
Vuole farmi delle foto. Ed è sempre la solita storia, no? Per le altre persone sembra una cosa da nulla, ma io lo vedo come un grande, grandissimo gesto. 
-Bene- mi schiarisco la voce, nervosa -Ok- faccio una smorfia, mentre il mio cuore batte veloce. 
Ci metto decisamente troppo poco tempo per spogliarmi, rimanendo in intimo, e non mi volto verso di lui quando entro in acqua. 
Le punte dei miei capelli si bagnano leggermente. 
Guardo l'orizzonte, colorato meravigliosamente di tonalità calde, conseguenza del sole che sta sparendo. 
Arrivo a bagnarmi fino a metà addome, sfiorando la superficie dell'acqua con le dita.
Poi Damian scatta la prima foto, la seconda, la terza... il mio cuore batte all'impazzata, la mia voce sparisce, perchè quando lo guardo scattarmi foto, non so perchè, ma capisco.
Capisco che c'è gente che cerca la fama, chi cerca l'amicizia, chi l'amore, la felicità. 
Damian cerca la storia che ha dentro. E, quando lo guardo in questo preciso istante, mi domando perchè non l'abbia ancora trovata. 
Perchè anche se il vento si è fatto silenzioso, anche se il mare non produce rumore e tutto tace, i suoi occhi gridano. Ed è totalizzante.
-Sono stupende- mormoro meravigliata, guardando le foto dalla fotocamera. Damian non risponde, scrutando anche lui le immagini, con il mento appoggiato sulla mia spalla. 
Mi ha fatto due foto mozzafiato in mezzo all'acqua, mentre sono di profilo, e sia il mare che il cielo sono fortemente colorati dai raggi morenti del sole. Poi altre due in riva e la cosa più bella presente in queste due è decisamente il tramonto nel cielo coperto di nuvole. 
-Questa è molto bella- osserva calmo, facendomi vedere la foto nella quale sono in piedi sulla riva, scrutando l'orizzonte.
-Sei bravissimo, Damian- dico sincera, senza poter distogliere lo sguardo dalle foto. 
Anche questa volta non risponde, ma sorride leggermente, dandomi un bacio sulla fronte, poi io mi appoggio al suo petto, la testa voltata verso di lui. Le nostre labbra si sfiorano, il sole muore nell'orizzonte, e, con i brividi sulla pelle e dentro il cuore, mi rendo conto che questo è il mio posto. Il mio posto giusto.

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