Capitolo 30.

28.1K 603 20
                                    

-Non credi che tu abbia esagerato?- chiedo ad alta voce, continuando a farmi i boccoli con la piastra, stando attenta a non ustionarmi nuovamente.
-No che non ho esagerato!- sbraita Scarlett attraverso il cellulare, facendomi alzare gli occhi al cielo, divertita -Non va affatto bene, Charl, è un coglione!- piagnucola.
-Scarlett, ascoltami, io credo che Ethan non volesse intendere quello che hai capito, davvero- cerco di farla ragionare -Secondo me hai frainteso le sue parole e la tua reazione, te lo dico perchè sono tua amica e voglio essere sincera, è stata eccessiva, credimi. Dovresti parlargli- Scarlett sta in silenzio, posso pure sentire il suo cervello elaborare le mie parole.
Spero solo che non se la prenda, io sono stata sincera e se qualcuno ha il dovere di dire a una persona che sta sbagliando, quelle sono proprio le amiche. Non le dirò mai che ha ragione se ha torto, e in questo caso Scarlett ha esagerato. Ethan potrebbe aver usato delle parole sbagliate, ma non credo lo abbia fatto per male e non credo che abbia cattive intenzioni.
-Sono solo...- si interrompe, con un tono di voce nervoso -Sono solo preoccupata. Ethan mi piace davvero, lui è un ragazzo fantastico mentre io...- lascia in sospeso la frase, facendomi corrugare le sopracciglia.
-Non sottovalutarti, Scarlett- le dico -Sarebbe decisamente uno sciocco a lasciarti, amica mia, sei una ragazza fantastica- guardo il cellulare posato sul pavimento accanto a me, come se lei mi potesse vedere -Sei decisamente pazza e logorroica, ma sei una ragazza fantastica-
-Sono sostituibile- piagnucola
-Sei fantastica- ribatto decisa, cercando di farle entrare in testa le mie parole -Davvero, Scarlett, sei una persona bella sia fuori che dentro, e io non vado di certo in giro a fare complimenti- continuo, fissandomi allo specchio davanti a me mentre continuo a sistemare i miei capelli -In più Ethan è palesemente cotto di te, quindi smettila di dire stronzate, chiudi la telefonata e chiamalo per chiarire-
-Non so...- sbuffa frustrata.
-Scarlett, chiudi la chiamata con me e chiama lui- ribadisco con convinzione.
-Lui non mi ha chiamata- protesta debolmente.
-E allora fallo tu, non siamo più nel Medioevo, non devono essere sempre gli uomini a fare il primo passo, per l'amor del cielo- alzo nuovamente gli occhi al cielo -Poi, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle "i", lo hai mandato a cagare senza lasciargli la possibilità di spiegare, anche io al suo posto non ti avrei chiamata, amica mia-
-Grazie, Charlene- esclama sarcastica, sbuffando ancora, mentre io sorrido divertita -Sei sicura sicura?- chiede ancora, nuovamente nervosa.
-Non si è mai sicuri di nulla, Scarlett- mormoro in risposta, a voce abbastanza alta per farmi sentire. Ad esempio io non so mai che cazzo sto facendo con Damian.
-Ti voglio bene, Charl- esclama all'improvviso con un tono strano, facendomi bloccare per un attimo, poi lei continua -A differenza di quello che tutti credono, sei una persona stupenda. Solo gli stupidi non sanno cambiare opinione, e io su di te l'ho cambiata da tantissimo tempo. Ti voglio bene, quindi per qualunque cosa, io ci sarò sempre. E anche quella stupida di Amalia. Ci saremo sempre- e io non so cosa dire -Ora seguirò il tuo consiglio, devo chiarire con il mio futuro ragazzo. Grazie davvero, amica mia- ridacchia, chiudendo poi la chiamata.
Questa ragazza è completamente pazza, ma la adoro.
Con un sospiro, finisco di farmi ondulare i miei capelli. Damian dovrebbe passare a prendermi fra poco, e con lui c'è anche Tyler. Vuole andare in un parchetto per stare un po' insieme a lui. E io ho decisamente adorato questa cosa: Tyler soffre in continuazione per non avere un bel rapporto con i fratelli, e sono contenta che Damian voglia passare un po' di tempo con lui. La famiglia per me è una cosa sacra, per cui passare il tempo anche con il fratellino, invece che solo con lui, mi fa solo che piacere. In più stravedo per quel ragazzino.
Il problema è che ci sarebbe riuscito tranquillamente da solo, a passare una giornata con lui, ma vuole che ci sia anche io. Vuole passare tempo con lui.. e con me.
Non capisco come mai voglia condividere con me una cosa così intima.
Io non ci sarei mai riuscita: odiavo condividere il mio rapporto con Chris con le altre persone, su questo ero molto, molto "egoista". Io e Chris eravamo legati da profonde mancanze della vita, il nostro attaccamento era così intenso perchè, alla fin dei conti, abbiamo sempre avuto solo e soltanto noi due. Forse semplicemente sono io che vedo questa situazione solo dal mio punto di vista, attribuendogli troppa importanza.
Però non so...
Mi mordo le labbra e mi alzo da terra, sistemo ordinatamente la piastra in bagno, poi vado nella cabina armadio e prendo un marsupio nero, mettendoci poi dentro le chiavi di casa, il portafoglio e dopo metterò anche il cellulare. Mi guardo velocemente allo specchio, decidendo che i miei vestiti vanno bene. Indosso una tuta bianca a strisce: il pantalone è a vita alta e resta un po' largo stile hip hop, invece per sopra c'è il top abbinato, senza spalline, che lascia le spalle e un pezzo di pancia scoperte. Ai piedi indosso semplicemente delle comode sneakers.
Penso vada bene, no?
Basta farsi paranoie.
Vado nel mio piccolo studio e invio una e-mail alla mia agente, allegando anche gli ultimi capitoli scritti e i progetti per i prossimi. Una volta finito scendo al piano inferiore, e proprio quando sto andando in cucina Damian decide di chiamarmi.
-CHARL SIAMO FUORI CASA TUA!- urla Tyler tutto emozionato, rischiando di fracassarmi un timpano. Ridacchio divertita, facendo dietrofront per la porta di casa.
-Arrivo piccolino- rispondo contenta, aprendo il portone e poi chiudendolo a chiave. Cammino in fretta verso la macchina di Damian e in un attimo salgo al lato del passeggero, saluto entrambi, poi mi concentro su Tyler, che inizia a raccontarmi le ultime novità con tanta enfasi.
Sembra un mini Scarlett in questo momento.
Lancio un'occhiata a Damian, curiosa di sapere come reagisce a questa situazione, e noto con stupore che ha un sorrisetto divertito stampato sulle labbra, concentrato sulla strada.
-Rimettiti la cintura, Tyler- ordina poi, dopo aver guardato dallo specchietto, poi mi lancia un'occhiataccia -Anche tu, Darling- continua come se stesse rimproverando una bambina -E siediti bene nella mia macchina-
Alzo gli occhi al cielo.
-Che noioso- borbotto sbuffando, mettendomi però la cintura -L'avrei messa anche senza i tuoi ordini, Scott- preciso poi -Piccolino, metti la cintura, su'- dico a Tyler, sorridendogli, notando che non l'aveva ancora messa.
-Subito, Charl- vedo Damian corrugare le sopracciglia.
-Lo devi fare perchè te lo dico io, mocciosetto, non perchè te lo dice lei-
-Lei è più intelligente di te e Jake messi assieme- risponde tranquillamente Tyler, facendomi scoppiare a ridere.
-Assolutamente- concordo
-Certo, come no- commenta Damian, sarcastico.
Tyler ritorna a parlarmi e io sono ben contenta si ascoltarlo. Quando arriviamo al parchetto, mi rendo conto che è quello nel quale ci siamo fermati giorni fa', quando mi ha riaccompagnata in moto. Gli lancio un'occhiata con le sopracciglia sollevate, lui ghigna soddisfatto e prende la palla da basket che ha portato, insieme a quella da football.
Lo osservo, credo con gli occhi a cuoricino, mentre coinvolge suo fratello e insieme fanno dei tiri nel canestro. Per come sono fatta io, di questo, sì, di questo potrei innamorarmi a prima vista.
Questa è la prima volta che lo vedo giocare a un qualsiasi sport, o almeno, rettifico, è la prima volta che lo vedo giocare e mi interesso a come lo fa, e si nota immediatamente perchè Christopher giocava ad armi pari, contro di lui: è dannatamente bravo. Ha il controllo totale sul suo corpo e sulla situazione, sa esattamente quello che fa.
Eppure non punterà sul football per il suo futuro, mi aveva detto.
"Jake continuerà, io non so che farò in futuro"
Tyler sembra felicissimo, guarda Damian con la luce negli occhi. Per un attimo mi rivedo in lui, quando guardavo Christopher esattamente allo stesso modo. E per un attimo ancora più breve, ne sono quasi gelosa: Tyler ha ancora suo fratello, Tyler può guardare ancora qualcuno con quello sguardo. Il piccolino ha ancora Damian, e Jake.
-Darling, non sei qui per oziare, muovi il tuo bellissimo culo e vieni da noi- corrugo le sopracciglia e non do tanto peso al fatto che abbia definito il mio culo bellissimo quanto al fatto che abbia detto "non sei qui per oziare".
Io sono qui esattamente per oziare. E per guardare il suo fisico da dio greco, perchè sono ovviamente fatta do carne e gli occhi sono fatti per guardare.
-Sono stanca- mi lamento con una smorfia, fingendomi effettivamente stanca. Damian mi lancia un'occhiataccia, che mi fa sorridere dolcemente.
-Hai dormito tutta la mattina- sul suo letto, con lui.
-Mamma mia, ormai non sai fare niente senza di me Damian- cantileno divertita, alzandomi svogliatamente dalla panchina per raggiungerli.
-A furia di sopportarti mi sei entrata dentro la testa, Thompson- ribatte lui sfrontato, lanciandomi la palla, che prendo al volo (il che è solo merito della sua mira e della sua capacità di saper regolare la forza con la distanza)
-Facciamo una sfida- alzo un sopracciglio, dubbiosa, mentre lancio la palla al mostriciattolo, che mi sorride contento. Mi avvicino a loro e abbraccio Tyler da dietro, insieme osserviamo il fratello maggiore -Chi arriva prima a venti canestri vince qualcosa- e nel dire l'ultima parole mi guarda.
-Non se ne parla proprio, dobbiamo giocare avendo le stesse possibilità- intervengo con voce acuta -Siccome Tyler è più basso di noi due è svantaggiato, per cui il suo massimo sarà quindici. Il mio massimo resta venti e il tuo è trentacinque perchè sei quello con più esperienza, nonostante tu sia scarsamente bravo-
-Scarsamente bravo, eh?-
Scarsamente bravo il cazzo. Ha vinto, ha dannatamente vinto. E anche Tyler.
-Tu sei meravigliosamente scarsa, Darling- sghignazza Damian, ridendo, mentre palleggia insieme al fratellino e poi fa un canestro perfetto, alzandosi da terra con un salto che fa sembrare schifosamente facile. Se ci provassi io mi romperei qualche osso.
-Però ti voglio bene comunque- s'intromette Tyler, rubando la palla al fratello maggiore. Sorrido verso di lui, mandandogli un bacio volante.
-Sei un tesoro, piccolino-
-Non farmela sciogliere, mocciosetto- interviene scherzando Damian, scompigliando i capelli al fratellino che ride e poi ci saluta, andando a giocare con un bambino che ha conosciuto nel mezzo della sfida, accompagnato qui da sua nonna, che lo guarda da lontano per assicurarsi che non gli succeda niente di male, mentre crea qualcosa a maglia.
-Non farmela sciogliere- gli faccio il verso, mentre lui continua a palleggiare. Mi rivolge un sorriso sghembo, avvicinandosi mentre gioca con la palla.
Se non avessi il contegno che, con grande vanto, possiedo, probabilmente questa visione mi avrebbe fatto perdere tutta la mia dignità: Damian Scott che ti sorride in quel modo, mentre fa palleggiare la palla con i muscoli che si tendono sotto la sua maglietta, è da capogiro. Letteralmente, ragazzi, potrei svenire da un momento all'altro.
-Sei in debito con me- lo avverto, avvicinandomi anche io. Il suo sorriso non si scompone, anzi, si allarga. Blocca la palla con una mano, tenendola fra le dita, mentre con l'altra mi prende il mento, stampando poi sulle mie labbra un bacio a stampo.
-Lo so, Charlene Myra Thompson- ribatte, avvolgendomi poi un braccio sul collo, mentre il suo sguardo attento si punta su Tyler.
-Damian, sta solo giocando- mormoro piano, con la testa appoggiata alla sua spalla, mentre entrambi osserviamo il suo fratellino.
-Non sono abituato a prendermi cura di lui- ammette poi, facendo una smorfia -A quanto pare tuo fratello lo ha fatto prima di me, mentre io me ne sbattevo i coglioni- continua sprezzante, schioccando la lingua contro il palato e serrando la mascella, mentre negli occhi gli passa un lampo che mi fa sentire una morsa nello stomaco.
Perchè io ho visto la sua prima crepa. Ho visto il primo squarcio di odio che prova ogni giorno, forse quello più logorante: l'odio verso se stesso.
-Christopher lo ha portato a giocare al parco, hai ragione- concordo piano, appoggiando la guancia sul suo petto -Ma non era suo fratello, Damian, e sono certa che non lo ha mai guardato come ha guardato te prima- lo sento irrigidirsi notevolmente, per cui mi giro con un sospiro, trovandomi faccia a faccia con lui, nonostante io lo guardi dal basso visto quanto sono minuta in confronto a lui.
Gli circondo il collo con le braccia, inclinando leggermente la testa mentre lo osservo, le sue mani vanno scivolano sui miei fianchi e le sue dita si infilano leggermente sotto l'elastico del pantalone a vita alta, anche se credo sia un gesto involontario, vista la sua espressione strana.
L'espressione di chi ha provato sulla propria pelle quanto non è facile. Perchè è questa la verità: non è facile avere tutto rotto, tutto storto, tutto contro, morto.
Damian prova odio, ma nei suoi occhi io lo vedo, vedo anche quello che lui stesso non vuole affrontare: il dolore. Damian prova dolore, sempre, ogni secondo.
C'è chi pensa di poterlo controllare, sapete? Ma un giorno succede che non ci riesci, succede che capisci; e in quel momento devi scegliere. O trovi un modo per andare avanti, o non lo fai proprio.
Quando provi solo odio, sei morto. Insalvabile.
Se provi anche dolore, sei semplicemente perso. Ritrovabile.
Pensavo che Damian vivesse nel suo inferno personale fatto d'odio, e non fraintendetemi, ci vive, ma ha delle ferite che gli squarciano l'anima. Gli fanno provare dolore, il che significa che è ancora vivo. C'è speranza.
Deve solo trovare la strada. Ritrovarla. Ritrovarsi.
E poi salvarsi.
Non io, non Jake, non qualcun altro. Lui. Deve essere lui a combattere per se stesso.
Ritrovarsi, e poi salvarsi.
-Se esistesse un luogo di tutte le parole non dette, dovrei dare lì appuntamento a tutte le persone passate per la mia vita- e vi giuro, che ora mi fa male il cuore.
-Accettiamo quel che pensiamo di meritare- sussurro cauta, appoggiando la fronte sul suo petto con un sospiro. Le sue mani scorrono in avanti, posandosi all'altezza dei miei reni, e lì ci fa pressione per attirarmi più vicina a lui, che poi posa il mento sulla mia testa.
Il mio cuore batte all'impazzata, mentre il suo è calmo e lento. Non so se sia un buon segno o meno, ma mi permetto di fregarmene, perchè in questo momento il battito del suo cuore è diventato il mio calmante preferito.
-E io che merito?- domanda in un mormorio. Lo chiede al vento, a se stesso, e a me.
-Dimmelo tu- bisbiglio contro la sua maglia, gli occhi chiusi e le narici invase dal suo profumo; alzo leggermente il viso, posando la guancia nell'incavo del suo collo -Che meriti, Damian?- domando piano, biascicando le parole contro la sua pelle.
-Non ne ho idea- da come lo dice, ne ho la certezza: Damian si è perso -Non cose belle. Non merito cose belle-
La gola mi si chiude in una morsa ferrea, dal retrogusto amaro.
Perchè dice di non meritare cose belle? Damian perchè ti odi così tanto? Perchè le tue ferite sono così profonde?
-Lo sguardo che ti ha rivolto Tyler è la cosa più bella che ho visto oggi, Damian, e te la meriti tutta- voglio che lo sappia, lui deve saperlo -Ti ha guardato come io guardavo Christopher, e ti giuro, Damian, ti giuro che non c'è persona al mondo che io abbia amato più di mio fratello-
Questa è la consapevolezza che mi accompagnerà per tutta la vita, e forse anche il mio orgoglio più grande: mio fratello era tutto ciò che avevo, sarà sempre una delle parti più belle e importanti della mia vita. Gli devo tutto, a lui e a nessun altro. A un ragazzo che fin da quando aveva sette anni si è preso cura di me, facendomi da scudo a tutti i dolori. Al mio fratellone, nel bene e nel male.
Si scosta per un attimo, mettendomi la mano sul volto: la sua pelle è ruvida sulla mia, decisamente più delicata. Chiudo gli occhi per un attimo, godendomi la sensazione del suo tocco.
-Dovresti allontanarmi, Darling- mormora con voce roca, io resto con gli occhi chiusi, mentre le sue dita mi accarezzano -Rovinerò tutto, in un modo o nell'altro, e dovresti allontanarmi- le sue labbra sfiorano le mie -Allontanami, Charlene, perchè io sono uno stronzo egoista e non ci riesco, ad allontanarti-
Apro gli occhi, trovando subito i suoi, tormentati.
"Rovinerò tutto"
E io gli credo, anche se questo mi fa male, gli credo realmente. Rovinerà tutto.
-Allontanami, Charlene- come giorni fa', mi sta pregando di fare quello che vuole lui.
Vuole che io lo allontani, perchè lui non riesce a farlo.
-Non posso- perchè a quanto pare, Damian, sono una stronza egoista anche io.
-FRATELLONE!- strilla da lontano Tyler, correndo verso di noi. Ci allontaniamo immediatamente e quando il piccolino arriva, sta boccheggiando in cerca d'aria. Sorrido teneramente, osservandolo, mentre Damian lo osserva con le sopracciglia corrucciate.
-Ti sei fatto male, mocciosetto?- chiede, scompigliandogli poi i capelli.
-Ti prego, ti prego, ti prego, mi compri il gelato?- Tyler fa una faccia da cucciolo, aggrappandosi alle gambe di Damian. E a me si illuminano gli occhi.
-Oh si, dai, ti prego!- m'intrometto immediatamente, guadagnandomi un'occhiataccia da Damian. Tyler mi sorride ampiamente.
-Siamo in due contro uno, fratellone, ti prego, ti prego, ti prego-
Inutile dire che un paio di minuti dopo sia io che Tyler abbiamo fra le mani un gelato gigantesco, com'è giusto che sia. Invece non è affatto giusto, ma proprio per un cazzo, che Damian si sia messo in testa di volermi uccidere. Non mi vuole allontanare ma non ci pensa due volte ad ammazzarmi.
-Damian ti prendo a calci in culo!- sbraito, poi tiro un urlo e artiglio le mie dita nel suo braccio quando mi sbilancio troppo e rischio di cadere dallo skate.
Ma che aggeggio infernale è mai questo? Ma perchè mi sono lasciata convincere?
-Charlene, non metterti così che cadi- sbraita a sua volta Damian, tenendomi in equilibrio. Gli lancio un'occhiata di fuoco.
-Se mi lasci cadere ti stacco il cazzo, Damian Scott- lui ride.
-Eccitante, Thompson. Era un messaggio subliminale?- ghigna, prendendomi le mani. Divento paonazza e mi ammutolisco.
Ma perchè parlo? Ma perchè cacchio parlo?
La situazione diventa catastrofica, perchè sono un dannato disastro e Damian ride in continuazione, sfottendomi. E la sua risata mi farebbe anche piacere se non cercassi di evitare di finire in stampelle.
Vaffanculo, odio qualsiasi tipo di sport. Odio qualsiasi tipo di movimento.
E lui mi sfotte.
Vaffanculo.
-Mi tieni il broncio, Darling?- chiede divertito mentre guida verso casa mia, dopo aver riaccompagnato Tyler e aver salutato Cristine, che ci ha ringraziato e invitato a cena, ricevendo però il nostro rifiuto visto che avevamo già programmato di mangiare casa mia. Ad ogni modo, non rispondo alla sua domanda, lui ride e posa la sua mano sulla mia coscia.
Mi rilasso nel sedile, osservando fuori dal finestrino, mentre giocherello con la medaglietta. Ci mettiamo all'incirca dieci minuti per arrivare a casa da quella della madre, fortunatamente vicine. Dovrebbe esserci Rosa a casa, passata per dare un'occhiata veloce e per salutarmi.
-Tesoro mio!- strilla Rosa appena entro in cucina, fiondandosi ad abbracciarmi.
-Ehi- mormoro sorridendo, ricambiando l'abbraccio -Come stai? Tua figlia? Il piccolino?-
-Tutto ok, tesoro- mi accarezza la guancia, sorridendo dolcemente -Ti invece? Come hai passato queste settimane?- dice queste parole, ma so che in realtà mi sta chiedendo come ho passato il compleanno di Christopher.
-Tutto bene, tranquilla- le sorrido anche io -Sono sopravvissuta, come vedi- scherzo, facendo un passo indietro -Non ho fatto saltare in aria la casa, hai notato?-
-Vuoi che faccia qualcosa per cena prima di andare via? Posso fare qualcosa di vel...- si blocca per un attimo, guardando alle mie spalle, dove sono certa che sia entrato Damian -Signorino Scott, è un immenso piacere rivederla- esclama la donna di fronte a me.
-Salve, signora- risponde Damian con fare nervoso, cosa che mi fa corrugare le sopracciglia.
Damian non è mai nervoso.
-Oh, suvvia, mi chiami Rosa- ribatte lei, allegra -Devo prepararvi qualcosa per cena, tesoro?- il modo in cui mi sta guardando non mi piace per niente. Come se avesse capito qualcosa.
Non ho mai portato nessun ragazzo a casa, la situazione mi mette abbastanza a disagio. E sento che Damian mi sta guardando, cosa che sembra notare anche Rosa.
-No, abbiamo ordinato sushi e sta per arrivare, tranquilla- rispondo, camuffando il mio tono imbarazzato con una tosse improvvisata -Qui è tutto ok, no?-
-Sì, certo, non hai combinato nulla- risponde con un sorrisetto -La settimana prossima c'è una cena di lavoro di tuo padre importante- alzo gli occhi al cielo, sbuffando, improvvisamente annoiata.
-Non ci andrò- ribatto immediatamente, disinteressata.
-Invece sì, ci saranno anche gli altri figli. Devi esserci-
-E perchè mai?- brontolo incrociando le braccia sotto al seno. Non voglio andarci. Odio le cene, odio i colleghi di mio padre, e odio i loro figli.
-Perchè saranno i tuoi colleghi in futuro, Charlene, e ci si aspetta un atteggiamento responsabile da parte tua- bla, bla, bla, bla, bla.
-Sono responsabile- protesto immediatamente
-Ne sono certa, motivo per il quale sarai presente alla cena, tesoro- ribatte divertita -Il tuo vestito è sul tuo letto, te lo ha regalato la moglie di chi ha organizzato la cena-
-Se non mi piac...-
-Sarebbe scortese se non lo mettessi, Charlene, visto che sei l'unica a cui l'ha regalato- alzo gli occhi al cielo.
-Sono l'unica a cui lo ha regalato perchè gli affari con mio padre sono gli unici che interessano realmente a suo marito. Me lo ha mandato per fare una buona impressione con papà, non di certo perchè le sto simpatica-
-E di questo ne sei ben che consapevole, ma non ha importanza, non nel tuo mondo- ribatte dolcemente -Perdoni questo discorso cinico, signorino Scott-
-Mi chiami Damian- parla lui, tranquillo. Si mette al mio fianco e noto che tiene Mojito in braccio, che si sta godendo le sue carezze con gli occhi chiusi, estasiato, appoggiato al suo petto muscoloso.
Quanto capisco il mio cane.
-Spero di rivederla presto, Damian- dice Rosa tutta sorridente, dopo averci osservato con attenzione.
Decisamente imbarazzante. Non so che idea si stia facendo. E mi sto sentendo in imbarazzo.
Prima lo skate, poi la festa d'affari di mio padre, ora questo.
Un grande vaffanculo a chi mi sta guardando dall'alto.
-Ci vediamo domani, tesoro- Rosa mi sorride, poi esce dalla cucina. Traduco quello che ha detto: ci vediamo domani per l'interrogatorio, Charlene Myra Thompson.
-Vuoi qualcosa da bere?- chiedo a Damian con una smorfia, dirigendomi verso il frigo per prendere l'acqua.
-No- risponde lui, posando a terra Mojito, che viene a scodinzolarmi intorno.
Sorrido al mio cagnolino e gli cambio l'acqua dalla ciotola, poi prendo il bicchiere e vado in camera. Prendo il vestito, coperto dal copri-abito, e senza nemmeno dargli un'occhiata lo porto nella cabina armadio, appendendolo insieme agli altri abiti eleganti. Getto il marsupio nella poltrona messa qui dentro. Posti nel ripiano in mezzo alla stanza ci sono poggiate una maglietta di Damian, una sua felpa nera e la sua vecchia maglia della divisa da football, col numero trenta. Dovrò restituirgli tutto, ovviamente, ma quel che mi preme è cambiarmi e mettere qualcosa di comodo.
Beh, io di solito metto la tuta di mio fratello, per cui oggi non farò eccezione di certo per Damian.
-Andiamo, Darling, quello che stai indossando è un insulto- si lamenta appunto quest'ultimo, appoggiandosi allo stipite della porta. Lo ignoro, facendo una smorfia, poi raccolgo i capelli in uno chignon disordinato, mordicchiandomi le labbra. Mi squadra dalla testa ai piedi e abbozza un sorrisetto malizioso, andando a sedersi svogliatamente sul mio letto -Sarebbe decisamente più piacevole se togliessi tutto. Posso aiutarti se vuoi- si appoggia sulle mani, inclinando la schiena all'indietro con un ghigno in faccia, gli occhi ancora su di me -Oppure potresti fare uno spogliarello, scegli tu-
-Sogna, Scott- ammicco verso di lui, poi mi rifugio in bagno per togliermi finalmente il poco trucco che ho messo per uscire. Faccio una veloce skin care per liberare i pori dal sebo in eccesso.
Calma gli ormoni, Charlene, su', fai la brava.
Non si commettono atti impuri, nemmeno per Damian Scott.
O forse no.
Oh andiamo, decisamente no.
Chi non commetterebbe atti impuri con Damian Scott? Nessuno, per l'amor di Dio. Perchè Damian Scott trasuda sesso da tutti i pori.
-Darling il mio carissimo fratello ti sta chiamando- urla con fare annoiato il ragazzo che invade i miei pensieri.
-E tu rispondi, no?-
Damian entra sbuffando nel mio bagno e accetta la telefonata.
-Cosa vuoi, fratellino?- chiede disinteressato, appoggiandosi con un fianco al lavandino con gli occhi puntati su di me, sempre con quel dannato sorrisetto sul viso. Gli lancio un'occhiataccia e mi massaggio lo scrub sulla pelle del viso -Sì, sì, ho capito, ti faccio parlare con lei- borbotta infastidito il ragazzo al mio fianco, facendo una smorfia, poi aziona il vivavoce.
-Jake, dimmi-
-SORELLINA- strilla lui, facendomi sorridere divertita -Senti, ti devo parlare di una questione davvero importante-
-Mmm...- non ne sono affatto convinta -Che questione?- prendo un dischetto in tessuto, bagnandolo, per poi iniziare a pulirmi il viso.
-Tu sei una milionaria, giusto?- corrugo le sopracciglia.
-Miliardaria, per essere precisi- faccio una smorfia, sentendomi sempre a disagio quando si parla del patrimonio della mia famiglia -Dobbiamo parlare di quanti soldi ho, Jake?- domando scettica, sciacquando il dischetto in tessuto.
-Voglio un lama, me lo devi comprare-
-Che diamine significa che ti devo comprare un lama?- chiedo stranita, lanciando un'inutile occhiataccia al cellulare, che Damian ha posato sul lavandino. Quest'ultimo, per precisare, sta curiosando nel mio bagno come se niente fosse -Non disordinarmi il bagno- lo sgrido, ricevendo da lui un sorrisetto.
-Senti, tu mi vuoi bene, se vuoi che anche io ti voglia bene devi comprarmi un lama. Fine della storia- Jake, dal cellulare, si impone come un bambino che mette il broncio. Ma che razza di problemi ha?
-Non ti comprerò un lama, Jacob- protesto prima di lanciare un'occhiata a Damian, e sbianco quando vedo cosa ha in mano -DAMIAN SCOTT, RAZZA DI DEFICIENTE- strillo balzandogli addosso per cercare di strappargli via l'assorbente che ha preso dal cassetto degli assorbenti -DAMIAN, DAMIAN TI PRENDO A CALCI- tuono mentre lui scoppia a ridere, alzando l'assorbente in alto.
Questo è un incubo.
Io, che salto come una cogliona per prendermi l'assorbente, Damian, che ride, coglione quanto me, e Jacob, che strilla dal telefono che vuole un fottuto lama. Un. Fottutissimo. Lama.
Ma in quale cazzo di mondo sono finita?
Outfit di Charlene:

 Ma in quale cazzo di mondo sono finita?Outfit di Charlene:

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now