Capitolo 33.

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 Pov's Damian

Odio il fatto che sia disperatamente ancorata al ricordo di suo fratello, odio il fatto che quando abbia bisogno di aggrapparsi a qualcosa per non crollare stringa quella cazzo di targhetta, odio il fatto che indossi qualcosa di quel bastardo e odio sopratutto il fatto che sia sua sorella.
Odio tutto, dannazione, e dovrei odiarla talmente intensamente che dovrei voler distruggerle la vita. Perchè è sua sorella, perchè lo amava e perchè l'avrebbe perdonato. Dio, lo avrebbe perdonato. E lui non avrebbe perso nulla.
E non doveva andare così, dannazione: non dovrei volerla, non dovrei desiderarla.
Dovrei odiarla, ma di certo non lo faccio. Mi piace averla intorno, mi piace dannatamente tanto. Troppo, forse, visto che non riesco a non stare con lei. Ne sono diventato dipendente: dal suo tocco, dai suoi sorrisi, dai suoi insulti e dai suoi baci. Cristo, i suoi baci.
E non va bene, non va bene affatto.
Non sono adatto a lei, sono un bastardo menefreghista che la rovinerà. Perchè al passato non si sfugge, anche se volessi, e questo rovinerà tutto. Lei piangerà a causa mia. A causa di quel che sono stato, di quel che ho scelto, ma anche a causa di quel che sono, e di quello che sto scegliendo.
Ne sono completamente consapevole, come lei è consapevole che rovinerò tutto.
Però è restata, quando le avevo detto di allontanarmi, perchè io non lo avrei fatto, sono uno stronzo egoista dopotutto.
Non riesco a rinunciare a lei.
E l'altro giorno ha provato a parlarmi del fratello. Ha provato a farmi capire che non era solo un bastardo. Ha provato a non farmelo odiare. Perchè lei lo ha capito, lei ha capito troppe cose, e io glielo lascio fare.
Ma come faccio a non odiarlo? Come faccio a non odiare?
Non posso. Semplicemente non posso.
E' nella mia natura, nel mio sangue, nel mio DNA. Sono nato e cresciuto per odiare.
Ma non Charlene Myra Thompson, a quanto pare. Non odio Charlene, no, Darling proprio no.
Mi è entrata in testa e non ne esce più. 
-Jacob, finiscila- la sento dire in tono irritato, mentre lancia un'occhiata di fuoco a mio fratello. 
-Jacob, finiscila- mio fratello le fa il verso, ridendo, e lei alza gli occhi al cielo, continuando a guardare lo schermo del computer. 
Siamo nuovamente seduti con la squadra, dovevo aggiornarli in modo generale sui cambiamenti delle strategie per la prossima partita, e, dopo averlo fatto, alla fine siamo rimasti a mangiare tutti insieme. Non che mi interessi granchè mangiare con loro, nonostante siano bravi ragazzi, ma voglio studiare l'atteggiamento di Charlene. Voglio vederla fuori dalla sua comfort-zone. 
Voglio vederla nel mio mondo.
E cazzo, Darling se la sta cavando davvero alla grande. 
Non le piace stare con la mia squadra, è evidente, resta in disparte mentre scrive col computer. Non credo le dispiaccia e non credo nemmeno che le crei disagio. Se ne fotte di tutto e tutti, se le viene chiesto qualcosa dai nostri amici risponde tranquillamente, come se essere al tavolo con la squadra della South fosse normalissimo. Se la cosa le crea problemi, è bravissima a nascondere le proprie emozioni, anche se di questo ne sono perfettamente consapevole.
-Ma fanno sempre così?- chiede un mio compagno di squadra, osservando stranito Jacob e Charlene che continuano a litigare. Non fanno praticamente altro, questi due. E, dopo l'episodio dell'altro giorno, i miei compagni di squadra sono incuriositi dal strambo rapporto che abbiamo con Charlene Thompson. 
-Sono tremendamente fastidiosi- ribatto atono fissandoli, assicurandomi di avere un tono abbastanza alto perchè loro sentano. Smettono immediatamente di battibeccare e mi lanciano entrambi delle occhiatacce, alle quali rispondo sollevando le sopracciglia. Vogliono davvero negarlo?
-E' tuo fratello quello fastidioso- ribatte acida Charlene, mio fratello si gira verso di lei corrugando le sopracciglia. 
-Tu non mi accontenti mai!- sbotta lui - M-a-i - le fa lo spelling, incrociando le braccia.
-Perchè quello che mi chiedi è stupido e tu non sei un bambino!- ribatte fulminea 
-Che palle- Jake sbuffa, alzando gli occhi al cielo -Non sei più la luce dei miei occhi-
-Dio, sparisci dalla mia vita, per piacere- 
Quando litiga con mio fratello, Charlene non ha maschere, e nemmeno mio fratello. Si vogliono bene, forse troppo a dire il vero, ma mi piace guardarli assieme mentre si punzecchiano. Jacob è la mia famiglia, lo proteggerò sempre, da qualunque cosa. E Charlene... beh, il mio rapporto con Charlene è complicato. Ma è qui con me, con Jacob, e finché ci resterà, con noi, fa parte della famiglia: se non per quello che abbiamo noi due, ne fa assolutamente parte per quello che ha con Jake. 
-Da "eccitante" a "Dio"- sghignazza Jake -Quanti complimenti mi fai, Thompson?- le da un buffetto in fronte ma Charlene schiaffeggia la sua mano. 
-Mi stai importunando- borbotta Darling con una smorfia, tornando a guardare il computer.
-Tu adori quando io ti importuno- ammicca malizioso mio fratello, facendo alzare gli occhi al cielo a me e fare una faccia disgustata a Charlene.
-Dio, Jake, che schifo! Finiscila, o crederanno davvero che andiamo a letto assieme- ribatte schifata la ragazza che mi ha fottuto la testa, poi si rivolge a tutti i presenti, sorprendendomi -Che sia chiaro eh, io non vado a letto con Jacob- 
-Certo che andiamo a letto insieme, noi due- ribatte scherzando Jake, mettendole un braccio attorno alle spalle. 
Charlene gli da una manata nella nuca, facendolo scostare di colpo. 
-Smettila di darmi colpi!- sbotta mio fratello, lanciandole un'occhiataccia.
-Smettila di dire scemenze ai tuoi amici!-
E tornano a litigare, sotto gli sguardi increduli dei miei compagni di squadra. 
-Wow, questo è parecchio scioccante- dice uno, passandosi una mano in faccia per poi tornare a fissare Charlene e Jake. 
Oh si, decisamente scioccante. 
Prima cosa: lei è Charlene Thompson, e dovrebbe stare ovunque tranne che qui al nostro tavolo. Seconda cosa: Jake non interagisce mai così con le ragazze, non senza secondi fini, ovvero il sesso; non ha questo rapporto nemmeno con Scarlett e Amalia, che alla fine erano più amiche di Evelyne che nostre.  
Terza cosa: Charlene Thompson, seppur continui a comportarsi da stronza, non è come tutti alla South ci siamo immaginati; non se la guardi quando scherza con Jake. 
-Finitela, bambini che non siete altro- ridacchia Amalia, sedendosi sulla panca davanti a loro. A Charlene le si illuminano gli occhi, poi fulmina con lo sguardo Jake senza motivo e torna a guardare la nostra amica. 
-Scarlett?- chiede subito, notando l'assenza della bomba ad orologeria logorroica che è Scar.
Amalia sbuffa, contraendo il viso in una smorfia. Abbozzo un sorriso divertito. 
Scarlett è con Ethan. 
Charlene stringe le labbra, però non commenta e torna a scrivere tranquillamente. 
E' preoccupata per Scarlett. Perchè Ethan è un coglione che non sa come comportarsi da fidanzato e combina casini, mentre la ragazza è troppo esuberante e esagera. Non ho idea di cosa stiano combinando, ma due come loro o si tengono per tutta la vita o si lasciano dopo un mese. 
Lo so persino io, e con questo ho detto tutto. 
Le squilla improvvisamente il cellulare, la vedo corrugare le sopracciglia e lanciare a me e mio fratello un'occhiata stranita, poi accetta la telefonata, portando all'orecchio. 
-Ehi Cristine- corrugo le sopracciglia, e lo stesso fa mio fratello.
Perchè mia madre ha chiamato lei? 
Afferro il mio cellulare, trovando 7 chiamate perse; dalla faccia di Jake, che ha osservato come me il telefono, capisco che pure lui non ha visto ne sentito le chiamate di nostra madre. 
-Sì, sì, i tuoi figli sono dei coglioni, concordo- esclama Darling divertita, lanciandoci un'occhiata -A che ora?- domanda, tornando a utilizzare il computer senza degnarci della minima attenzione, mentre la mia è completamente rivolta a lei -Mio zio è tornato?- il suo tono è stupito. 
Io e Jake ci lanciamo un'occhiata, completamente consapevoli di chi sia suo zio. Cazzo, Tony Jenkins è una fottuta leggenda nel mondo del football. Ancora non mi spiego come quel coglione del fratello non abbia mai sfoggiato quella carta. 
-Mio zio è fatto così- continua Charlene in tono annoiato -Appare all'improvviso e poi sparisce per mesi, non preoccuparti- fa un sorriso dolce -Sarà contentissimo, fidati di me, ti adora- lei allontana divertita Jake, che si è sporto verso di lei per ascoltare la conversazione, poi fa una smorfia irritata, arricciando le labbra -Quella ha un palo in culo, non capisco perchè la porti a casa nostra. Non la sopporto- lancia un'occhiata di avvertimento a mio fratello, intimandogli silenziosamente di non infastidirla -Beh, se mi impegno è fuori casa dopo cinque minuti, non preoccuparti Cri- esclama tutta contenta -Si, si, tranquilla, sono tutti abituati al mio lato stronzo, non è una novita. Ci sentiamo dopo- 
-Non ho capito nulla di quello che hai detto- dice subito Jake, guadagnandosi un'occhiata di fuoco. 
-Se avessi risposto alle chiamate di Cristine sapresti tutto- ribatte acida, poi guarda male anche me -Avevi un'ora buca e ti ha fatto sette chiamate, sei proprio un coglione!- alzo gli occhi al cielo, facendo un vago sorriso divertito. 
-Dimmi qualcosa che non so- ricevo un'altra occhiataccia.
-Oggi arriva in città mio zio- borbotta -Siamo invitati a cena da qualche parte con loro  - 
-Quindi è proprio ufficiale- esclama un mio compagno di squadra -Siete davvero... imparentati- commenta scettico, osservandoci.
Charlene corruga le sopracciglia, studiandolo per un attimo, riducendo le labbra in una linea sottile. 
Capisco la sua reazione: la sua vita privata gli è cara, se deve dire qualcosa su di essa deve scegliere di farlo, e di certo odia le domande. 
Poi scrolla le spalle, indifferente. 
-I nostri genitori stanno assieme- spiega semplicemente, continuando a osservarlo. 
Serro la mascella, irritato. 
Perchè cazzo lo sta guardando in questo modo? Perchè cazzo lo sta guardando?
Poi, come se avesse capito qualcosa, sorride.
-Sei il ragazzo col numero 73- inclina la testa, appoggiando la guancia alla mano, sempre con il sorriso stampato sulle labbra -Ti ho notato, ed è parecchio difficile attirare la mia attenzione- ammicca verso il mio compagno di squadra.
Non mi piace per niente, cazzo. Non mi piace quello che ha detto. 
Lo ha notato.
Sento montare il fastidio nel sangue, bruscamente, investito dai suoi occhi che si posano su qualcun altro. Non mi piace, cazzo, non mi piace.
Per cui mi ritrovo a fulminarla con lo sguardo, ad avvertirla silenziosamente. 
Non si deve giocare col fuoco, Darling, non te lo hanno detto? 
Ma a lei piace. Il fuoco le piace dannatamente tanto. Non starebbe con me, in caso contrario. 
La campanella suona, il suo sorriso si fa furbo, poi scrolla le spalle e come se nulla fosse ritira le sue cose. Tutti seguono il suo esempio, tranne me. Resto a guardarla, e lei se ne accorge subito, infatti si gira verso di me, sorridendomi. 
E mi spiazza completamente, perchè il suo è un sorriso dolce. 
Continuo a guardarla senza mostrare emozioni, perchè ne sto provando così tante che non so cosa vedrebbe, e sinceramente non so se voglio scoprirle, capirle. Non voglio dare un nome a nulla, in questo momento. 
Sarebbe tutto molto più semplice se mi detestasse. Sarebbe davvero così semplice... 
Ma Charlene non mi detesta, come io non la odio. 
Dovrebbe, ovviamente, e dovrei anche io, certo, però proprio non ci riesco: non quando mi sorride così, non quando vedo la luce nei suoi occhi mentre ride. 
Con me, lei, non ride spesso: non sono Jake, preferisco decisamente il silenzio alle battute; a dire il vero preferisco il silenzio quasi a tutto. 
Ma ogni tanto lei ride anche con me, e la sua risata mi entra dentro, marchiandomi in modo indelebile. 
Si può catturare l'attimo di una risata? L'attimo della sua risata?
Inclino la testa, studiandola, mentre sulle mie labbra appare l'ombra di un sorrisetto. 
Ormai, nel nostro tavolo, non c'è più nessuno. 
-Quindi l'hai notato, eh?- chiedo tagliente, ancora infastidito. 
Il suo sorriso dolce non vacilla, anzi, si allarga lievemente. E, per un attimo, vacillo. 
Sono preparato alla Charlene stronza, incazzata, quella decisamente seducente, quella contenta, anche a quella che mi parla di suo fratello. Ma alla Charlene dolce? 
La Charlene dolce ti toglie il fiato e le certezze. La Charlene dolce mi fa scordare tutta la merda della mia vita. La Charlene dolce mi fa sentire di essere degno di qualcosa che non sia solo odio. 
-Tanto tempo fa', Damian- spiega calma lei, distraendomi dai miei pensieri -Ultimamente, però, noto solo te- mormora dolcemente, sempre con il suo sorriso. 
Faccio un sospiro frustrato, passandomi velocemente una mano in faccia.
Nota solo me. 
-Mi stai incasinando il cervello, Darling- borbotto, alzandomi dalla panca del tavolo. Lei sorride con aria contenta e mi aspetta per andare a lezione di letteratura. 
Non sopporto che stia così lontana, e decisamente me ne fotto di quello che pensa la gente quando l'attiro verso di me, mettendole poi un braccio attorno al collo. 
Quando il suo profumo invade le mie narici, mi sento già meglio, considerando che è tutta la mattina che non l'ho vista, per colpa delle lezioni e anche per colpa del mio adorato fratellino, che a quanto pare doveva chiederle pareri sulla cugina di Robinson. 
Charlene accetta di buon grado la mia vicinanza, appoggiando la testa sulla mia spalla. 
Odio il contatto fisico non necessario, lo detesto con tutta l'anima. Eppure con Charlene non mi faccio nessun dannatissimo problema. 
Mi sta incasinando il cervello, cazzo. 
Stiamo in silenzio, sta bene a lei e sta benissimo a me. 
Le parole sono importanti, distruggono o costruiscono. 
A volte, però, le parole non possono esprimere ogni cosa.
Perchè i silenzi sono necessari: allontanano... o uniscono.
Entriamo in classe poco prima della seconda campanella che segna l'inizio delle lezioni, senza dare importanza agli sguardi che ci lanciano ci sistemiamo in un banco, e poco dopo inizia la lezione, nella quale la professoressa spiega un nuovo argomento. 
Acciuffo una mano di Charlene e la sotterro sotto le mie braccia, appoggiandoci la testa per chiudere gli occhi. 
Sono dannatamente stanco, dormo male da giorni e gli unici momenti in cui sento di riposare bene è quando Darling mi sta vicino. 
Sono fottuto, me ne rendo conto, e ne sono pienamente consapevole quando lei inizia ad accarezzarmi i capelli, facendomi rilassare. 
Completamente fottuto

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now