Capitolo 27.

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Pov's Damian
Charlene continua a stupirmi, il che è abbastanza nuovo per me: non mi lascio impressionare tanto facilmente. Pensavo si rifiutasse di mettere la mia maglia, invece è entrata in cucina ed era decisamente più sexy del previsto. 
Darle la mia maglia è stata una mossa... azzardata
Lei, ad ogni modo, non mi calcola minimamente mentre aiuta mia madre ad apparecchiare, parlando del più e del meno. La cosa mi fa ghignare divertito: mi sta ignorando, e ovviamente non ci riuscirà per molto. Il fatto che lei non mi dia tanta importanza rende la situazione ancora più eccitante: non avevo mai dovuto "guadagnarmi" le attenzioni di una ragazza, è una cosa del tutto nuova che rende tutta questa situazione ancora più intrigante.
I miei fratelli tornano in cucina. Jake corruga le sopracciglia quando vede che indossa Charlene e immediatamente punta lo sguardo su di me, chiedendomi silenziosamente spiegazioni. 
Che non ho. Non ho spiegazioni per giustificare il mio gesto, dovrei trovare un motivo, ma al momento preferisco rimandare. O non farlo del tutto. Non sempre c'è un motivo per le nostre azioni. 
Per cui ignoro mio fratello e mi concentro su di lei, che scoppia a ridere, gettando leggermente la testa all'indietro, per una cosa che le ha detto Tyler. Abbozzo un sorriso sghembo, inclinando la testa mentre la osservo. 
Poi mi rendo conto di una cosa: le scatterei una foto, in questo preciso momento.
Perché Charlene è bella. 
Irritante, sexy, intrigante. Ma è più di tutto bella. 
Non ci avevo mai fatto caso, in precedenza, quando la vedevo costantemente appiccicata al fratello: vedevo sempre quanto mi stava sul cazzo. Era, e lo è ancora sotto un certo punto di vista, una stronza di prima categoria che si crede superiore a tutti, ma devo ammettere che ormai non è solo questo.
-Jake aiuta Charlene- ordina mia madre, lanciando un'occhiataccia a mio fratello, che sbuffa annoiato e alza gli occhi al cielo, ma si avvicina a Charlene e la aiuta ad apparecchiare la tavola. Le dice qualcosa all'orecchio e lei ride di nuovo, dandogli poi un bacio sulla guancia. Faccio una smorfia, irritato, ma non commento l'atteggiamento di Jacob. 
Sembra il suo dannato cane da guardia, le sta fisso appiccicato ed è diventato fastidiosamente protettivo: ha paura che possa rompergli la bambolina; mi dice costantemente di non azzardarmi a ferirla e bla bla bla.
Fottutamente irritante, ecco com'è diventato mio fratello. 
Non sto illudendo nessuno, Charlene è più che consenziente quando mi bacia e in ogni caso faccio il cazzo che mi pare, non è di certo Jacob a mettermi dei paletti. 
-Jaky stai incasinando tutto!- si lamenta Charlene, spingendo via mio fratello, che sorride divertito e continua a disordinare la tavola, mentre lei prende a strillare.
Jaky. Che nomignolo stupido. 
Socchiudo gli occhi, guardandoli irritato mentre si mettono a scherzare. 
Non possono semplicemente apparecchiare la tavola e stare zitti?
La osservo ancora e inizio a chiedermi se si comportasse così anche con il fratello. E mi chiedo anche se Thompson fosse leggermente diverso dal grande stronzo patetico che conoscevo, mi chiedo se con lei fosse diverso. Perché di sicuro Charlene ha un buonissimo effetto su mio fratello, se ignoriamo quanto sia diventato irritante. Lui le vuole bene, lo capisco da come si preoccupa per lei, da come le sta vicino, da come la guarda. Le vuole davvero tanto bene, sentimento che presumibilmente è ricambiato.
Spero soltanto per lei che non lo stia prendendo per il culo. 
-Non fate i bambini, su'- mia madre mette fine alla discussione fra i due, con fare divertito, mentre sistema il cibo in tavola -Tutti seduti-
Ci sistemiamo a tavola e ben presto tutti avviano una discussione, tutti tranne me. Proprio non ci riesco, a fare la finta famigliola felice. Non quando la nostra, di famiglia, è andata distrutta. Non quando non lo siamo, una famiglia
Guardo mia madre, guardo il suo sorriso dolce mentre guarda Charlene, Tyler e Jake parlare assieme, e mi ricordo di quando il suo volto era ricoperto di lacrime e il suo corpo tumefatto. 
L'ho odiata, perché nonostante mio padre fosse un bastardo violento non riusciva a lasciarlo andare, e ci costringeva a sentire le sue urla di dolore, le urla di disprezzo di mio padre, e ci costringeva a vederla in quelle condizioni. 
L'ho odiata. E questo è uno sbaglio che mai, mai, mai le perdonerò
Perchè anche se lei non lo sa, la conseguenza del suo amore malato è ricaduta anche su di me: mi spegneva le sigarette addosso, quello schifoso, poi rideva, rideva come un fottuto pazzo mentre io urlavo disperato. 
Poi non ho più urlato, e lui si incazzava ancora di più. Mi faceva ancora più male. 
Stavo zitto, sperando, ma la mamma non riusciva a lasciarlo, assorbita completamente dalla depressione e dal dolore.Solo quando è andato in carcere ce ne siamo sbarazzati, e lei ha cambiato vita. 
Noi non siamo una famiglia, non lo siamo mai stati
Il mio sguardo cade nuovamente su Charlene. Lei sta ascoltando attentamente Tyler, che le sta raccontando di come non ha fatto i compiti, gli sorride dolcemente e mio fratellino ha la sua completa attenzione. 
Suo padre, a quanto so, non c'è mai stato per lei e suo fratello, e con la madre ha un pessimo rapporto.
Charlene e Christopher Thompson non hanno avuto mai nessuno se non loro stessi. Questo devo riconoscerlo. 
Il mio sguardo cade sulla catenella che porta al collo, quella che ho sempre visto appesa al collo del fratello: ci passa le dita sopra quando è nervosa, e lo fa molto spesso a dire il vero. 
Charlene allunga la mano per scompigliare i capelli a Tyler, ridendo, e i miei occhi finiscono sul suo tatuaggio nel polso, il numero di suo fratello: 22. Dovevano essere profondamente legati per arrivare a fare un gesto del genere. Ora che mi vengono in mente i suoi tatuaggi, non mi sono mai concentrato sulla scritta che ha lungo tutta la spina dorsale: non ho idea di cosa ci sia scritto, e lei non ne ha mai accennato. 
La guardo attentamente, cercando di scoprire il suo segreto; cercando di capire come mai lei possa. 
Perchè se di una cosa sono certo, è che Charlene Thomspon può toccarmi
Odio quando la gente mi tocca, e mai nessuno mi ha toccato la schiena, ma lei ci è riuscita. Non mi ha dato fastidio, non mi ha fatto incazzare. Mi ha toccato e mi è andato dannatamente bene. 
Ma cazzo, no. Nessuno deve toccarmi. Nessuno può. 
Ma Charlene ci è riuscita. 
Darling mi può toccare
Una volta finito di mangiare aiuto mia madre a sparecchiare, senza emettere una sola parola. Lei non cerca di avviare una conversazione, conoscendo come sono diventato. Evitiamo il più possibile i contatti, semplicemente teniamo rapporti civili ed evitiamo di scatenare liti inutili che non farebbero bene a nessuno. 
-L'accompagno io- dico duramente, intromettendomi nella conversazione fra mia madre, mio fratello e Charlene, mi rivolgo poi a quest'ultima, guardandola freddamente -Muoviti, ti accompagno io a casa- lei fa una smorfia, fulminandomi con lo sguardo. 
-E perchè dovresti accompagnarla tu?- chiede irritato Jake, lanciandomi un'occhiataccia. 
Serro la mascella, cercando di evitare di dare un pugno a mio fratello. 
Non si deve intromettere in quello che faccio con Charlene, come io non mi intrometto in quello che lui fa con lei. 
-Ho detto che l'accompagno io, Jacob- ringhio in tono di avvertimento, Jacob fa un passo avanti, pronto a ribattere, ma la voce di Charlene lo ferma. 
-Va bene, Jake, non c'è problema. Sono stanca, voglio andare a casa subito- si mette in mezzo a noi, mi scocca un'altra occhiata di fuoco, poi sorride dolcemente a mio fratello -Ci vediamo domani- gli da un bacio sulla guancia e mio fratello la abbraccia, non distogliendo lo sguardo da me. 
-Muoviti- ringhio rabbioso, sorpassandoli con una spallata.
-Damian!- strilla una vocina dietro di me, facendomi fermare nel vialetto di casa -Il cellulare!- urla Tyler, correndo verso di me con il mio cellulare in mano. 
Lo guardo per un secondo mentre mi porge il telefono, poi emetto un bel sospiro e gli faccio un debole sorriso.
Il mio fratellino, nonostante tutto.
-Grazie mocciosetto- mormoro scompigliandogli i capelli, lui sorride di rimando e fa un passo indietro, poi un'altro ancora. 
-'Notte, fratellone- poi si gira e scappa via, tornando dentro casa. 
"Grazie mocciosetto"
"Notte fratellone"
Mi volto di nuovo, andando verso la moto. Prendo il casco di riserva per Charlene.
Deve. Muoversi.
-Sei uno stronzo!- mi aggredisce immediatamente camminando velocemente verso di me, nel vialetto. Faccio una smorfia infastidita e lei mi fulmina con lo sguardo -Non fare quella faccia con me, Damian Scott! Sei un fottuto stronzo- sbraita. 
-Hai finito?- chiedo annoiato, inclinando la testa per osservarla -Anche se forse non mi dispiace più di tanto: diventi davvero sexy quando ti incazzi, sopratutto con la mia maglia addosso- la provoco con un ghigno, lei trattiene visibilmente il fiato e diventa rossa come un peperone.
-Grandissimo, grandissimo stronzo- borbotta stringendo le labbra in una linea sottile, poi fa un passo avanti e mi straccia il casco dalle mani -Sei un grandissimo stronzo!- 
-Tra simili ci si riconosce- ribatto con un sorrisetto divertito, la sua occhiata di fuoco si posa di nuovo su di me e io confermo la mia opinione: diventa davvero sexy quando si arrabbia. 
Se fosse stata un'altra ragazza probabilmente avrei già cercato di portarmela a letto, ma lei è Charlene Thompson, e di certo non mi priverei mai della soddisfazione che sia lei a volerlo. Il che non accadrà in un futuro tanto lontano: finirà presto nel mio letto. 
-L'hai detto tu: muoviti- ringhia irritata, sedendosi poi sulla moto. Ghigno divertito e mi metto il casco, successivamente la imito e anche io mi siedo davanti a lei, che immediatamente si irrigidisce. 
-Ti conviene tenerti, Darling- 
-Vaffanculo-  
Benissimo, Thompson. Non tenerti, rendi solo tutto più divertente.
Parto decisamente più veloce del normale, lei tira un urlo acuto direttamente nel mio orecchio e, colta di sorpresa, si aggrappa a me, con le mani nel mio addome e il suo petto appiccicato alla mia schiena. Ecco, ci voleva tanto?
-Vaffanculo- urla di nuovo, dandomi una manata. Ghigno divertito e cambio una marcia, poi aumento leggermente di velocità. Strilla di nuovo e si aggrappa ancora più forte, appoggiando la fronte al centro della mia schiena -Sei uno stronzo!- la sento strillare, cosa che mi fa sorridere divertito. 
Mentre guido per le strade incasinate di Miami faccio un smorfia, irritato da me stesso, perchè sono consapevole di cosa voglio, o cosa non voglio, per essere più precisi: non voglio che lei vada a casa così presto.
Ho proprio voglia di fumarmi una sigaretta. 
Non si arrabbierà di sicuro se facciamo una piccola deviazione.
Beh, credo di aver sbagliato. Ho decisamente sbagliato
Mi sta urlando contro da mezz'ora, da quando mi sono fermato in questo parchetto sperduto. Mi porto la sigaretta alle labbra, aspirando il fumo nei polmoni. Fumo raramente, solo quando sono stressato. E in questo periodo, beh, in questo periodo lo sono di sicuro, sopratutto a causa della ragazza che in questo momento mi sta insultando. 
Voglio baciarla.
-Smettila di fare quell'espressione da coglione! Portami a casa!- sbuffo annoiato, osservandola mentre sono appoggiato alla moto. 
-Sei estremamente irritante, Darling- dico senza tanto interesse, continuando a fumare lentamente.
-So essere anche esasperante- sibila acida, fulminandomi con lo sguardo -Portami immediatamente a casa, Damian!- 
-Sto fumando- 
-Stai fumando- ripete lentamente, trucidandomi con i suoi occhi -STAI FUMANDO!- sbraita incredula, avvicinandosi a grandi passi a me -TU STAI FUMANDO!? ME NE SBATTO!- mi prende la sigaretta, lanciandola lontano -Portami a casa, ora!- incrocia le braccia irritata, e questo gesto le evidenzia, con mio grande entusiasmo e apprezzamento, il seno. 
Abbozzo un sorrisetto divertito.
Voglio baciarla.
-Dammi un bacio- dico piano, inclinando la testa. Lei si irrigidisce visibilmente e fa un passo indietro, portando la mano sulla targhetta in metallo del fratello. 
-Scordatelo- sbotta nervosa -Ti comporti di merda per giorni e mi chiedi di baciarti. Sei incoerente. Non so come sei abituato, ma con me non funziona così- borbotta, passandosi le dita fra le ciocche dei capelli, guardandosi attorno inquieta.
 Sorrido divertito. Darling è agitata.
E io voglio baciarla. 
-Sono uno stronzo, lo hai detto tu- spiego semplicemente -E lo sapevi dall'inizio, Charlene- osservo, continuando a guardarla. 
Non riesco a smettere. Non riesco a smettere di guardarla.
Charlene Thompson è bella. Da guardare. Da scoprire. Da baciare. 
E io voglio il mio bacio
Poi mi guarda. Mi guarda come se volesse capirmi. 
Ma non può. Non deve. E non ci riuscirà.
Non posso permetterglielo, permettermelo. 
-Un bacio- dico di nuovo, appoggiando le mani sulle ginocchia, inclinandomi leggermente in avanti. Charlene chiude gli occhi per un attimo, deglutendo mentre stringe forte la medaglietta.
Andiamo, Darling. 
Lascia andare la medaglietta, e riapre gli occhi, puntandoli su di me. 
-Un bacio- mormora in un sussurro che riesco comunque a sentire. Alzo un angolo della bocca.
-Un bacio- ripeto con voce roca, fissando le sue labbra. 
Charlene mi guarda soltanto, non si muove. 
Fanculo. Voglio baciarla. 
Ho bisogno di baciarla. 
Riporto in fretta gli occhi dentro i suoi, e qualcosa scatta. Poi lei viene verso di me, velocemente, e in un attimo la sua bocca è contro la mia, le sue mani fra i miei capelli. 
Elettricità, è quella che mi scorre nelle vene. Pura e stratosferica elettricità. 
Cazzo.
L'attiro a me con uno strattone, ancora più vicino di quanto già non fosse, mentre la bacio in modo quasi famelico. Le tocco il corpo come se stessi esplorando un nuovo mondo, poi le mie mani finiscono sotto la sua maglietta, toccando la sua schiena, la sua pelle. I miei polpastrelli formicolano mentre la mia lucidità va a puttane e i miei polmoni incominciano a bruciare, in cerca d'aria.
Cazzo, voglio solo baciarla
Mi strattona i capelli, la mia testa scatta all'indietro mentre le nostre bocche si separano. Entrambi abbiamo il fiatone. 
-Sei...- boccheggia, guardandomi negli occhi -Sei uno stronzo- mormora col respiro spezzato. 
-Mmm- non mi preoccupo nemmeno di smentirla e ritorno a baciarla, lei non oppone resistenza ma anzi, mi circonda il collo con le braccia. 
Cristo, mi farà impazzire.
Poso le mani sul retro delle sue cosce, costringendola a sedersi a cavalcioni sulle mie gambe, poi la immobilizzo su di me mettendole i palmi sul culo, premendola ancora più vicino. Grugnisco di piacere mentre sento il suo corpo completamente appiccicato al mio, e geme anche lei contro le mie labbra. 
-Damian- ansima, rischiando di farmi perdere totalmente il controllo. Con una mano le strattono i capelli all'indietro, scendendo poi con le labbra lungo il suo collo. Sento il suo cuore battere all'impazzata contro il mio petto e il suo respiro è totalmente irregolare. 
E io mi sto eccitando, dannazione, mi sto eccitando troppo. 
Ma non posso permettermelo. Non posso permettermi questo. 
-Dobbiamo andare- ringhio frustrato, allontanandola da me senza farla cadere. Lei mi guarda per un attimo, destabilizzata, e io distolgo lo sguardo, mentre sento la rabbia montare dentro di me. 
Dannazione, non posso. Non posso, cazzo
-Metti il casco- ordino scontroso, infilando il mio. Sento che mi fissa e mi costringo, mi costringo a non girarmi verso di lei. E posso sentirlo, il suo sguardo cambiare: diventa ferito, poi rabbioso. Rabbia verso di me, che proviamo entrambi. Sono un fottuto casino che distrugge tutto. 
Un bacio, dannazione. Doveva essere solo un fottuto bacio.

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now