Capitolo 42.

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Jake spinge svogliatamente il carrello mentre io metto al suo interno tutte le pietanze che Cristine ci ha detto di comprare per il pranzo.
-E dimmi: com'è tua zia?- chiedo curiosa mentre camminiamo nei vari reparti. 
Oggi dobbiamo conoscere la sorella di Cristine, venuta in visita come ogni anno. Jake abbozza un sorrisetto, mettendo il pane nel carrello. 
-Non credo che le piacerai- annuncia tranquillo, tornando a spingere il carrello, e, alla vista del mio viso corrucciato, si spiega -Beh, io e Damian di certo non parlavamo amorevolmente di tuo fratello, raggio di sole- mi sorride a mo' di scuse -E tu finivi sui giornali un giorno sì e l'altro pure per i casini che combinavi con Christopher. Mia zia ha letto qualcosa e si è fatta una cattiva idea di te- taglia corto, facendo spallucce -Dobbiamo prendere le bibite- mi avverte poi, svoltando in un'altra corsia.
Vorrei dire che mi importi qualcosa dell'opinione della sorella di Cristine, ma in realtà non me ne frega nulla. A dire il vero il fatto di stare antipatica praticamente a tutti mi evita un sacco di scocciature: sai che noia dover far finta di non odiare quasi tutta la razza umana? Così, se non rientri nella parte di popolazione che mi sta simpatica, posso tranquillamente ignorarti senza aver automaticamente decretato la tua antipatia nei miei confronti, perchè quella già esisteva. Beh, non che mi sarei fatta problemi in ogni caso, ma così è più semplice. 
Afferro un pacchetto di nachos e lo lancio nel carrello, prima di andare a prendere gli ingredienti per fare la salsa piccante e la salsa guacamole: io e Jake avevamo fame e abbiamo trovato la ricetta di entrambe su internet, visto che nel frigo di Cristine non c'era nessun ingrediente presente nella lista siamo per forza dovuti venire al supermercato, così Cristine ne ha approfittato per farci comprare alcune cose che le mancavano in casa. 
-Secondo me criticherà anche il tuo vestito- mi informa poi Jake, prendendo delle verdure per la madre. 
-Che diamine ha il mio vestito che non va?- chiedo stranita, guardando il mio riflesso semi-trasparente nel vetro del banco-frigo. 
Indosso un abito leggero a fiori, verde, con una piccola cintura in vita: niente di più, niente di meno.
-Sembra molto "brava ragazza"- mi osserva da capo a piedi, ammiccando -E tu non lo sei, raggio di luce- cantilena divertito, prima di scomparire nel reparto dolciumi. 
Alzo gli occhi al cielo e lo seguo, aggiungendo alle caramelle di Tyler una barretta di cioccolato bianco, il mio preferito. Ovviamente, Jake ha da lamentarsi anche su questo, e lo fa per tutto il viaggio di rientro, sostenendo che il cioccolato fondente sia molto meglio di quello bianco. Faccio di tutto per trattenermi dal rinchiuderlo nello sgabuzzino di casa di Cristine appena torniamo. 
Una volta aver preparato il nostro spuntino, io mi siedo sul divano e mangio i nachos con la salsa piccante, osservando divertita Jacob e Tyler lottare fra loro per il telecomando. 
-Stupido bamboccio..-
-Non chiamare tuo fratello stupido, Jacob Scott!- strilla Cristine dalla cucina, indaffarata a preparare il pranzo assieme a mio padre. 
-Non chiamarmi stupido, stupido- ribatte stizzito Tyler, dando una gomitata a Jacob per liberarsi dalla sua presa. 
-Mamma!- tuona Jake, placcando a terra il fratellino, che prende a urlare -MAMMA, TYLER MI HA CHIAMATO STUPIDO!- urla anche lui, sovrastando la voce di Tyler; quest'ultimo si contorce sotto di lui, cercando di dargli altre gomitate, mentre il maggiore cerca di strappargli di mano il telecomando.
Sorrido divertita, inclinando la testa, mentre li osservo lottare: Jake si sta sforzando di far pesare il meno possibile questa situazione disastrosa su Tyler. 
Stiamo tutti passando un periodo non facile: Cristine è preoccupata per i figli e la notizia della scarcerazione del suo ex marito non è affatto piacevole per nessuno. Papà mi ha detto che ha incubi notturni, ma mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno, visto che lei non vuole far preoccupare nessuno. 
Quando i due fratelli sembrano voler inscenare una lotta di wrestling, Cristine entra a passo di marcia in salotto, con le mani sui fianchi, e in un attimo, con due sbraiti ben piazzati che solo una madre saprebbe fare, spedisce Tyler da una parte della stanza e Jake dall'altra. Entrambi senza telecomando, mettono il muso e incrociano le braccia al petto. 
Quando arriva la sorella di Christine non ho assolutamente alcun dubbio: le sto antipatica al cento per cento. 
E' giovane e molto bella, la classica zia alla mano, simpatica, con cui andare a fare shopping e confidarsi. Quando mi stringe la mano, increspa le labbra in un'espressione disgustata, ma successivamente si sforza di farmi un sorriso falsissimo. 
Durante il pranzo Jake non si sforza minimamente di non sembrare divertito dalle continue frecciatine taglienti che la zia mi manda. Sarebbe anche divertente, visto che tutti mi criticano per le stesse identiche cose e alla lunga posso solo riderci su, se non volessi picchiare il mio adorato fratellastro, per quanto mi fa' innervosire con quel suo ghigno irritante.  
-Sei identica a tuo fratello, sai?- se ne esce ad un certo punto, facendo gelare l'aria tutt'attorno al tavolo -Due gocce d'acqua- dal suo tono capisco che nemmeno Christopher le stava simpatico.
Beh, non che mi sorprenda, ovviamente. Quando mai io e Chris abbiamo cercato di stare simpatici a chicchessia?
-Lo prendo come un complimento- sorrido tagliente. 
-Immagino- ribatte gelida, sorridendo di rimando: le, ovviamente, non voleva farmi un complimento. Cristine si affretta a cambiare argomento, avvertendo il pericolo al quale la conversazione potrebbe portare. 
Una volta finito il pranzo io e Jake ci dileguiamo nella sua vecchia camera, così inizio a curiosare mentre lui si butta sul letto. 
-Carina- commento sarcastica, guardando il poter di una donna in bikini appeso dentro l'anta dell'armadio. 
-Quindici anni- risponde a mo' di spiegazione, senza distogliere lo sguardo dal cellulare.
Osservo i vestiti appesi, quelli rimasti qui:spalanco la bocca quando noto la felpa della South. 
-Io mi ricordo del periodo in cui la usavi!- strillo, voltandomi verso di lui con la felpa fra le mani. Jake alza gli occhi su di me, con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. 
-Quindi mi avevi notato!- ammicca, e io in tutta risposta gli lancio la felpa in faccia. 
-In quel periodo eri un arrogante del cavolo, Jacob Scott!- lo accuso, divertita -Eri insopportabile- 
-Ma ti guardavi allo specchio?- chiede ridendo -Eri una perfettina viziata con la puzza sotto al naso!- mi lancia di rimando la felpa, che prendo al volo -Non che tu sia cambiata, comunque- aggiunge divertito, poi si gira a pancia in giù e, con un grande sbadiglio, butta la faccia contro il cuscino -Ma non avevi sonno?- biascica assonnato, contro il tessuto. Sorrido divertita, scuotendo la testa. 
-Un riposino di mezz'ora, Jake- lo avverto, coricandomi accanto a lui -Poi dobbiamo uscire- 
-Sì, sì- borbotta disinteressato -Hai ragione. Stai sicura che mi sveglio, dopo essermi addormentato mezz'ora- commenta sarcastico, mettendo un braccio sotto il cuscino -Buona notte, raggio di sole- 
Osservo attentamente Jake cercare di dormire.
Dovrei dirgli della foto che mi sta tormentando negli ultimi giorni? Dovrei parlargli della foto che ritrae vari momenti di mio fratello e sua sorella? 
Jake che ha sofferto, anche se cerca di dimenticare. Jake che sta soffrendo, anche se non lo mostra.
Jake, a cui voglio un bene dell'anima. Jake, che merita di sapere la verità.
-Jaky?- 
-Dimmi-
Jake, che però non merita altro dolore. Jake che è casa.
-Ti voglio bene- 
Poi stiamo in silenzio. Lui mi osserva, ma non è felice. 
-Dimmi qualcosa che ti resterà di me- 
Malinconia è quella che sento nella sua voce e nell'aria. 
-Mi hai ridato un fratello- 
-Mi hai insegnato a "guardare oltre"-  dice lui
-Sta arrivando il momento in cui dovrò farlo, vero?- chiedo tranquilla, con la dura consapevolezza di ricevere una risposta affermativa -Sta arrivando quel momento in cui io dovrò "guardare oltre" i vostri comportamenti- appena queste parole lasciano le mie labbra, so di dire il vero. E non mi fa bene, non mi fa piacere
-Lo farai?- chiede Jake, con la mia stessa tranquillità. 
Come se stessimo parlando delle nuvole.
Che poi, come se parlare delle nuvole fosse qualcosa da nulla. 
Di tutte le cose che sappiamo di esse, ci siamo sempre scordati il dettaglio più importante: le nuvole sono giuste. 
Oscurano il sole, solo per mostrarci che, nonostante tutto, dopo giorni, lui è ancora lì, e mai se n'è andato. Ci donano la pioggia, che distrugge, ma che disseta. Ci donano i lampi e i tuoni, per ricordarci che tutto vive, che muore, e che soffre. Ci donano l'arcobaleno, per dirci di trovare i colori anche dopo le lacrime versate. E le nuvole si colorano: di nero, rosso, arancione, grigio, viola, bianco e giallo, perchè niente resta immutato e tutto si evolve, cambia. 
Poi, ogni tanto, fra le nuvole vediamo i raggi di luce, e sappiamo che i nostri cari ci stanno proteggendo da là su. 
Io so che Chris mi sta proteggendo da là su.
-Ne varrà la pena?- chiedo, giocherellando con la medaglietta di Chris. 
Combatti.
E per "guardare oltre", io devo combattere. 
-Non lo so- 
Vorrei dire che non mi spaventa, quello che sarà, ma sarebbe una bugia, e vedete... io detesto le bugie. 
Nella mia vita si può avere il controllo di poche cose: quello che nessuno sa', le persone che hanno un debito con te, le tue scelte, e le bugie.
Il problema di queste ultime è la conseguenza: il caos, ciò che non controlli. 
Mi terrorizza, capite? 
Io ho perso tutto quasi un anno fa', ho perso la mia famiglia, mio fratello. Mi ha lasciato nel caos più totale, e questo mi ha quasi ucciso, soffocandomi violentemente fino a non lasciarmi fiato.
Alle bugie, preferisco la verità. Anche questa ha delle conseguenze, ma è diverso: non puoi fermarle, o cambiarle, perchè fanno parte della vita, che puoi solo e soltanto affrontare. 
La vita si ferma una sola volta, poi non si può tornare indietro, non puoi pentirti di nulla, non puoi rimpiangere, per cui devi vivere al massimo, sempre, nel bene e nel mare. 
Siamo strani mentre andiamo al parco, dove abbiamo appuntamento con gli altri. Lo guardo camminare accanto a me: sembra triste
-Andiamo Jaky, togli quel muso- mi lamento, dandogli una spallata giocosa -Non dovremmo farci rovinare la giornata da qualcosa che non è ancora successo, non credi?- cammino di fronte a lui, all'indietro, sorridendogli -Mi prendi sulla schiena?- faccio la faccia da cucciolo, facendogli abbozzare un sorriso divertito, poi si gira di schiena e mi tira su. Mi aggrappo al suo collo, evitando ovviamente di strozzarlo. 
Evita i bambini che giocano sul gigantesco prato, andando verso il punto in cui Ethan, Scarlett, Amalia e la sua ragazza sono già seduti sopra un telo all'ombra degli alberi. 
Xia, la ragazza di Mali, è molto simpatica. L'abbiamo conosciuta un po' di tempo fa', quando finalmente la nostra amica ha deciso di presentarcela: ha gli occhi castani e i capelli decolorati color grigio, davvero molto belli, portati in un taglio a caschetto corto. 
Salutiamo i nostri amici, io mi siedo accanto alle ragazze mentre Ethan e Jake, mettendosi in mezzo al prato, iniziano a giocare a football.
Scarlett sta già studiando sui libri, Amalia sta facendo degli esercizi e Xia sta leggendo, così io prendo l'agenda e una matita, poi prendo il diario pieno di foto e ricordi che mi ha regalato Chris e inizio a scrivere qualcosa. 
-Com'è andata con Margaret?- mi chiede Amalia, alzando il viso dal quaderno. 
-Le sto antipatica- dico semplicemente, facendo spallucce -Non mi aspettavo il contrario, in realtà- 
-Con noi è sempre stata gentilissima- osserva Scarlett, guardandomi anche lei -Ci adora- 
-Voi eravate le migliori amiche di sua nipote. Io invece sono solo la sorellina viziata del ragazzo che stava antipatico a Damian e Jake. Inoltre avrà letto i giornalini di gossip- 
-Non ti da fastidio?- chiede Xia in tono stupito -Cioè... tutti questi pregiudizi, tutte queste persone che ti criticano. Come fai a fregartene?-
-Ti criticheranno in ogni caso, tanto vale che tu faccia quello che vuoi. Poi, beh, non mi sono impegnata per sembrare simpatica, a dirtela tutta, e la maggior parte delle volto sono davvero la stronza snob che dipingono- ammetto con un certo disagio -Anche se in realtà non sono mai io a iniziare gli scontri, se non è necessario- osservo
-Ma non sei snob- ribatte Xia -Perchè lo fai credere? Perchè fai credere di essere una persona diversa da quel che sei?- 
-Con il mio atteggiamento metto un muro, per così dire: tutti sanno che non devono crearmi problemi, se non ne vogliono a loro volta, perchè io posso permettermi di finire in copertina, gli altri no. Se tu te ne stai buono, io sono tranquilla il doppio di te; se vuoi farmi la guerra, io non la perdo-
-E tuo fratello?- chiede curiosa -Scusa, magari sono inopportuna, non rispondere- aggiunge subito dopo, imbarazzata. 
-Ma figurati- le sorrido tranquilla -Chris era molto più energetico di me, a lui piaceva creare scompiglio, e solitamente ero io a doverlo mettere in riga, ma nemmeno mio fratello creava problemi alle altre persone. Non ci siamo mai immischiati in nulla, stavamo per i fatti nostri-  
-So che eravate molto legati- mi dice -Anche nelle altre scuole i fratelli Thompson erano conosciuti. Vi ho visto insieme a una festa in spiaggia, ad ogni modo. Eravate davvero carini- 
Le sorrido in risposta. 
-Hai scelto che fare per il tuo compleanno, Scar?- chiedo invece, guardando la mia amica.
-Stavo pensando di festeggiare direttamente alla serata delle lanterne- ribatte lei, mordicchiandosi le labbra -Ci prendiamo qualcosa da bere e mangiamo lì. Non ho voglia di organizzare niente, troppo stress- 
-A proposito della serata delle lanterne- interviene Mali -La Hale ti ha chiesto qualcosa, l'altro giorno, su quella notte, vero?- ha uno strano tono quando dice il suo nome.
-Oh, certo- rispondo, ricordando la domanda di Emily -Ogni anno noi della North compriamo un certo numero di lanterne, che vengono rese disponibili per gli abitanti della città che vengono, e il ricavato va in beneficenza. Io e Chris le abbiamo sempre comprate. E' venuta a chiedermi quante ne pago quest'anno: si occupa di tutto lei, essendo la rappresentante d'istituto-
Visto che Jake si sta avvicinando, Scarlett e Amalia non parlano oltre di Emily, visto com'è messa la situazione fra loro due. 
Parliamo del più e del meno quando Scarlett sembra sbiancare, guardando un punto indefinito dietro me e Jake. 

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now