Capitolo 21.

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Mordicchio la matita ascoltando attentamente la professoressa, che sta esponendo alla classe una poesia di Shakespeare.
-" Come posso riavere la mia pace
se al riposo non faccio mai ritorno,
la diurna oppressione non si tace,
il giorno opprime notte, e notte il giorno,
e, pur se sono regni concorrenti,
per torturarmi i due si danno mano,
l'uno mi affanna, l'altra dà i lamenti,
perché mi affanno e tu sei più lontano?
Tu sei una luce spazzanubi, dico
al giorno pur di farmelo mio amico;
dico alla notte senza stelle e nera
che arrivi tu a far brillar la sera.
Ma il giorno invece allunga il mio dolore,
e ogni notte più forte ho male al cuore."-
Trascrivo velocemente il testo sul quaderno e alzo nuovamente lo sguardo sulla professoressa, che ci scruta attentamente.
-Che ne pensate?-
-È così noioso- sbuffa una cheerleader seduta all'ultimo banco, facendomi fare una smorfia -Ed è deprimente. Non poteva parlare di sesso?- nella classe si difonde una risata generale. La professoressa increspa le labbra, appoggiata alla scrivania.
-Altri?- chiede, osservandoci.
-Questi versi trasmettono una tristezza profonda e radicata- commento a voce alta, con un tono e un atteggaiamento indifferente -Non c'è un minimo di sollievo nella vita di questo uomo, soffre costantemente, giorno e notte. È un dolore incessante-
-Ottimo Charlene- la professoressa mi sorride -Credi che l'uomo protagonista cerchi davvero di alleviare la sua sofferenza, e che sia impossibile farlo come sostiene, o che sia semplicemente un suo blocco mentale a fermarlo?- questa domanda è come uno schiaffo che brucia, ustiona, la mia coscienza.
-Credo che nessuno possa saperlo realmente- rispondo piano, deglutendo -Magari è impossibile alleviare il dolore, magari è un blocco mentale, oppure sono entrambi. Nessuno può saperlo e può permettersi di giudicare. Il dolore altrui è intoccabile, ingiudicabile-
-I medici della mente?-
-I medici della mente aiutano, non giudicano- rispondo giocherellando con la matita -È ben diverso-
-Shakespire scrive:
" Tu sei una luce spazzanubi, dico
al giorno pur di farmelo mio amico;
dico alla notte senza stelle e nera
che arrivi tu a far brillar la sera.
Ma il giorno invece allunga il mio dolore,
e ogni notte più forte ho male al cuore."
Analizza questa parte del testo poetico, per piacere- la mia professoressa mi sorride incoraggiante e io annuisco, un po' incerta.
-Beh... nelle prime quattro strofe il soggetto cerca di adulare, e quindi ingannare, il giorno e la notte- inzio, osservando il testo nel mio quaderno -Credo sia un atteggiamento che molte volte tutti noi assumiamo: mentiamo a noi stessi, fingendo vada tutto bene; ci raccontiamo bugie per ignorare il dolore, per raggirare un problema- ragiono a voce alta -Però nelle ultime due strofe si nota che la situazione rimane immutata, per cui si capisce che quest'atteggiamento non ha effetti positivi, è inutile. Non serve a niente mentire a se stessi: il problema, il dolore, non lo stai affrontando, semplicemente lo stai raggirando, e quando arrverà il momento di guardare in faccia la realtà, quando arriverà il momento in cui dovrai pagare i tuoi debiti, sarà peggio, devastane-
-Benissimo-esclama la professoressa, con fare soddisfatto -La compagna riceverà un giudizio molto positivo oggi, tutti gli altri dovrebbero prendere esempio- lancia un'occhiata generale di rimprovero -Voglio che voi scegliate una poesia e che ne facciate una relazione di 2000, 3000 parole. Fra due lezioni me le consegnerete e io le valuterò-
Segno i compiti in un angolo del quaderno e torno a stare attenta alla lezione, prendo appunti, aggiungendo anche le considerazioni della professoressa, che non sono mai inutili durante l'interrogazione o il compito in classe.
Dopo il suono della campanella fuggo davanti al mio armadietto e prendo i libri per la prossima lezione, mentre cammino in corridoio noto tutti gli sguardi insistenti dei miei compagni, che ovviamente cerco di ignorare: da quando in giro si è sparsa la voce della mia "parentela" con i fratelli Scott sembro essere costantemente sotto i riflettori. Più del normale s'intende.
La seconda campanella suona, mi affretto ad entrare in classe. La lezione passa più lentamente del previsto, forse perchè l'argomeno non mi entusiasma particolarmente e sono comunque costretta a prendere appunti.

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now