Capitolo 10.

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Entro in classe con fare annoiato, sono più stanca del normale, forse perchè oggi è l'ultimo giorno e questa notte ho avuto un incubo che mi ha tolto completamente il sonno. 
La professoressa di storia entra tranquillamente in classe e sorride allegramente, forse fin troppo.
-Interrogazione a sorpresa!- strilla eccitata, battendo le mani, mentre fra noi studenti cala un silenzio glaciale. 
Oh no. 
E chi è che ha come migliore amica la sfiga?
-Thompson, qui all'interrogazione- 
Sotterratemi
Mi alzo dal mio posto con la voglia di vivere pressochè pari a quella di una mummia e raggiungo svogliatamente la cattedra, sedendomi sulla sedia messa lì davanti, per le malcapitate come me. 
-Ha studiato, signorina Thompson?- chiede con superiorità, osservandomi da sopra quegli occhiali a dir poco orribili. 
-Si- biascico senza un minimo di sentimento, evitando di esternare l'astio che provo nei confronti di questa donna. 
Lei mi odia, io la odio. Semplice. 
Fortunatamente ho davvero studiato, la professoressa inizi a pormi domande, inizialmente sono molto generiche e io cerco di spiegare gli argomenti il meglio possibile, nonostante il mio cervello non sia nelle condizioni di fare un bel discorso, riesco anche a rispondere adeguatamente alle domande più velenose che mi porge, cerca di mettermi in difficoltà e, nonostante io ci metta un po' a rispondere, quel che dico è corretto, e quando torno a posto la professoressa sembra davvero soddisfatta. 
Le interrogazioni continuano in modo davvero disastroso, la professoressa sbraita quanto la generazione di oggi sia scansafatiche e da l'ennesima insufficienza. 
La campanella suona e io mi alzo, esco dall'aula e m'incammino verso il mio armadietto per posare i libri, poi esco in giardino per sedermi in uno dei tavoli liberi, ho un'ora buca in cui non farò proprio nulla, sono sfinita. 
-Ehi principessa!- la voce pimpante di Jacob mi fa fermare in mezzo al cortile, mi giro in direzzione della voce e lo vedo in mezzo a tutta la squadra di football della South, stranamente vestio con la divisa, lui si scrolla di dosso una cheerleader, la quale mi fulmina con lo sguardo, saluta i suoi compagni di squadra e viene verso di me camminando con una naturalezza snervante, lo guardo con un sopracciglio alzato, attendendo che faccia la sua sfilata. 
-Che vuoi?- lui alza gli occhi al cielo e mi sorride, mettendomi un braccio intorno alle spalle. 
-Andiamo al bar qui vicino, ci stanno aspettando- dice tranquillmente, io punto i piedi, fulminandolo con lo sguardo. 
-E questo chi l'avrebbe deciso?!- sbotto, incrociando le braccia al petto. 
-Scarlett, vuole informarti di uno scoop importantissimo, e poi ci siamo tutti- fa spallucce, mi prende per un braccio e cammina, io sbuffo e lo seguo, solo per Scarlett -Com'è andata queste prime ore, principessa?- 
-Ho avuto un interrogazione a sorpresa, è andata bene- faccio spallucce, mentre attraversiamo la strada per andare nel bar di fronte al cancello d'entrata delle nostre due scuole. 
-Certo, sei una secchiona- commenta ironico, io gli do una gomitata e lo guardo male, però cerco di nascondere un sorriso.
-Non sono una secchiona- 
-Non sono una secchiona- mi imita con voce stridula, aprendo l'entrata del bar, sorrido divertita e osservo velocemente la sala, trovando immediatamente il gruppo dal quale dobbiamo andare. Appena ci sediamo con loro noto che Scarlett sembra un'anima in pena mentre beve il suo cappuccino. 
-Tutto ok, Scar?- chiedo preoccupata, Amalia si sbatte una mano in fronte e mi guarda male. 
-Perchè lo hai chiesto?- chiede sconsolata, Scarlett le lancia un'occhiata omicida. 
-Perchè lei è una vera amica!- strilla stizzita, Amalia alza gli occhi al cielo e la guarda annoiata. 
-Solo perchè non sa il tuo problema, vedrai che anche Charl ti dirà che esageri- 
-HO UCCISO IL PAPPAGALLO DI MIA ZIA!- strilla Scarlett, poi si gira verso di me e mi fa una faccia da cucciolo smarrito -Mia zia mi odia, dice che ho il demonio in corpo e non mi parla più- piagnucola, io in un primo momento sono stranita, poi sorrido divertita ma Scarlett neppure se ne accorge, tanto è presa dal disperarsi -Mi ha proibito di entrare in casa sua, Charl, lei mi odia- le metto una mano sulla spalla, cercando di consolarla. So come ci si sente in queste situazioni. 
-Se ti fa stare meglio io ho ucciso praticamente tutti i criceti che regalavano a mio fratello, da bambina, e lui mi ha sempre perdonato- Jacob mi guarda con un sopracciglio alzato, come se fossi stupida.
-Ma lei non mi perdonerà- pisgnucola disperata -E io non potrò più mangiare le sue torte- ecco perchè è tanto triste, a me infatti non fregava un cazzo quando mio fratello si metteva a piangere, incolpandomi della morte dei suoi criceti. Beh, sarei triste anche io in questo caso.
Dopo un paio di minuti Scarett sembra stare un po' meglio, dopo averle detto che se proprio sua zia non la perdonerà le farò io tutte le torte che vuole. 
-Come mai avete le divise?- chiedo dopo un po', notando che anche Damian e Ethan hanno le divise della squadra di football. 
-Oggi il nostro adorato capitano ha chiesto un allenamento extra- risponde Ethan, sorridendomi, mentre lancia un'occhiataccia a Damian. 
-Siamo affascinanti, vero?- chiede con un ghigno Jacob, io lo guardo annoiata, poi riporto l'attenzione sulla mia brioche.
-Ethan di sicuro, tu invece sembri più ridicolo del solito- Ethan scoppia a ridere e Amalia mi batte il cinque, Jacob invece si imbroncia. 
-Non è affatto vero!- protesta -Le ragazze adorano la divisa- lo guardo come se fosse stupido, facendo una smorfia. 
-Magari quelle con nemmeno un minimo di cervello- questa volta è Scarlett a battermi il cinque. 
Jacob sbuffa, poi ammicca verso la cameriera che ci passa accanto, la quale indossa una divisa che chiamarla tale è davvero un diminutivo, e il mio fratellastro sembra davvero apprezzare questa cosa, visto che fissa spudoratamente il suo fondoschiena.
-Ti hanno mai detto che fai schifo, Jake?!- chiede schifata Amalia, osservandolo. 
-Tante volte- ribatte lui, sorridendo all'amica -E non ho creduto nemmeno a una persona che me lo ha detto. Cioè, dai, ma mi hai visto?!- si indica con un ghigno stampato in volto. 
-Io purtroppo si, forse tu non tanto bene- risponde Scarlett, osservandolo seria -Infatti fai schifo- scoppio a ridere e Scarlett mi batte un'altra volta la mano -Ad ogni modo non mi interessa granchè il tuo cercare di fare colpo sulle ragazze- lei ora guarda me -Com'è andata a scuola?- 
-Ha avuto un'interrogazione a sorpresa e le è andata bene, ovviamente- risponde Jacob -Sei una secchiona- alzo gli occhi al cielo e gli do una manata, che ovviamente non gli fa nulla. 
-Finiscila- lo guardo male, poi sorrido a Scarlett -Me la sono cavata, fortunatamente avevo studiato- 
-Che materia?- chiede Amalia, bevendo il suo frappè alla fragola con la mia stessa voglia di vivere.
-Storia- rispondo con una smorfia -Voi due avevate un test, vero?- 
-Si, è andato benissimo- dice contenta Scarlett, con un sorrisone -Nervosa per dopodomani?- 
Giusto, dopodomani c'è la famosa serata di beneficienza. E rivedrò mio padre. 
-Nah- sto solo morendo lentamente -Cioè...- faccio una smorfia, passandomi una mano fra i capelli -Rivedrò mio padre, è l'unica cosa che mi crea un certo disagio, di quella gente non me ne fotte nulla- alzo le spalle, indifferente. 
-E che farai quando lo incontrerai?- chiede Amalia, io faccio un sorriso/smorfia. 
-Mi nasconderò, che domande- rispondo in tono ovvio -Possibilmente con qualche alcolico, visto che senza non riuscirò ad affrontare un solo minuto in mezzo a tutta quella gente- Jacob sorride malizioso, fa per parlare ma Scarlett gli lancia una bustina di zucchero, fulminandolo con lo sguardo, poi riporta l'attenzione su di me. 
-Dovresti parlargli, e lo sai- mi dice severa
-Certo che lo so- rispondo sbuffando -Però non lo faccio- 
-È un comportamento immaturo- mi accusa, io la guardo male e faccio spallucce. 
-Non sono io il genitore- faccio un sospiro e mi alzo -Devo andare, ho matematica e devo sostenere una pessima interrogazione- lei incrocia le braccia e mi guarda male, io le sorrido teneramente e le do un bacio sulla guancia -Non rompere Scar- do un bacio anche ad Amalia. 
-A me non lo dai il bacino, principessa?- alzo gli occhi al cielo e mi allontano, salutandoli con la mano. 
Torno dentro l'istituto in pochi minuti, poi prendo i libri e vado alla lezione di matematica. 

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now