Capitolo 24.

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Dopo l'enorme casino avvenuto il giorno della partita di football, i presidi della North e della South hanno deciso di intensificare i quasi inseistenti rapporti fra le due scuole, decidendo di mischiare gli studenti: qualche lezione avverrà nella sede della South e le altre avverranno qui.
Pessima, pessima idea. Davvero non capisco chi dei due direttori sia stato così deficiente da pensare una stronzata simile, e quale sia l'altro che abba dato l'ok. Sono dei pazzi furiosi.
South e North nello stesso posto? Putiferio assicurato.
Però almeno non sospenderanno ne Jake ne Damian, e sopratutto non li butteranno fuori dalla squadra.
Gli studenti di entrambe le scuole stanno protestando e facendo casino: la North non vuole mischiarsi con certa gentaglia, la South non vuole mischiarsi con dei ricconi viziati.
Poi ci sono io, a cui non sbatte nulla di tutto questo, anzi, se sono fortunata potrei avere delle lezioni in comune con Scarlett e Amalia, e sì, anche con Ethan, Damian e Jake. Dovrebbero darci l'orario con tutte le lezioni in mattinata e questa settimana inizia questo "programma rapporti sociali".
Che grande stronzata.
Mi mordicchio le labbra mentre poggio nel mio armadietto ciò che ho utlizzato per questi giorni di lezione, poi vado in mensa per prendere il cibo e raggiungere gli altri per pranzo.
-Charlene!- squittisce una ragazza mentre vado via dalla mensa e messaggio con Jake, il quale mi sta stressando per un motivo imprecisato. Mi giro verso di lei, guardandola dall'alto in basso: lei diventa rossa come un peperone e chiude gli occhi, allungandomi la mano -Sono Emily- strilla, facendomi fare una faccia scioccata.
Questa qui sta proprio male eh, sembra stia parlando con un'arpia che potrebbe divorarla da un momento all'altro e a momenti sembra stia per collassare.
-Piacere?- mi esce come una domanda, stringendole la mano. Lei apre gli occhi e prende un grosso respiro, poi apre la bocca e la chiude subito dopo, guardandomi con la faccia di una a cui è appena morto il gatto -Ti serve qualcosa?- alzo un sopracciglio, osservandola.
-Sono Emily Hale- inclino la testa, abozzando un sorrisetto divertito.
-Scusami, tesoro, non credo di conoscerti- lei boccheggia scioccata, poi deglutisce.
-Sono la rappresentante del nostro istituto- ribatte in uno strillo -Sto parlando un po' con gli studenti riguardo in generale la nostra società scolastica. Vorrei parlare anche con te?-
-Sto andando a pranzo con il mio gruppo- la avverto, facendo un passo all'indietro -Se ci tieni a parlare con me vieni, altrimenti ciao- le rivolgo un sorriso finto, poi mi giro e continuo il mio cammino. Dopo tre secondi la sento correre al mio fianco, poi passeggia con me in rigoroso silenzio, tenendo stretti al petto alcuni libri.
Ci sediamo al tavolo nel quale di solito ci sediamo io e gli altri, che non sono ancora arrivati, come sempre. La ragazza davanti a me sembra seduta in una sedia di metallo in mezzo al fuoco: non riesce a stare ferma ed è visibilmente nervosa.
-Quindi sei la rappresentante della North- borbotto, osservandola, lei annuisce, nervosa.
-Da tre anni- ribatte -Mi stupisco che una studentessa come te non lo sappia- ghigno divertita.
-Vado in quella scuola solo per studiare, quindi non so neppure quanto ti serva parlare con me- lei fa per ribattere ma poi si ghiaccia, fissando un punto alle mie spalle.
Non mi serve voltarmi per sapere chi sta arrivando.
Sento da lontano la risata da stronzo di Jake.
-Principessa- mi saluta Jake da dietro, con fare allegro, sedendosi poi sul tavolo -Questa chi è?- Emily arrossisce di nuovo e sono certa che vorrebbe sotterrarsi viva. Un po', a dire il vero, mi dispiace.
-Emily- rispondo senza interesse -La rappresentante del mio istituto-
-E perchè sei qui, Emily?- chiede lentamente Jake, con fare da stronzo.
Nel frattempo anche Ethan si è seduto al tavolo, mi saluta e poi guarda Emily, stranito, e posso capirlo. Non pensavo avesse davvero il coraggio di seguirmi, pensavo di sbarazzarmene in realtà.
Damian si siede accanto a me senza dire una parola, fissando però Emily molto attentamente.
-Deve farmi delle domande per la scuola- ribatto per lei, annoiata. Jake ghigna e io lo precedo -Non fare lo stronzo, Jake- il mio fratellastro sbuffa annoiato, poi alza le mani al cielo.
-Sei la cugina di Robinson- sibila lentamente Damian, guardandola con uno sguardo che farebbe accapponare la pelle a chiunque.
È la cugina di Robinson.
Emily diventa di ghiaccio, poi raddrizza la schiena.
-Sono qui come rappresentante d'istituto, Scott, e devo fare alcune domande a una studentessa- la sua voce é risoluta, il che mi fa sorridere soddisfatta.
Brava ragazza, tira fuori le palle, altrimenti questi sono pronti a mangiarti come se fossi un agnellino.
-Nell'ultimo periodo abbiamo notato un calo notevole per quanto riguarda le attività sociali di gruppo, tu partecipi attivamente a una o più di queste?- chiede verso di me, con fare categorico. Faccio una smorfia, giocherellando con l'insalata nel contenitore davanti a me.
-Ovvio che no- Emily mi alza lo sguardo dal suo quaderno, osservandomi.
-Perchè no?- chiede stupita. Alzo le sopracciglia, guardandola come se la risposta fosse ovvia.
-Perchè lei è superiore a tutti, ovviamente- lancio un'occhiataccia a Jake, poi riporto la mia attenzione sulla rappresentante del mio istituto.
-Non vado d'accordo con nessuno a scuola; non voglio frequentare più del dovuto nessuno di loro e poi perchè non ne ho bisogno- spiego tranquilla, tamburellando le dita sul tavolo.
-Non vai d'accordo con nessuno, perchè?- la guardo stralunata.
-E me lo chiedi?- domando divertita, Emily fa una leggera smorfia e scrive qualcosa, poi alza nuovamente lo sguardo su di me.
-Qualcosa che potremmo migliorare della struttura?-
-Nessuna- rispondo annoiata
-Qualche iniziativa che potremmo fare per stabilire migliori rapporti fra noi studenti?-
-Cambiarli tutti- rispondo ammiccando, lei sospira, tornando a scrivere.
-Che ne pensi di quello che sta succedendo con la South?- non alza lo sguardo questa volta.
-È una cazzata- ribatto senza peli sulla lingua -Non c'è modo per migliorare i rapporti fra le due scuole- lei alza gli occhi su di me, socchiudendoli, e io le rivolgo un sorriso velenoso.
Lei sa che mio padre ha parlato con il preside, ne sono certa. Ma non commenta, perchè sa anche che posso portare problemi.
-Generalmente, la professionalità dei docenti com'è?-
-Alta-
-Lo studio dei compagni?-
-Pessimo- sorrido divertita e va un verso frustrato.
-Dai un punteggio da zero a dieci al rapporto docenti-studenti-
-Otto scarso-
-Dai un punteggio da zero a dieci al rapporto studenti-studenti-
-Zero- non ci penso neppure un attimo, ovviamente.
-Zero?-
-Zero- ripeto alzando gli occhi al cielo.
-Perchè zero?- chiede lei.
-Oh, andiamo- ribatto sbuffando -Trovami qualcuno lì dentro che non abbia mai sparlato di qualcun'altro e diventerò migliore amica con Brigitte- Emily increspa le labbra ma non ribatte, finendo di scrivere.
-Va bene, Charlene- si alza, prendendo i libri -Grazie per il tuo tempo, ci vediamo a lezione- mi sorride nervosa, poi si volta e va via, senza salutare gli altri presenti al tavolo.
-Chi hai detto che era?- chiede Jake, continuando a fissarla mentre va via, con un ghigno sul viso. Non ci do tanto peso.
-La rappresentante del mio istituto a quanto pare, l'ho scoperto oggi- ribatto, mordicchiandomi le labbra, poi guardo Damian, seduto al mio fianco -È la cugina di Robinson?- chiedo piano, lui si volta verso di me, fissandomi in silenzio, dopo un po' annuisce lentamente.
Mi volto subito dopo, deglutendo.
Ha degli occhi così belli...
Mi metto ad ascoltare il discorso di Ethan e Jake con finto interesse, almeno finchè non arrivano le mie salvezze: Scarlett è sempre raggiante e Amalia, come al solito, la sopporta.
-AMICA MIA!- strilla elettrizzata Charl appena mi vede, spintona Amalia e corre da me per abbracciarmi senza un motivo preciso -NON PUOI CAPIRE- urla eccitata, poi inzia a parlare senza sosta, dietro di lei Amalia ruota il dito vicino alla tempia, alzando gli occhi al cielo. Scoppio a ridere, poi annuisco, fingendo di ascoltarla. Scarlett strilla ancora, poi mi abbraccia nuovamente.
Ricambio l'abbraccio, ridendo.
In fondo le voglio bene proprio per la sua pazzia.
-Dimmi che ti è arrivato l'orario- piagnucola, tartassandomi nuovamente con l'orario delle lezioni.
-Smettila di essere fastidiosa, Scar- s'intromette Amalia. Scarlett la ignora come se nulla fosse e continua a guardarmi. Alzo gli occhi al cielo e le porgo il mio cellulare.
-Controlla tu- gli occhi le si illuminano e quasi me lo strappa dalle mani.
-Quindi anche tu pensi che sia una mossa da stupidi, vero?- mi chiede Ethan, riferendosi sicuramente al "programma rapporti sociali.
-Ovvio, chi è che la pensa diversamente?- chiedo sorridendogli.
-Io sono contento- s'intromette Jake, che ovviamente non riesce a non stare al centro dell'attenzione per più di mezzo secondo. Alzo le sopracciglia, stupita.
-Tu sei contento- ribatto incredula, osservandolo.
-Per te, che potrai beneficiare della mia presenza molto più spesso- alzo gli occhi al cielo e lo ignoro, rivolgendomi poi a Scarlett
-Mi è arrivato?- chiedo e lei annuisce distrattamente, tutta concentrata a confrontare i nostri orari.
-Abbiamo storia, biologia e attività motoria assieme- quasi mi viene un infarto.
-Io non faccio attività motoria- strillo sconvolta, prendendo il mio cellulare.
Oh mio Dio.
Attività motoria nel mio orario.
Qui il mondo sta andando a farsi fottere.
-Non fai attività motoria?- chiede Amalia, stranita.
-Ma sei pazza!?- strillo io -Al primo metro di corsa collasso a terra!- Jake scoppia a ridere -Non ridere, idiota!- mi spalmo la mano in faccia, senza parole -Avranno sbagliato sicuramente, devo chiamare la segreteria per farla togliere dal mio orario- vado nella rubbrica, in cerca del numero della segreteria della scuola, che si trova nella sede storica e non in questa.
-Non se ne parla!- strilla Scarlett, stracciandomi il cellulare -È l'unica ora nella quale ci possiamo vedere tutti insieme!-
-È questo dovrebbe convincermi!?- Scar fa la faccia da cucciolo, avvicinandosi a me per poi buttarmi le braccia al collo.
-Ti prego, ti prego, ti prego- si lagna strillando, fingendosi sofferente.
-Tu sei matta!- sbraito -Non ho mai fatto un solo movimento in tutta la mia vita oltre che alzarmi per prendere cibo, non inizierò ora-
-Andiamo principessa, ti divertirai con noi- s'intromette Jake con un sorrisetto sul viso, al quale darei volentieri un ceffone.
-Senti, non è che se tu hai scelto consapevolmente di torturarti come un coglione ogni giorno della tua vita devo farlo pure io!-
-Devi smetterla di insultare il mio sport- mi punta contro la forchetta di plastica, sbuffo annoiata, lanciandogli un pezzo di crostino.
-Il tuo sport fa cagare-
-Non ti sopporto!-
-Sono disparata- ribatto sarcastica, poi cerco di scrollarmi di dosso Scarlett -Dai Scar non voglio fare educazione motoria-
-Ma staremo tutti assieme!- protesta imbronciandosi -Dai, per favore, quando mai ricapita?- mi mordo le labbra, indecisa -Per famore Charl, ti prego- esaspera la voce, tornando ad abbracciarmi -Ti prego, ti prego, ti prego. È un'opportunità unica nella vita. Ti prego, ti prego, ti prego-
-Sono una scansafatiche, Scar, mi stai mandando al patibolo- mi lamento, lei mi scocca un'occhiataccia e si allontana, incrociando le braccia.
-Allora non parlo più-
-Ma magari- s'intromette Amalia -Non ci crede nessuno, Scar-
-Dai, che ti costa?- ricomincia verso di me -Sono capace di stremarti come nessuno ha fatto, Charl- mi minaccia, io sorrido divertita, alzando le sopracciglia.
-Ti ricordo che sto convivendo con questo- indico Jake, che si volta verso di me e corruga le sopracciglia.
-Che stai dicendo di me?- chiede, visto che stava parlando con Ethan.
-Che ti adoro- ribatto sorridendo falsamente, lanciandogli un bacio volante. Lui mi guarda male, poi guarda la sua migliore amica.
-Scar che cattiverie stava dicendo di me?- chiede sospettoso, io sbuffo annoiata, alzando gli occhi al cielo.
-Non ti sopporta- risponde Scarlett
-La cosa è reciproca, principessa- ribatte Jake
-Non ne dubito- dico con disinteresse -Che altre materie hai detto che abbiamo assieme?-
-Storia siamo con Ethan e Biologia c'é anche Jake- risponde Scarlett, poi riprende a controllare il mio orario -Hai letterattura e matematica con Damian, che Dio ti possa salvare-
-Ti ho sentita- la interrompe Damian, lanciandole un'occhiataccia che Scarlett ovviamente ingnora.
-Hai latino con Mali e greco con Ethan e Jake- poi corruga le sopracciglia -Non segui corsi extra?-
-Solo scrittura creativa, dev'essere in fondo- ribatto, allungandomi per osservare il cellulare -Vedi?-
-Oh, eccolo- annuisce -Le altre materie se non erro sei da sola- faccio spallucce, riprendendo il cellulare che mi porge -Che materie hai dopo?-
-Adesso ho un'ora buca- rispondo -Arrivo da voiverso le sei oggi- faccio una smofia, già stremata.
-Io devo fuggire ora- sospira stanca -Oggi devo fare altri due compiti in classe e non mi ricordo già nulla- piagnucola, appoggiando la testa sulla mia spalla.
-Non deprimerti, Scar, andrà bene- ribatte con un sorriso Amalia, l'amica fa una smorfia dubbiosa.
-Devo andare- sbuffa irritata, alzandosi. Prende le sue cose, poi mi abbraccia da dientro e abbraccia anche Amalia -Ci sentiamo- poi saluta tutti con la mano, noto Ethan seguirla con lo sguardo.
-Vado anche io- avverte alzandosi, Amalia lo guarda attentamente mentre si dilegua in tempo record, seguendo poi la stessa direzione di Scarlett. Ci scambiamo uno sguardo e ci capiamo immediatamente.
-In tal caso lo sepelliamo vivo, no?- chiede sorridendomi, io annuisco, ricambiando il sorriso.
Scarlett è una ragazza d'oro e nessuno deve farla soffrire.
-Rendetemi partecipe- si lamenta Jake, osservandoci imbronciato. Amalia socchiude gli occhi per un momento, poi sorride smagliante, e sono certa che le sia venuta un'idea.
-Come sta Ethan?- chiede tranquillamente, finendo di mangiare come se nulla fosse. Ora che mi ricordo, non ho proprio toccato cibo ora, e non posso stare di certo senza nutrimento fino alle sei.
-Bene- risponde Jake, dubbioso -Perchè me lo chiedi a me e non a lui?- Amalia fa spallucce, poi sorride di nuovo.
-Che lezione ha ora?- il mio fratellastro corruga le sopracciglia.
-Mi ricordo che avrebbe dovuto avere ora buca-
-Mh- mormora dubbiosa, finendo di mangiare -Abbiamo chimica, Jake- si alza dopo un po', il mio fratellastro annuisce e si alza con lei, guardandola ancora in modo dubbioso, ovviamente non capendo il senso del discorso che hanno fatto -Ricordati di venire a casa mia, Charl- mi avverte prima di darmi un bacio, io annuisco tranquilla e le sorrido, Jake mi scompiglia i capelli e insieme vanno dentro il loro istituto.
Mi giro verso Damian, ancora seduto al mio fianco, e lo trovo già a fissarmi.
-Che c'è?- chiedo nervosa, inziando a giocare con la collanina.
Mi sta guardando in modo strano. E non mi piace.
-Dimmelo tu, Darling. Che succede?- lui ha capito.
-Non succede nulla- ribatto con una smorfia, spostando lo sguardo davanti a me.
-Nulla- borbotta sarcastico, poi mi prende il mento e mi sposta di scatto il viso, costringendomi a guardarlo. Abozza un sorriso glaciale, guardandomi -Non mi piacciono le minchiate, Thompson- sibila velenoso. Strattono il mio viso dalla sua presa, irritata.
-A me non piace chi finge di non capire- ringhio in risposta, lui non fa a tempo a rispondere che sentiamo una voce urlare poco distante da noi.
Damian serra la mascella.
-Questa è la volta che lo faccio finire in ospedale- sbotta tra se e se, fissando Robinson che ci sta raggiungendo a grandi falcate, con lo sguardo di uno che vuole problemi. Ovviamente ha indosso la giacca della scuola, che non può mai mancare.
-Cosa vuoi ora, Robinson?- abbaia incazzato Damian, guardando il ragazzo in malo modo.
-Tranquillo, Scott, non voglio proprio un cazzo da te- ribatte lui, lanciando a Damian un'occhiata schifata -Piuttosto, Thompson- si rivolge a me, guardandomi con odio -Mi stai proprio rompendo i coglioni, lo sai? Prima quei fottuti schemi, ora questo!- nel mio viso nasce un sorrido da stronza.
-E non ho ancora fatto nulla- ammicco, fingendomi divertita, anche se in realtà tutto ciò che mi provoca questo coglione è irritazione.
-Non me ne fotte se sei intoccabile, hai capito, bambolina?!- sbotta furioso. Scoppio a ridere con cattiveria.
-E che mi fai, Calum? Voglio proprio vedere- lo provoco -O giochi pulito o subirai le conseguenze di quel che fai! In un modo o nell'altro- lui socchiude gli occhi, guardandomi in un modo che probabilmente, se me ne fregasse qualcosa, mi farebbe venire i brividi.
-Giocare pulito?- nel suo viso compare un ghigno -Peccato che la colpa di quel che è successo alla partita sia stata della loro schifosa e insulsa scuola- lancia un'altra occhiataccia a Damian, che lo sta studiando in silenzio, senza intervenire.
Come un predatore che aspetta il momento giusto per uccidere la sua preda.
-Certo, sicuramente- ribatto acida -Cos'è che ti rode, Robinson? Che non è andato in porto quello che hai tanto vigliaccamente proposto?-
-I soldi del tuo paparino non li salveranno ancora per molto-
-Fanno parte della mia famiglia!- tuono incazzata nera -Ti ho avvertito, Robinson. Un altra cazzata e sarà mio padre a proporre la tua espulsione dalla squadra!-
-Sei solo una lurida putt...-
-Provaci- ringhia Damian, con un tono di avvertimento che fa venire i brividi -Chiamala così e sei morto, Robinson- Calum assottiglia gli occhi, poi mi guarda con un sorriso tra lo schifato e il cattivo.
-Vorrei vedere la faccia di tuo fratello se avrebbe saputo vai a letto con Damian Scott- cala il gelo -Probabilmente sarebbe stata la stessa che hai fatto tu, Scott, quando hai scoperto che era anche tua sorella a scoparsi Thompson- poi Damian scatta.
Mi si mozza il respiro e accade tutto troppo velocemente.
Damian raggiunge Calum come una furia, e gli da un pugno.
Oh mio Dio.
Robinson reagisce ma Damian è molto, molto piú forte, o forse è semplicemente molto più incazzato. Calum finisce sotto di lui, che continua a riempirlo di pugni, furioso.
Accecato da una rabbia profonda, oscura, fredda.
-Damian- sussurro spaventata, alzandomi -DAMIAN- lui non mi ascolta e continua a sferrare colpi, rabbioso. Arrivano i loro rispettivi compagni a separarli, e per Damian ce ne vogliono almeno il doppio, visto che continua a cercare di tornare a picchiare Calum.
-SEI MORTO, ROBINSON!- ringhia incazzato nero -SEI MORTO!- urla facendomi sobbalzare.
-Te la faccio pagare, brutta feccia, TE LA FACCIO PAGARE!-
-SEI MORTO FOTTUTO BASTARDO-
-Amico, basta così- mormora un suo compagno -Stai rischiando-
-Che si fottano tutti- tuona Damian -CHE SI FOTTANO TUTTI. TU LA MIA FAMIGLIA NON LA NOMINI, LURIDO SCHIFOSO- si strattona la presa dei suoi compagni -Sei morto, Calum, morto- ringhia, poi si gira e va via a grandi passi, visibilmente furente.
-Questo non passerà inosservato, Thompson- parla Robinson, gelido.
-Oh dai, provaci!- lo provoco, velenosa -Vediamo come ti guarderanno quando tutti sapranno quello che hai detto su due ragazzi morti, Robinson- ringhio -Quanto cazzo puoi farmi schifo, eh?-
-Non finisce qui, Thompson-
-Ci puoi giurare che non finisce qui- sibilo acida, lui mi lancia un'occhiata schifata e si volta, spintonando anche i nostri compagni, che lo seguono a ruota.
-Senti, Thompson, tu non mi piaci proprio per niente, ma Damian farà cazzate se qualcuno non lo calma- parla alle mie spalle il ragazzo che ha cercato di calmare Damian. Lo guardo per un attimo, poi annuisco e prendo la borsa, cerco di raggiungerlo correndo perchè ovviamente essendo un bradipo non lo raggiungerei mai e poi mai semplicemente camminando.
-Damian!- lui non si ferma, nonostante sono certa che abbia sentito -Damian, fermati un minuto!- sbotto quasi ansimando, fermandolo per un polso.
Lui si gira di scatto come una furia, ruota il polso e mi prende con forza il mio, vista la mia presa debole.
E mi sta decisamente facendo male. E nei suoi occhi vedo tutta la rabbia pronta a essere scaricata su di me.
-Ti ho detto di non toccarmi, Thompson- ringhia furente, facendomi sobbalzare.
-Damian lasciami- mormoro, obbligandomi ad avere una voce ferma. Eppure lui sembra non sentirmi, e sicuramente non mi vede, non mi sta realmente vedendo.
Chi stai guardando, Damian Scott? Che vedono i tuoi occhi?
Trattengo un gemito di dolore.
-Damian...- cerco di liberare il mio polso, nonostante lui sia troppo forte.
-Mi stai proprio sul cazzo in questo momento, con il tuo fottuto finto buonismo, Thompson- sibila cattivo, velenoso -Non ti voglio attorno, hai capito!? È solo e soltanto colpa tua! Tua e del tuo fratello di merda.- accuso il colpo -Avete rovinato la mia famiglia: prima Christopher con mia sorella, ora tu che ti sei inserita nel mio gruppo come un serpente velenoso- posso accettare tante cose, ma non essere la valvola di sfogo di qualcuno. Non ho fatto proprio un cazzo, non mi può buttare merda addosso così.
-Lasciami- ordino con un tono di voce freddo e tagliente come il ghiaccio -Lasciami immediatamente, Damian, per favore- biascico facendo una smorfia di dolore -Mi stai facendo male, Damian, per piacere- soffio dolorante, guardandolo preoccupata.
Come se si fosse scottato mi lascia, facendo un passo indietro.
Mi allontano di scatto, prendendomi il polso con le mani.
-Come fai ad andare da Amalia e Scarlett sapendo che sei solo una cazzo di sostituta di mia sorella?- chiede lentamente, cattivo -Come fai ad andare da Amalia e Scarlett e che fino a poco tempo fa' c'era Evelyne al posto tuo?-
Lo guardo, e, per la prima volta, non so chi vedo.
La gola mi si chiude e mi viene la nausea.
Faccio nuovamente alcuni passi indietro, cercando di mettere più distanza possibile fra me e lui, poi, quando proprio diventa troppo da reggere, gli volto le spalle, camminando velocemente per andare via da lui. Per scappare via da lui.

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now