Capitolo 16

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-Oh, vaffanculo!- sbotto incazzata nera, lanciando il foglio appallottolato dall'altra parte della stanza.
Non riesco a scrivere nulla, è come se avessi un dannato blocco, il che non mi rende facile l'impresa di non mandare all'aria il mio lavoro.
-Dovresti rilassarti, Darling, sembri una ragazzina frustrata-
Lo ammazzo.
-E sentiamo, razza di genio, che proponi?-
-Non è casa m...-
-Oh, ma per favore- sbotto interrompendolo, lanciandogli un'occhiataccia -Ti sei praticamente autoinvitato a casa mia e mi hai appena dato della frustrata, puoi tranquillamente permetterti di decidere che dobbiamo fare- Damian ghigna.
-Davvero sicura di voler lasciar decidere a me?-
Lo fisso per un secondo, poi distolgo lo sguardo e mi passo una mano fra i capelli.
Sono indifferente a questa provocazione. Totalmente indifferente, sì.
-Faccio una torta- annuncio con una smorfia, alzandomi dal divano. Lui si alza subito dopo.
-Facciamo una torta- mi corregge cantilenando -Mi devi sopportare tutto il giorno, ricordalo- alzo gli occhi al cielo e non rispondo, andando direttamente in cucina -Non mi piace quando le persone mi ignorano, Darling- dice dietro di me
-Abituati- rispondo sbuffando. Si appoggia con i gomiti sopra al bancone e mi osserva mentre metto il grembiule, per evitare di sporcarmi.
Odio, letteralmente odio quando le persone mi fissano.
-Come mai in casa non ci sono foto?- mi gelo per un attimo e la gola mi si chiude improvvisamente. Serro forte gli occhi.
Non ci sono foto perchè odiavo vederlo ancora vivo e sopportare costantemente tutti gli attacchi di panico, le notti insonne, le mie urla isteriche.
Non ci sono foto perchè odiavo vederlo ancora vivo e sopportare costantemente il peso della consapevolezza che fosse morto.
-Ci siamo..- la mia voce trema.
Non posso farmi vedere debole.
Non devo farmi vedere debole.
-Ci siamo appena trasferiti- borbotto con una smorfia.
Lui, fortunatamente, è dietro di me, per cui non mi vede.
-Cosa hai fatto quando hai scoperto chi fosse realmente la compagna di tuo padre?- chiede ancora. A questo punto mi giro e lo scruto attentamente, non capendo come mai mi stia facendo queste domande -Soppotare me e le mie domande, Darling. Forse avrei dovuto specificarlo- fa un sorriso sghembo, inclinando la testa. Però il suo sghuardo ha qualcosa di diverso; il suo sguardo mi sta avvertendo: questa domanda è stata posta per studiare attentamente la mia reazione. Sto cammiando sul filo di un rasoio.
-Non ho fatto nulla- dico acida, incrociando le braccia -Non mi è importato che Cristine fosse vostra madre, se è questo che vuoi sapere. L'importante è che mio padre sia felice. E in ogni caso, teoricamente, io vi avrei dovuto vedere il meno possibile-
-Ma non é così- ribatte tagliente -Non so se hai notato, Darling, ma non ci stai effettivamente vedendo il meno possibile. Voglio sapere il perchè- credimi, Damian, lo vorrei tanto sapere anche io. Perchè sto con voi nonostante il trascorso con mio fratello? Perchè voglio bene a Jake quando in passato a momenti lo odiavo? Perchè sto con Amalia e Scarlett quando l'anno scorso mi critiavano come tutti? E perchè io oggi sono qui con te? Perchè tu sei qui con me?
Sto zitta, seplicemente non rispondo, però mi giro nuovamente e tiro fuori gli ingredienti per fare una torta.
Dopo un po' lui sospira pesantemente e lo sento alzarsi, poi mi affianca e prende fra le mani il foglio con su scritta la ricetta che ho tirato fuori in precedenza, credo la legga velocemente, poi si sciacqua le mani e inizia ad aiutarmi nella preparazione.
Non ci guardiamo, non ci parliamo.
Il mio cellulare squilla improvvisamente, sobbalzo e mi taglio per sbaglio con il coltello che stavo usando per tagliare la frutta.
-Dannazione!- lascio tutto e metto la mano sanguinante sotto il getto dell'acqua.
-Faccio io- borbotta Damian quando nota che il sangue non ne vuole sentire di fermarsi e io sono un completa imbecille senza l'uso di una mano. Trattengo il respiro quando mi alza da terra come se fossi una cavolo di piuma e mi fa sedere sl bancone. Prende il kit del prontosoccorso che fortunatamente mio padre tiene costantemente aggiornato, poi prende la mia mano con le sue.
Ora a chi do' la colpa per i brividi che mi sono venuti? Ora a chi la do la colpa, se la salivazione si azzera e io sembro come incantata da lui?
La mia mano è gelida in confronto alle sue, è anche molto più piccola. È estremamente delicato, non alza lo sguardo su di me e si concentra totalmente sulla mia ferita, almeno finchè non mette un cerotto; tiene il mio polso fra le sue dita e noto il suo sguardo cadere sul numero di mio fratello che ho tatuato mesi fa'.
-Perchè non sei arrabbiata con lui?- chiede lentamente, con un tono di ghiaccio -Ti ha mentito. Perchè non sei arrabbiata con lui?- ora alza gli occhi su di me.
Perchè vedo rabbia liquida nel tuo sguardo, Damian? Perchè sei così arrabbiato col mondo intero?
-Perdono sempre le persone che amo- sussurro senza emozione, come se fossi vuota. Lui non si allontana, mi guarda ancora.
Perchè mi guardi, Damian? Perchè sembri voler studiarmi come se fossi il caso irrisolvibile a cui tutti vogliono dare una risposta?
-Tutte le persone che ami?-
-Io amo davvero pochissime persone, Daman-
Mi molla improvvisamente, come se si fosse scottato, poi si allontana ed è come se sentisi un vuoto freddo. Cambia nuovamente atteggiamento, guardandomi da pochi passi di distanza.
-Mio fratello- incomincia, lanciandomi un'occhiata truce -Ti importa realmente di mio fratello o è solo una farsa per avere qualcuno accanto?- chiede con tono di accusa.
-Io voglio bene a tuo fratello- sbotto sulla difenziva, trucidandolo con lo sguardo -Se fosse una farsa per avere qualcuno accanto di certo non la farei con voi, visto quali erano i rapporti con mio fratello, non ti pare?!- chiedo acida
-Ti conviene che sia così, Thompson. Se fai soffrire mio fratello te ne pentirai, su questo puoi giurarci-
-Come osi minacciarmi per l'ennesima volta a casa mia!?- tuono infurata, scendendo con un balzo da dove ero seduta.
-Non ti conviene sfidarmi, Darling- ringhia facendo un passo avanti.
-Non conviene a te, brutto coglione- ribatto con il suo steso tono di voce.
-Sei ridicola, proprio come tuo fratello!- vedo nero.
-ESCI FUORI DI QUI, DAMIAN SCOTT- strillo incazzata nera, dandogli una spinta sul petto che lo fa indietreggiare solo perché non se lo aspettava. Diventa scuro in volto, lanciandomi un'occhiata raggelante che ignoro pesantemente -VAI FUORI DI QUI ORA!- cerco di dargli un'altra spinta ma mi afferra prontamente i polsi e io mi dimeno.
Mio fratello, mio fratello, mio fratello un corno! La devono smettere di nominarlo, devono finirla! DEVONO FOTTUTAMENTE FINIRLA DI FARMI SOFFRIRE.
-Non. Sfidarmi.- scandisce bene le parole, rabbioso, mentre con uno strattone mi ferma dal dimenarmi. Lo guardo con uno sguardo di fuoco.
-Altrimenti!?- sibilo rabbiosa quanto lui, che si avvicina di scatto al mio volto, le sue labbra sfiorano pericolosamente le mie labbra, portandomi a trattenere il respiro e ad andre in tilt. Mi costringe ad appoggiarmi al banco della cucina, lui mi intrappola con il suo corpo.
-Ti bacio- soffia duro sulle mie labbra, ed è come svegliarsi da un sogno.
-Vai via Damian- dico gelida -Questo stupido giochetto finisce qui- lui mi guarda freddo, poi, contro tutti i pronostici, fa davvero quel che gli ho detto.
Va via.
E io non posso far altro che sentirmi vuota, scivolare lentamente a terra e sfiorarmi le labbra con le dita.
Ti bacio.

《•》

-Dai papà- rido allungandogli la forchetta con il pezzo di torta -Assaggialo- piagnucolo mettendo un broncio.
-Mi farai ingrassare così, piccola mia- si lamenta, però prende la forchetta e assaggia il mio pandispagna -Buonissimo anche questo- commenta quasi esasperato, io sorrido soddisfatta.
Ho provato a fare pandispagna diversi dal solito e devo ammettere che il pandispagna al profumo di rose era molto buono, è piaciuto anche a papà.
-Faccio una bella tisana, che ne dici?- mi chiede con un sorriso dolce sul viso, poi si alza dalla sedia del tavolo della cucina e si mette a fare la tisana, mentre io sistemo tutto nella lavastoviglie -Che mi racconti, bambina? Come va?- chiede al mio fianco mentre mette l'acqua a riscaldare.
-Io, ehm...- mi passo una mano fra i capelli, a disagio.
Come faccio a dirgli che potrei essere licenziata?
-Problemi?- chiee dubbioso, osservandomi. Si appoggia su un fianco, aspettando che io parli, che io mi sfoghi.
Oh, quanto assomiglia a Christopher in questo momento...
-La casa editrice vuole un nuovo libro entro una settimana- spiego lentamente, lasciando uscire tutto il mio rammarico -A quanto pare, per loro, il mio libro sarebbe stato un fiasco assurdo, e loro sarebbero andati in perdita- mi mordicchio le labbra, nervosa -Non valgo il rischio-
-Posso mettere una buona parola, tesoro , lo sai che io...-
-No papà- lo interrompo con un sorriso triste -Voglio che nessuno mi dica che valgo solo per il mio cognome. Voglio guadagnarmi tutto da sola- di questo ne sono assolutamente convinta.
-Sono orgoglioso di te, bambina mia- papà mi da un bacio sulla fronte, sorridendo orgoglioso -Ci sono state tante cose andate male nella nostra vita: a partire dalla mamma, poi la mia lontananza per lavoro e ora anche Chris- fa un sorriso amaro, accarezzandomi il volto.
Oh papà
-Ma tu sei ancora qui, più forte e bella di prima. Mi ricordi tanto la donna di cui mi sono innamorato tanti, tanti, tanti anni fa', ma da tua madre hai preso solo la parte più bella, amore mio. Tu hai preso la parte più bella di entrambi-
Forse non è così, papà. Forse assomiglio alla mamma più di quanto pensi.
-Sei l'unica cosa che mi rimane della famiglia, tesoro. Sei l'ultimo dono che Dio mi ha dato, la cosa più preziosa della mia vita- gli getto le braccia al collo, premendo la faccia nel suo petto.
-Ti voglio bene anche io, papà- mormoro con voce tremante.
Papà ricambia la stretta, abbracciandomi anche più forte.
Quando ci stacchiamo mi da un altro bacio sulla fronte e continua a fare la tisana, nel mentre mi racconta novità del lavoro e io gli racconto della scuola. Dopo aver preparato la tisana costringo papà a fare i popcorn, visto che abbiamo eciso di vedere un film assieme.
-Invece con Damian e Jacob, come va?- chiede dopo un po', con un leggero tono agitato. Sorrido dolcemente: mio padre è nervoso per via della possibilità che io non vada d'accordo con i figli della donna che ama.
-Va tutto bene- rispondo riuscendo a essere convincente.
Beh, non è una totale bugia, possiamo dire che sia una mezza verità: con Jake va tutto bene, con Damian lasciamo perdere.
-Quindi ci vai d'accordo?- chiede ancora, dubbioso.
-Sorprendentemente sì- borbotto con un mezzo sorriso, rubando un popcorn -Non sono come pensavamo io e Chris- aggiungo prima di bere un sorso di tisana bollente.
-Ah no?- domanda con un sorriso divertito -Sono contento, tesoro-
-Anche io- rispondo davvero sincera, sorridendo di rimando.
Bevo un'altro sorso mentre osservo papà che mette i popcorn in una ciotola, ci spostiamo poi nella sala cinema e io mi occupo di portare le tazze, Mojito ci segue scodinzolando.
Quando avviamo il film, un thriller per precisare, il mio cagnolino sale sul mio ventre e si accucia lì, assumendo la posizione di ciambella; gli accarezzo il pelo morbido con una mano e con l'altra acchiappo i popcorn.
Il film è davvero tanto interessante, però non tanto da tener papà sveglio, visto che si addormenta a circa metà. Papà ha lavorato davvero tanto in questo periodo e dev'essere molto stanco, per cui fermo il film e spengo le luci, lasciandolo dormire: domani ha il giorno libero, spero che riposi quanto più possibile.
-Mojito, vieni- sussurro chiamandolo, visto che si é subito sistemato sulla pancia di papà.
Lui mi fissa per un paio di secondi, alzando la testa, poi si decide a seguirmi. Appena entriamo in camera salta subito nel letto e si intrufola sotto le coperte come se nulla fosse. Alzo gli occhi al cielo.
Quel cane è un dannato scansafatiche.
Vado nello studio e opto per provare a fare qualcosa di decente, sperando che vada bene ai miei superiori.
Mi passo una mano fra i capelli, frustrata.
Dannazione, dovrei pensare al mio libro.
Quindi perchè riesco solo a pensare a lui?

_Spazio Autrice_
Scusate il tremendo ritardo, sto avendo abbastanza problemi a livello personale e ho un blocco che mi impedisce di scrivere. Come potrete notare il capitolo è molto più corto rispetto a tutti gli altri, sia per il motivo precedentemente indicato ma anche perchè questo è un capitolo di passaggio. Chiedo venia nuovamente e vi auguro un meraviglioso buon anno, se pur in ritardo.

Un Porto Sicuro.Where stories live. Discover now