Capitolo 53 - Parte 1.

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Psiche e Amore sono i protagonisti di una storia raccontata nell'Asino d'oro di Apuleio, un autore latino del II secolo d.C. L'autore narra che Psiche era considerata una delle ragazze più belle del mondo, e Venere, la dea dell'amore, non poteva accettare che una mortale potesse competere con il suo fascino. La dea, così, inviò suo figlio Amore con un piano per farla sparire; quando il figlio di Venere vede Psiche, però, si innamorò perdutamente della ragazza, e così, invece che seguire il piano della madre, decise di portarla segretamente nel suo palazzo. Per evitare di essere scoperti, Amore strinse un patto con Psiche, dicendole che, quando si incontravano, non avrebbe mai dovuto guardarlo. Dopo alcuni incontri, però, Psiche era sempre più tormentata dalla curiosità di sapere chi era il suo amante, e, istigata anche dalle sue gelose sorelle, nell'appuntamento successivo, la ragazza aprì gli occhi e guardò Amore. Il figlio di Venere si sentì tradito e volò via, abbandonando la ragazza. Psiche, innamorata del dio, era disposta a tutto per vederlo tornare e così si piegò a delle tremende prove ideate da Venere. Se Psiche avesse superato i test di Venere, avrebbe ottenuto l'immortalità ed avrebbe potuto ritornare al fianco del suo amato. Con grande tenacia, la ragazza riuscì a superare tutte le prove, arrivando addirittura negli Inferi per prendere un po' della bellezza di Proserpina. Quest'ultima prova si rivelò un inganno e Psiche cadde in un grande sonno, e quando Amore venne a sapere degli sforzi effettuati dalla sua amata, si recò immediatamente da lei e la risvegliò con un bacio.
Si dice che la leggenda di Psiche e Amore sia la leggenda d'amore più bella in tutto il creato: la leggenda di un amore che resiste tutto, che va oltre ogni confine.
"Perché forte come la morte è l'amore."
Chiudo gli occhi, concentrandomi sul rumore della pioggia che batte sul terreno intorno a me.
Non so cosa penso. Non so nemmeno cosa provo. Sono semplicemente stanca, e vorrei fermare per un attimo il tempo. Sto scoppiando. Sto impazzendo. E' tutto troppo, troppo, troppo. Ne sono colma, di questo troppo
Amore, dolore, rabbia, buio. Tristezza, e ancora Amore.
Mi premo le mani sul viso.
Sta cambiando tutto.
Io e Caroline stiamo scegliendo la casa in cui andare a vivere, e ci trasferiremo il prima possibile. L'avvocato ha sistemato i documenti, per cui abbiamo via libera. Mia sorella mi ha proposto di aspettare per risolvere con i ragazzi, ma ho detto di no.
Mi rifiuto categoricamente di far dipendere la mia vita dal dolore della fine di un rapporto. Io vado avanti, nonostante tutto, anche a costo di essere sola. Vengo prima io, sempre.
Siamo entrambe più propense per un appartamento indipendente in stile moderno, con un piccolo giardino con angolo conversazione; i colori caratterizzanti di questo appartamento sono bianco e nero.
Faccio un sospiro, sistemandomi meglio la coperta sulle gambe: sono seduta nel letto da giardino, e c'è freschetto, ma il rumore delle gocce che cadono sul terreno e l'odore di pioggia mi fanno sentire... capita.
C'è gente che la sente dentro, la pioggia.
Mi fa sentire come se non fossi l'unica a essere così piena.
Sta piangendo anche il cielo, e non sei da solo a versare lacrime.
Pluviophile: colui che trova pace nei giorni di pioggia.
E' poetico, ed è distruttivo.
Damian mi ha mandato un altro messaggio: "Vorrei spiegarti tutto ciò che ho sepolto".
Lui ha portato disordine nella mia vita, e per un attimo ho davvero creduto che fosse il disordine più bello, meraviglioso e mozzafiato della mia vita.
Certe volte si trova la pace, nel caos, capite?
Poi è tutto crollato, e io non so come reagire, perchè lui non ha lasciato che io lo vedessi davvero, non ha lasciato che vedessi Damian. Di chi mi sono innamorata? Chi è davvero l'uomo di cui mi sono innamorata? Vorrei vederlo davvero, per una sola volta. Vorrei riuscire a guardarlo negli occhi e dire che è lui. Lo desidero ardentemente, perchè mi sono innamorata di lui e non posso cambiarlo. Mi sono innamorata di Damian, e questo sentimento rimane, resta, ancora indelebile.
Il carattere cinese (téng) significa contemporaneamente "far male" e "amare con tutto il cuore".
Caroline, sotto l'ombrello, si avvicina al letto con in mano due tazze di caffè, una delle quali subito mi porge appena arriva.
-Tutto ok?- domanda, sedendosi a gambe incrociate al mio fianco.
-Sì- sospiro, soffiando sul caffè bollente -Hai finito di studiare?-
-Sì, ho finito 10 minuti fa'- spiega, sorseggiando il suo caffè -Luke deve venire fra poco, vero?-
-Sì, dovrebbe arrivare a momenti- rispondo piano, mordicchiandomi le labbra -Dovremmo rientrare in casa, in effetti- osservo con un sospiro, lanciando un occhiata al cielo completamente grigio. Ci alziamo dal letto da giardino e rientriamo di corsa in spieggia, poi lei si mette a ritirare i pastelli che ha usato per disegnare, e nel mentre mi racconta dell'uscita con Nicholas.
Gli occhi le brillano di quella felicità spensierata che solo i primi affetti riescono a provocarti.
Finito di riordinare, ci mettiamo sedute sul divano a scegliere i vari soprammobili e utensili che ci serviranno in casa. Caroline dipingerà praticamente tutti i quadri che ci saranno appesi sulle pareti, cosa di cui è decisamente entusiasta.
Ordiniamo svariati vasi per mettere le piante, da sistemare in tutta la casa, poi prendiamo anche alcune candele profumate in una fragranza che ci ricorda il mare, e successivamente aggiungiamo al carrello dei porta candela simili a piccole lanterne, molto carini, sempre in stile moderno. Prendiamo vari soprammobili, poi gli oggetti da mettere in bagno, quelli da mettere in cucina e infine tutto ciò che serve per le camere da letto.
Luke arriva dopo un po'. Mi porta cioccolato bianco.
Poi Caroline suona il pianoforte, e il mio migliore amico mi trascina a ballare.
Scoppio a ridere. Dopo tanto tempo in cui ho ricordato il dolore delle lacrime, lui torna a farmi sentire la felicità genuina e spensierata delle risate. Mi fa ballare, mi abbraccia, e per un attimo torna tutto al suo posto.
Perchè anche se fuori piove, il sole brilla comunque.
Ma veniamo interrotti dallo squillo del mio cellulare.
E' Cristine a chiamarmi, e quando mi parla ha la voce rotta dal pianto.
Non ero preparata all'impatto. Non sapevo nemmeno che mi stessi per schiantare.
Credevo di non poter andare più a fondo, credevo di non poter provare qualcosa che andasse oltre quel limite, ma le parole che sento mi fanno provare il terrore più puro, quello più freddo, atroce e oscuro. Mi investe, lacerandomi il cuore.
-Jake è uscito fuori strada, Charlene. Ha avuto un incidente- singhiozza Cristine -E' in coma. Non sappiamo se si risveglierà-
Sento freddo.

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