Capitolo 47.

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La mattina dopo, quando mi sono svegliata nel letto di Damian, il rumore di una leggera pioggerella invadeva la stanza, fungendo da sottofondo musicale, e ora, mentre verso il caffè nella mia tazza, il tempo peggiora leggermente, immergendo la città in un alone grigiastro dovuto ai nuvoloni presenti nel cielo.
Torno in camera, trovando Damian che sbadiglia e si stiracchia.
-Ti ho svegliato quando mi sono alzata?- chiedo piano, sedendomi sul letto a gambe incrociate, con la tazza bollente in mano. Sorseggio il caffè mentre Damian si appoggia allo schienale del letto e si passa le mani sul viso.
-No, tranquilla- biascica assonnato, ancora con gli occhi chiusi. Sembra stanchissimo, il che molto probabilmente è vero, visto che questa notte si rigirava in continuazione nel letto e di certo non ha dormito bene.
-Hai un aspetto orribile- osservo, guardandolo attentamente.
-Grazie mille, Darling- risponde, abbozzando un sorrisetto divertito, poi sbadiglia nuovamente e si scompiglia i capelli. Sorrido anche io.
-Non staranno crescendo troppo?- chiedo, porgendogli la tazza con il caffè e indicando con un cenno del mento i suoi capelli, che ormai sono abbastanza lunghi.
-In realtà voglio farli crescere- sbadiglia ancora prima di bere un sorso dalla mia tazza.
-Vuoi farti crescere i capelli?- domando stupita, osservandolo poi con le sopracciglia corrucciate.
-Li raso ai lati e dietro però- fa spallucce, sorseggiando il caffè.
Beh, personalmente trovo gli uomini con i capelli lunghi molto attraenti, per cui non mi dispiace per nulla.
Dopo aver protestato sonoramente perchè Damian ha finito del tutto il mio caffè, lo spedisco a versarne altro nella tazza, mentre io invece vado in bagno per fare una veloce skin care. Ho finito di stendere la maschera in argilla verde sul viso quando arriva tranquillamente con due tazze piene di caffè. Appoggia la tazza accanto a me e si siede sul lavandino, tenendo fra le mani la sua.
-Molto sexy- commenta con un ghigno, osservandomi. Gli scocco un'occhiataccia, poi gli lancio la bustina della maschera in tessuto del contorno occhi.
-Tu invece fai davvero schifo con quelle occhiaie. Metti la maschera sotto gli occhi-
-Questi straccetti?- borbotta scettico -Come dovrei metterli?- domanda schifato, facendo penzolare la bustina in plastica dal pollice e l'indice. Sbuffo, facendo una smorfia divertita e irritata allo stesso tempo, poi lascio perdere quello che stavo facendo e gli applico io le due piccole maschere sulle occhiaie. Lui approfitta della vicinanza dei nostri volti per rubarmi un bacio a stampo, posando le mani sui miei fianchi -Sei sempre bella, sempre sempre bella, Charlene Thompson- mormora sorridendo, facendomi alzare gli occhi al cielo.
-Sei un idiota adulatore del cavolo- ribatto, trattenendo un sorriso divertito. Fa spallucce, sempre con un ghigno in faccia, e scende con un balzo dal lavandino.
-Su, facciamo una foto per far vedere a tutti quanto siamo belli- esclama, sistemandosi dietro di me, di fronte allo specchio -Ti stai abbassando, per caso? Stai facendo concorrenza al nano che ha tuo padre nel giardino di casa- mi osserva con divertita curiosità.
-Vai a cagare- ribatto, afferrando il cellulare.
-Solo se vieni con me- mi da un bacio sul collo, sorridendo sulla mia pelle.
Invece di rispondere, sorrido e scatto la foto.
Alla fine Damian si intromette nella mia routine mattutina e mi costringe a fare anche a lui la mia stessa skin-care. Svuota tutto il mio bauletto, scegliendo, con il mio disappunto, l'ultima delle creme che tira fuori; mi costringe a mettergliela io, così si siede nel water e mi guarda dall'alto: disegno tanti piccoli fiorellini sul suo volto con la crema, poi scoppio a ridere nel notare quanto sia ridicolo.
Poi lui mi trascina di peso sul letto e incomincia a farmi il solletico, io rido e non faccio altro, e forse questo è uno dei momenti più belli che io abbia passato con lui. Ora non esiste passato, futuro, cose taciute; non esistono identità, pensieri o preoccupazioni: esisto io e il mio cuore che ride, esiste lui e i suoi occhi colmi di dolcezza, ed esistiamo noi. Solo noi, e niente altro.
Damian mi accarezza il viso, poi porta la mia mano sul suo petto: io sento il suo cuore battere forte, veloce, esattamente come il mio.
-Ti ho trovata come si trovano le cose belle: smettendo di cercare-
Mi brucia il cuore.
E io so che Damian è fra le persone che lasciano il segno.
E io so perchè dicono che l'amore muova il mondo.
-Raccontami un momento felice- sussurra, continuando ad accarezzarmi il viso, tenendosi con un gomito per non pesare su di me.
-Stava piovendo e io ballavo, le gocce nei vestiti, i pensieri fra le nuvole, libera fra gli alberi-
-Un po' ubriaca?- chiede divertito, dandomi poi un bacio sulla punta del naso.
-Un po' ubriaca- ammetto ridendo, posando la mia mano sul suo volto.
-E tuo fratello?- fa un mezzo sorriso e inclina il viso, senza perdere la dolcezza nello sguardo.
-Chris mi guardava contrariato dall'interno della baita- sorrido pure io -Poi ha dovuto subirsi la sua adorabile sorellina con la febbre per una settimana-
Lui scuote la testa, divertito, poi mi da un bacio sulla guancia, e un altro ancora sulle labbra, i nostri nasi si sfiorano, e lui torna ad accarezzarmi il viso, guardandomi come se fossi la pioggia nel deserto, dopo anni di siccità: rara, preziosa.
Io gli sfioro le labbra, poi gli occhi, il contorno del viso, poi passo le dita fra i suoi capelli.
"Cafunè: l'atto di passare le dita fra i capelli della persona amata"
Lo osservo cucinare la colazione con la musica accesa, e sento qualcosa... sembra ridicolo, visto che sta facendo una cosa tremendamente ordinaria, ma è così spensierato mentre canticchia, così se stesso, che sento qualcosa pulsare dentro al cuore, qualcosa di forte, profondo. Sento una sensazione che ti ustiona l'anima.
Il suo cellulare inizia a squillare, riportandomi alla realtà.
-Rispondi tu- dice tranquillo, senza nemmeno guardare chi lo sta chiamando, mentre segue la cottura del porridge. Mi mordicchio le labbra mentre mi sistemo accanto a lui, afferrando il cellulare.
-È Jaky- dico, accettando poi la chiamata -Ehi rompiscatole- lo saluto mettendo il vivavoce.
-Ma dove diamine hai il cellulare, quando serve?!- chiede immediatamente, stizzito -Ti ho chiamata già tre volte- sbraita, facendomi alzare gli occhi al cielo. Damian abbozza un sorriso divertito.
-Con quale argomentazione hai intenzione di essere irritante già a quest'ora del mattino, Jake?- cantileno, appoggiando la testa sulla spalla di Damian.
-Sono contento che tu abbia capito che dobbiamo affrontare un'importante conversazione su di me, che ovviamente sono il miglior soggetto di qualunque discorso- dice lui dall'altro capo del telefono.
-Che egocentrico del cavolo- borbotto, e sono sicura che mi abbia sentita e volutamente ignorata, visto che continua.
-Ho appena notato una voglia sconcertante sulla mia chiappa sinistra- mi informa tranquillamente, come se mi stesse parlando del meteo di oggi -E' letteralmente stupenda. Secondo me assomiglia al Texas. Dovresti vederla per capire quant'è bella. Se vuoi ti posso mandare una foto-
-La mia ragazza non vedrà il tuo fondoschiena, Jacob- s'intromette il fratello maggiore, scoccando un'occhiataccia al cellulare, come se Jake stesso potesse vederla.
"La mia ragazza"
Trattengo per un attimo il respiro, guardandolo come poche volte ho fatto. 
Lui, dopotutto, mi ha già detto chi sono per lui, mi ha già detto cosa prova.
"Sono tuo senza le catene ai polsi"
Appartenersi senza le catene. Scegliere di appartenere.
-Se la tua ragazza vuole ammirare l'ottava meraviglia del mondo moderno, ovvero la mia chiappa sinistra con la sua meravigliosa voglia, lei la guarderà e tu dovresti esserne fiero, fratellone- ribatte Jake
-Ci stai disturbando per questa scemenza, fratellino?-
-Veramente a te non ho nemmeno pensato. Volevo sentire Charlene, ma non rispondeva-
Damian alza gli occhi al cielo, sorridendo divertito.
-Torni a casa, oggi?- chiede invece, continuando a cucinare la colazione.
-Lo so che vi manco: sono una persona eccezionale e straordinaria, dopotutto. State tranquilli, raggi di sole, torno di pomeriggio-
-Che fortuna- ribatte sarcastico.
-Lo so, lo so, sono immensamente fortunato a essere me stesso- concorda vivacemente -Ora devo avvisare Ethan della mia voglia sulla chiappa sinistra. Credo si sentirà onorato di saperlo-
Chiude la chiamata senza nemmeno salutaci. Io e Damian ci scambiamo un sorriso divertito, perchè, dopotutto, cosa sarebbe la nostra vita senza le idiozie di Jake?
Io, ad ogni modo, ancora ho gli occhi su di lui.
-Mi stai guardando in modo strano, lo sai, Darling?-  chiede con un mezzo sorriso dolce.
-In che modo?- chiedo piano, giocherellando con la catenella che porto al collo.
-Sei nervosa- osserva -Tocchi sempre la medaglietta di tuo fratello quando sei nervosa-
Faccio spallucce.
-Come ti guardo?- domando ancora.
-Probabilmente nello stesso modo in cui ti guardo io- ribatte lui.
-E sono la tua ragazza- dico neutra, mordicchiandomi le labbra.
-È questo che ti rende nervosa, Darling?- domanda con un sorriso -Se vuoi posso chiedertelo, per me non c'è problema-
Io scuoto la testa.
Perché se me lo avesse chiesto esplicitamente, direttamente, non sarebbe mai stato Damian, e non saremmo mai stati noi.
Ma è reale lo stesso. Ciò che c'è fra noi è una delle cose più reali di tutta la mia vita.
-Allora il problema è?- chiede ancora, girandosi del tutto verso di me.
-Non c'è- ribatto -Non c'è assolutamente nessun problema-
-Sei sicura?- domanda, inclinando la testa mentre mi osserva.
-Sì- annuisco decisa -È alquanto scioccante, ma sta andando tutto bene- sorrido, passandogli nuovamente la mano sui capelli -Finisci di cucinare che ho fame- lo esorto, divertita.
-Cucino sempre per te, hai notato?- domanda sbuffando, acchiappandomi per farmi stare fra il suo petto e i fornelli. Appoggia il mento sulla mia spalla, posando un bacio sulla mia pelle.
-Per ora cucinerai sempre per me. Poi più avanti mi insegnerai, vero?- domando, inclinando la testa sulla mia spalla.
-Anche perché non potrò sempre cucinare io, e di certo non possiamo sopravvivere a pasti da asporto quando tocca a te-
Evito di rispondere a questo insulto alle mie doti culinarie.
-Forza, mia bellissima ragazza, andiamo a mangiare-
Ci sediamo sul divano e parliamo del più e del meno, poi, quando Damian inizia a parlare di allenamento qui in casa, per precauzione cerco su internet qualcosa da fare quando si è chiusi in casa.
-Vediamo...- mi mordicchio le labbra, scorrendo la lista -Posso creare il mio piccolo orto-
-Tutte le piante morirebbero nel giro di un'ora- mi stronca subito Damian, ricevendo una mia occhiata ammonitrice.
-Dare vita a una band musicale-
-Hai mai sentito come canti?-
-Scrivere una mappa dei miei pensieri- continuo come se non mi avesse interrotto.
-Fai prima ad andare e tornare dallo spazio-
Ora lo picchio.
-Iniziare un nuovo sport-
Damian scoppia a ridere e io tento di soffocarlo sotto il cuscino. Tutto nella norma, no?

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