Capitolo 43.

20.5K 565 16
                                    

Vedo Mojito sfrecciare velocemente lungo il giardino, cercando molto motivato di prendere un insetto. Io e Caroline lo osserviamo divertite, sedute sul letto da giardino di fuori: un materasso con cuscini e lenzuola messo in un'ampolla di fili di legno scuro.
-Hai sentito Jake?- chiede Caroline dopo un po', voltando il viso verso di me.
-Ha bisogno di stare solo per un po', Carol- rispondo, cancellando un intero paragrafo -Mi ha scritto di non preoccuparmi, come se bastasse a tranquillizzarmi- borbotto un pelino sarcastica, cercando di trovare le parole adatte per esprimere il concetto che ho in testa.
-Non sai...?-
-No, non lo so- faccio un sospiro, mordicchiandomi le labbra -Qualunque cosa sia successa, non vuole parlarne- e questo mi preoccupa più di quanto riusciate a immaginare.
-E Damian?- domanda, titubante, continuando a osservarmi, leggermente preoccupata.
Faccio una smorfia, reprimendo il dolore che la sua mancanza provoca in me.
-Damian sa dove trovarmi, in caso voglia stare con me. Io non ho più nulla da dirgli-
Caroline apre la bocca per dire qualcosa, ma a quanto pare ci ripensa e torna al suo disegno.
-Quelle siamo noi due!- esclamo sorpreso, guardando da sopra la sua spalla il ritratto che sta facendo: una nostra vecchia foto di quando eravamo più piccole, io la tenevo in braccio e lei si era aggrappata a me con le braccia intorno al collo, e stavamo ridendo.
-E' una delle foto più belle che abbiamo- dice lei, osservandomi nervosa -Ho pesato che sarebbe stato carino appendere il quadro in casa, no?-
L'attiro di scatto a me, dandole un bacio sulla fronte.
-Sarebbe stupendo- concordo, sorridendo dolcemente. Caroline mi sorride di rimando, raggiante, poi appoggia la testa sulla mia spalla, mentre osserviamo Mojito abbaiare verso un uccellino che svolazza sopra il giardino.
-Sono contenta di averti ritrovato, Charlene- bisbiglia mia sorella.
-Sono contenta anche io, sorellina- rispondo, accarezzandole i capelli -Sei la cosa più importante, tesoro. Vedrai che andrà tutto bene- 
Caroline si volta verso di me, mordicchiandosi le labbra. 
-Non è una cattiva persona, sorellona- dice piano -Io ho visto come l'hai guardato, e tu non avresti avuto quegli occhi se lui non lo meritasse. E lui... Nessuno ti guarda in quel modo se non provasse qualcosa di forte per te- 
Non rispondo. 
Quando torniamo in casa è già ora di pranzo, per cui ci sediamo con Rosa a tavola. Lei alla fine ha preso a cuore Caroline, dopo che ho spiegato sia a lei che a mio padre come stava la situazione, e ora non perde occasione di lamentarsi della magrezza di mia sorella, prendendo la missione di farle mettere su peso come qualcosa di personale. 
Beh, in verità non mi stupisce per niente: Rosa vede tutti eccessivamente magri. E, inoltre, sembra seriamente preoccupata per la sua pelle "leggermente cadaverica", e le misura la febbre. 
-Oh, dovresti proprio prendere delle vitamine, cara. Questo pallore è preoccupante- dice poi, quando il termometro chiarisce che Caroline non ha nulla che non vada, dopo di che si assicura che mangi tutto quello che le mette nel piatto, come se così almeno compensasse la sua "statura cagionevole". 
In tutto ciò mi scocca delle occhiatacce e aggiunge cibo anche al mio piatto, come se fosse colpa mia che non do il buon esempio. Ogni tanto ci osserva contrariata, con le mani sui fianchi, poi scuote la testa, sospira e torna in cucina.
Seduta su una panchina, con il computer sulle gambe, osservo il cielo, poi chiudo gli occhi per un attimo, godendomi quel poco sole che mi scalda la pelle, visto che sta scomparendo oltre l'orizzonte, colorando le nuvole dei colori più caldi. 
Sono venuta nel parchetto isolato che mi ha fatto conoscere Damian, quello dove abbiamo portato Tyler e quello in cui si è fermato in macchina quel giorno piovoso. Oggi c'è un venticello abbastanza freddo, per cui ho indossato una felpa... la felpa di Damian, in realtà, quella nera che ho da tanto in casa. Non so perchè io abbia scelto proprio la sua, ma è stato più forte di me, quando l'ho vista dentro il mio armadio. 
Giocherello con la catenella di Chris, fissando insistentemente lo schermo del computer, dove aperta c'è la pagina con il capitolo che sto scrivendo, però poi torno a guardare il cielo, frustrata, appoggiando la testa alla panchina. 
Possiamo tornare a quando la mia preoccupazione più grande era impedire a Chris di fondere la lavatrice?
Prendo il cellulare dopo averlo sentito vibrare, grata per una distrazione. 

Un Porto Sicuro.Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum