Capitolo 3

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Ricordo perfettamente quel giorno:ogni particolare,ogni dettaglio.Un nitido ricordo che rivivo spesso,come uno dei momenti migliori della mia vita.
A quel tempo era molto piccola,avevo appena compiuto 6 anni. Ero molto diversa da come sono  adesso: debole,insicura,fragile. Non riuscivo a cavarmela senza l'aiuto dei miei genitori e ogni volta che perdevo o mi ferivo, l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Non ero mai stata in grado di reagire,nessuno mi aveva insegnato come fare.Poi,incontrai Eren.
Ogni giorno mia madre mi accompagnava al parco e mentre io stavo a giocare,lei andava a fare la spesa nel supermercato che stava proprio lì a fianco.Non mi lasciava sola per molto:10,15 minuti al massimo.Ma era proprio in quei momenti che  loro entravano in azione...erano tre:io le chiamavo V.V.V, Vanitose,Viziate,Velenose.Erano perfide ed avevano la mia stessa età,ma con molta più forza di me.Da tempo ero diventata il loro bersaglio ed il loro passatempo preferito era farmi dispetti.Iniziarono con degli sgambetti,che poi diventarono spintoni,che poi diventarono calci.Mi tiravano la terra addosso,mi deridevano,mi rubavano le cose.E io sopportavo,in silenzio.Ma un giorno qualcosa cambiò:lo notai subito.Quel pomeriggio,quando arrivai al parco,non c'erano solamente le 3 v ad aspettarmi:sull'antalena,insieme ad un suo amico biondo,si stava dondolando un bambino che non avevo mai visto.Aveva due grandi occhi verdi e portava al collo una sciarpa rossa.Ancora non sapevo che quella sciarpa sarebbe presto diventata mia.
"Che cos'hai qui?"disse la più alta del gruppo, quella che doveva essere il capo "Già,che cos'è?"fecero coro le altre due."È una collana che mi ha regalato la mamma"risposi timidamente abbassando lo sguardo e stringendo quasi automaticamente il ciondolo "Scommetto che starebbe molto meglio a me"sghignazzò la più perfida "Fammela provare!""Si,fagliela provare!".Sapevo che non me l'avrebbe ridata,non volevo dargliela."Allora?!Che cavolo stai aspettando?!"mi gridò contro lei,sbattendo i piedi a terra "Non voglio..."mormorai "Cosa?""Non-"Non feci in tempo a finire la frase che una voce anticipò la mia risposta:"Se non te la vuole prestare,la devi lasciare in pace!Hai capito?!".Alzando lo sguardo ,vidi che tra me e le tre arpie,si era messo in mezzo il ragazzo che prima si dondolava sull'antalena:era la prima volta che qualcuno mi difendeva e io non potei fare a meno di arrossire."E tu cosa vuoi?Vattene via moccioso!Se non vuoi che vada a chiamare mio fratello!""Non se ne parla:chiama chi ti pare,ma io non mi muoverò da qui!""Fa come vuoi!"gli gridò contro la ragazza,con un filo di esitazione nella voce"Noi ce ne andiamo!".Così dicendo corse via,seguita dalle sue amichette.Rimasi per qualche istante con gli occhi ancora fissi sul terreno:mi vergognavo.Non ero riuscita a difendermi,mi sentivo patetica."Va tutto bene?"il suo tono di voce era cambiato radicalmente:non era più arrabbiato,ma dolce e premuroso.Alzai gli occhi e guardai in faccia il mio "salvatore":mi sorrideva amichevolmente e  da dietro di lui spuntava la figura del bambino biondo con cui  stava giocando prima."Io mi chiamo Eren e lui Armin,tu invece?".Restai in silenzio per un po',come se mi avesse posto una domanda complicatissima,come se dovessi ragionare per ricordare il mio nome."Grazie"dissi alla fine,non rispondendo "Non dovevi" "Stupidate"mi bloccò subito lui,con tono deciso "Quelle la si stavano prendendo gioco di te!Non potevo stare a guardare!La prossima volta tiragli un pugno sul naso,vedrai che non ti daranno più fastidio!" "Eren!"intervenne per la prima volta Armin"Non puoi risolvere tutto con un pugno sul naso!" "E questo chi lo dice?!". A quel punto mi scappò una risata,che mi uscì molto più rumorosa di quanto pensassi:subito i due mi fissarono straniti, poi cominciarono a ridere insieme a me.Quando arrivò la mamma per portarmi a casa ,io li salutai con un cenno, ma Eren mi afferrò la mano: "Non ci hai detto come ti chiami" disse guardandomi negl'occhi "Mikasa" risposi a voce bassa,imbarazzata. "Mikasa" ripetè come stupito"Gran bel nome!"e poi corse via insieme ad Armin. Mentre lo osservavo andare via,provai qualcosa di strano, come mai prima di allora :mi sentivo le guance bruciare, il cuore battere all'impazzata e lo stomaco attorcigliarsi su se stesso. Quando,sul tragitto di ritorno,lo raccontai alla mamma, lei scoppiò a ridere: "Non hai nulla di strano Mikasa, sei solo innamorata".
Nei giorni seguenti le V.V.V. non si presentarono al parco ed io, Eren e Armin diventammo un gruppo inseparabile:mi piaceva stare con loro, Armin era più ragionevole di Eren, che invece si scaldava subito. Ero così felice di essermi fatta dei veri amici e ancora più entusiasta che quelle tre se ne fossero andate. Pensavo di aver chiuso con loro per sempre, ma mi sbagliavo.Era un pomeriggio come un altro: stavamo giocando a nascondino e io mi ero rannicchiata dietro un cespuglio. Armin stava cercando me ed Eren, quando ad un tratto sentii la voce di un ragazzo sconosciuto, seguita da altre che invece conoscevo bene. Scostai qualche foglia e lo scenario che mi ritrovai ad osservare non era dei migliori : le V.V.V. erano tornate, ma con loro avevano portato il fratello della più grande.Vidi che il tipo aveva sollevato Armin per il colletto, che pur dimenandosi freneticamente non riusciva a liberarsi."Dove sono i tuoi amici,eh,mocciosetto?" "Non te lo dirò mai!" "Ah si?" detto ciò scagliò Armin a terra ,che andò a sbattere contro un albero.Volevo fare qualcosa, dovevo intervenire.Ma Eren arrivò prima di me."Non toccare il mio amico,ciccione bastardo!!" urlò lanciandosi contro il ragazzo,che però fu più veloce e lo bloccò stringendolo per le braccia. "Come mi hai chiamato?" "Ciccione bastardo!"scandì Eren,con tanto di sputo alla fine. Il fratello allora lanciò anche lui a terra, per poi completare l'opera con un calcio. Intanto le tre racchie scrutavano con lo sguardo il parco,alla ricerca di qualcosa: me,era me che cercavano. Non ne potevo più di stare a guardare mentre i miei amici si battevano: non volevo essere debole.Quelle la erano venute per me e a rimetterci erano Eren ed Armin. Non potevo sopportarlo. Così uscii dal nascondiglio e subito catturai l'attenzione di tutti."Scappa Mikasa!Ci pensiamo noi!"mi gridò Eren,con il labbro e il ginocchio che sanguinavano. "No!"risposi con il tono più deciso che potessi assumere"Non vi lascerò da soli!". Mentre dicevo così,corsi contro il ragazzo grande,sperando di riuscire a colpirlo con un calcio: inutile dire che mi bloccò senza problemi."Mia sorella vuole la tua collana" mi spiegò senza giri di parole "e tu gliela devi dare!" "Non cedere Mik-": Eren venne zittito con un calcio."Eren..."mormorai sentendo le lacrime salate che mi rigavano le guance."Va bene" mi arresi alla fine e slacciai  la collana "tieni". "Sei molto più ragionevole del tuo amichetto"sghignazzò il ragazzo più grande lanciando un occhiata ad Eren "oh...io non credo proprio" pensai ad alta voce. Ma lui non mi sentì: si era accasciato a terra...per il calcio tra le gambe che gli avevo appena sferrato."Piccola puttana" grugnì "cosa pensi di-" :un altro colpo,con un bastone questa volta. E un altro. E un altro."Andate viaaaa!" gridai rivolgendomi alle tre v "Portate lontano le vostre luride chiappe!". "Andiamo!"biascicò il fratello"Questa è  matta!". E così dicendo,corse via seguito dalle bambinette. Quando erano ormai lontani, pensai che dopo quello che avevo appena fatto Eren e Armin avessero paura di me : temevo di averli persi. "Mikasa" mi voltai verso Eren "sei stata....GRANDIOSAA!" urlò abbracciandomi fortissimo. "Ti sei difesa benissimo" aggiunse staccandosi immediatamente, come se fosse anche lui un po' imbarazzato."Eren ha ragione!" lo incalzò Armin "Ci hai salvato!" "Ho solo ricambiato un favore..."replicai cercando di non sentirmi imbarazzata, abbassando lo sguardo e portandomi una mano sul collo. In quel momento lo realizzai."L'hanno presa" dissi abbattuta "Nella confusione sono riuscite a portarsela con loro". Lessi negli occhi di Eren un forte sconforto: mi dispiaceva vederlo così."Non è nulla" aggiunsi subito per sdrammatizzare "Non era così...". Nel giro di pochi secondi Eren si era levato la sciarpa e ora me la stava avvolgendo intorno al collo: il suo tocco era delicato e la lana portava il suo dolce profumo ."Non è bella quanto una collana, ma prendila come un ringraziamento per quello che hai fatto". Non feci nemmeno in tempo a replicare che la mamma mi chiamò per andare a casa. Non riuscii nemmeno a dirgli grazie. Ero pietrificata. Mentre tornavo a casa,quel giorno,compresi una cosa molto importante: ero davvero innamorata di Eren.

Ciao a tutti🤗💗Questo è il terzo capitolo che mi è venuto davvero lungo😅Cmq spero vi piaccia,perchè mi sono impegnata un sacco...anche perchè penso che l'incontro tra Eren e mikasa sia un parte molto importante.E niente,ci vediamo al prossimo capitolo🖐❤

Tell Me You Love Me [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora