Capitolo 103

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"Non è che ho esagerato con il trucco?" chiedo alla mamma mentre lei mi arriccia i capelli con la piastra "Stai benissimo: è un trucco molto delicato, non sembri volgare". Tiro un sospiro di sollievo. Ma ecco subito un altro pensiero. "E il vestito? Le ragazze dicono sia perfetto, ma questa scollatura..." dico tirandomi su la stoffa dello scollo, tentando di coprire la parte di reggiseno che s'intravede  "Mikasa, non sei una suora. Per un reggiseno non si scandalizzerà nessuno".  Sospiro nuovamente, anche se sento già l'insorgere di una nuova paranoia nella mia mente. "Che poi non mi sono mai fatta mossa, se non st-" comincio di nuovo io, ma vengo interrotta. "Mikasa" mi tranquillizza per l'ennesima volta la mamma "sarai stupenda e lui ti adorerà: lo farebbe anche se ti fossi presentata in pigiama!". Rido: potrebbe anche essere. "Devi stare rilassata: questa sarà una delle serate migliori della tua vita. Non vorrai mica guardarti indietro e rimpiangere di non essertela goduta fino in fondo?". Scuoto la testa: non voglio lasciare che l'ansia mi rovini questo momento. "Bene. Allora puoi metterti il cuore in pace, chiudere la bocca e lasciarmi finire questi boccoli? Sai, fare la parrucchiera e la psicologa allo stesso tempo non è facile come potrebbe sembrare..." conclude lei ed io ridacchio di nuovo: sono proprio le parole che avevo bisogno di sentire.

"Mikasa sei ancora in bagno?" mi grida la mamma dal piano di sotto "lo sai che sarà qui a momenti?". Lo so, lo so. Mi controllo ancora allo specchio: il trucco è ancora integro ed i capelli ancora caldi. Guardo l'orario sul telefono: manca qualche minuto alle otto. Eren dovrebbe arrivare proprio per quell'ora. E non penso si farà aspettare. Din don . Oddio. No, no. no. Mi sistemo freneticamente i boccoli. "Si sta finendo di preparare, vado a chiamarla" sento dire la mamma "Dille che se non ha finito la aspetto: non vorrei metterle fretta". Sorrido: è così carino. "Ah no Eren, tu sei troppo buono!" ribatte mia madre e i suoi passi rimbombano su per i gradini. Nel giro di pochi istanti la porta del bagno si spalanca:"è troppo tenero: non  ce la faccio! Vieni giù!". Esito ancora qualche secondo davanti allo specchio. "Mikasa, santo cielo, muovi quelle gambe!" mi mette fretta la mamma, che all'improvviso mi sembra agitata: probabilmente è l'emozione di vedere la propria figlia andare ad un ballo per la prima volta. O semplicemente se sono così ansiosa, da qualcuno avrò pur dovuto prendere. "Eccola che arriva!" mi precede lei, scendendo in fretta i gradini. Io comincio a scendere lentamente, tenendo lo sguardo fisso verso il basso, con la paura di incrociare i suoi occhi. Mi sento come pervadere da un forte imbarazzo, che mi impedisce di voltarmi verso di lui. Non so quale potrebbe essere la sua reazione nel vedermi così agghindata: insomma, penso di non essermi mai messa così in tiro. Quando sono quasi alla fine della scalinata, un impeto di curiosità mi spinge ad alzare lo testa. Ed eccolo lì, il mio Eren: indossa un smoking nero ed ha messo un po' di gel nei capelli, per renderli più ordinati. La cosa su cui però mi si posa subito lo sguardo è il mazzo di fiori che tiene tra le mani: saranno una decina di rose bianche, strette da un nastro rosa. Come smetto di ammirare i fiori, incrocio finalmente i suoi occhi. Ci fissiamo per un po', dimenticandoci della presenza di mia madre a pochi metri. Vedo che lui prova a dire qualcosa, ma la frase gli muore in un sorriso. Sorrido anche io. Decido che sia il momento di dire qualcosa. Comincio a parlare, ma le nostre voci si accavallano: ci zittiamo all'unisono, creando un momento tanto imbarazzante , quanto tenero. Segue di nuovo il silenzio, dove entrambi tentiamo di capire chi e quando dovrebbe parlare. Alla fine è lui a cominciare: "Sei davvero mozza fiato sta sera". Arrossisco. "Grazie"rispondo timidamente "Non ringraziarmi: vorrei non essere così banale. Ma non trovo le parole". I suoi occhi brillano mentre parla. "Anche tu stai bene" dico, sistemandogli il papillon "Ho tentato di rendermi presentabile"mi risponde con non chalace . Rido: chissà quante ore ci avrà messo per preparasi. Chissà se lui avrà pensato lo stesso di me. 

"Stia tranquillo, la riporterò a casa personalmente" promette Eren a mio padre: quando parla con lui diventa serissimo, per dimostrargli che si può fidare. Non vuole litigare con lui. "Non fate troppo tardi" si raccomanda papà e mamma alza gli occhi al cielo:"Caro succede una volta all'anno: lascia che si divertino!". Detto questo mi fa l'occhiolino, per poi lanciare ad Eren un'occhiata d'intesa. "Ora andate: non vecchi vi abbiamo già trattenuto troppo!Andate, avanti!" esclama spingendoci fuori di casa e noi riusciamo a malapena a pronunciare qualche saluto, che la porta si chiude alle spalle. Ci rivolgiamo alcuni sguardi straniti, per poi scoppiare in una breve risata. Lui mi afferra la mano ed io ricambio la stretta. Cominciamo a camminare, io con la testa leggermente appoggiata sul suo braccio. "Quelle rose sono proprio bellissime" commento con aria sognante. "Sai cos'altro lo è?" mi domanda "Cosa?" chiedo ingenuamente. Lui si ferma e io alzo lo sguardo verso i suoi occhi: "tu".

Wellaaaa😁😁ECCOMI DI NUOVOOO🤣🤣 Come state? Siete pronti per l'estate? Io non vedo l'ora: ma ormai è finita yuuuuhhuhh😍😍 Anyway, questo era il nuovo ( e penultimo) capitolo, spero vi sia piaciuto!💗 Se volete commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!❤ Alla prossima🙈
Byeee💗

Tell Me You Love Me [Completa]Where stories live. Discover now