Capitolo 38

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Inizio a scaldare il tè e nel frattempo prendo qualche biscotto dalla dispensa. "Non troverai niente li" dice una voce alle mie spalle, facendomi sobbalzare. "Mamma" dico voltandomi e mi chino a raccogliere la scatola che ho fatto cadere per lo spavento "Non pensavo che saresti tornata così presto. Sei andata a fare la spesa?". "Si" mi dice posando due borse ricolme di cibo "Lo so che non segue la mia filosofia, ma non era rimasto nulla". Rovista per un po' in una delle due buste e tira fuori una scatola di biscotti al cioccolato: sa che sono quelli che io e papà preferiamo. "Grazie" le dico tirandonde fuori una decina per papà ed una per me. Poso i biscotti e  la tazzina di tè su un vassoio e vado in camera di papà, ma già a tre metri dalla stanza si sente il suo forte russare. Forse è meglio se questa la tengo per dopo, penso tornando indietro in punta di piedi.
Mi pettino i capelli con forza, non riuscendo comunque a districarli: forse è giunto il momento di tagliarli. So che Sasha mi ucciderà, ma non ne posso più. "Sei sicura? Guarda che ci mettono un po' a ricrescere" mi avverte la mamma prima che esca da casa "Tranquilla, so quello che faccio" le rispondo e mi tiro dietro la porta. Appena esco la luce forte mi acceca gli occhi e subito mi rifugio sotto le ombre delle case che costeggiano la strada. Essendo domenica non c'è molto traffico e nell'aria alleggia il profumo di ciliegio, dimostrando la presenza della primavera. Il cielo è terso, senza nubi, frastagliato dalle cime dei palazzi. Il parrucchiere non è molto lontano da qui e per ciò me la prendo comoda. Cammino rilassata, senza pensieri, godendomi il canto degli uccelli. Ad un tratto sento qualcosa di morbido strusciarmi contro la gamba: appena abbasso gli occhi mi ritrovo una tenera palla di pelo che cerca attenzioni. È un piccolo gattino, completamente nero, con due vispi occhi verdi che risaltano come non mai su quel pelo così scuro. Sarà solo per questo particolare o perchè lo vedo ovunque, ma il cucciolo mi ricorda Eren. Inizio a fargli qualche carezza, chinandomi per osservarlo meglio: è curato, visto che ha un pelo lucidissimo, ma non porta il collare con la targhetta. Continuo a coccolarlo per un po' e lui in risposta mi riempe di fusa, continuando a strusciarsi contro la mia gamba. È così adorabile. "Vorrei restare" gli dico, come se potesse capirmi " Ma devo andare per forza". Gli faccio un ultimo grattino sotto il collo, per poi alzarmi e riprendere a camminare. Mi ci vogliono un paio di minuti per realizzare che mi sta seguendo: è proprio dietro di me, come un cagnolino che segue il suo padrone, con la differenza che lui è un gatto e che io non sapevo della sua esistenza fino a pochi minuti fa. Per adesso non mi chiedo come farò se non la smetterà di seguirmi, anche se un'idea inizia a prendere piede nella mia mente: se lo portassi a casa? 'Assolutamente no! Mikasa, lo sai che tua madre non vuole animali domestici!' mi ricorda la voce, sempre più fastidiosa, ma io preferisco ignorarla. Persa come sono nei miei pensieri, non mi accorgo che sto già sorpassando il parrucchiere. 'Forse è meglio se pensi a dove vai' mi schernisce mentre sto per entrare nel negozio,ma quando mi volto lui è ancora qui. "Okay tu qui non puoi entrare" gli parlo di nuovo prendendolo in braccio per posarlo un po' più in là dalla porta "Resta qui. Non ci vorrà molto". Lui mi fissa con i suoi occhioni verdi per poi accucciarsi sul marciapiedi. "Bravo" gli dico facendogli un'ultima carezza , per poi decidermi finalmente ad entrare.
"Di questa lunghezza?" mi chiede la ragazza  sorridente, con l'aria di chi non vede l'ora di mettersi all'opera. "Si" le rispondo sicura, cercando di convincermi che è quello che voglio. "Ottimo allora" mi dice ed inizia a tagliare i capelli con foga: osservo le mie lunghe ciocche corvine cadere a terra ed il pavimento che si riempie pian piano dei miei capelli. Quando finalmente ha finito, devo dire che sono soddisfatta: il taglio è corto, ma non troppo,un caschetto scalato,  senza frangia, comodo, ma a mio parere carino. "Ti da un'aria da signorina" mi dice la ragazza notando che mi sto guardando allo specchio "Ti si addice proprio". 'Come se te lo potesse dire che in realtà fai schifo con questo nuovo taglio' ridacchia la vocina, che oggi è proprio insopportabile. Mentre pago alla cassa, noto che guarda fuori dalla porta a vetri. "È proprio carino il tuo gattino" dice con tono smielato "Come si chiama?""In realtà non è mio: l'ho incontrato questa mattina e non ha ancora smesso di seguirmi" le spiego e noto un leggero cambio di espressione: sembra sorpresa. "Allora è destino!" dice un pochino esaltata, come se si stesse parlando di un ragazzo e non di un gatto "Forse ha ragione" le rispondo, per poi salutarla.
"Magari sei davvero un segno del destino" penso ad alta voce, mentre il gattino continua a seguirmi. Devo prendere una decisione: sono vicina a casa e devo scegliere se scacciarlo oppure tenerlo con me. 'Mikasa, non fare cazzate. È un gatto, un essere vivente, devi prendertene cura. E con "prendertene cura" intendo anche raccogliere le sue adorabili cacchette' cerca di farmi ragionare la voce, ma io credo di aver già preso la mia decisione.

Buonasera 🙆🏻‍♀️ scusatemi se ieri non ho postato, ma non ero nel giusto m00d... un po' giù di morale. Cmq oggi è stata una giornata stupenda e infatti mi è uscito un capitolo di 900 parole😀A voi com'è andata?💗
Byeeee

Tell Me You Love Me [Completa]Where stories live. Discover now