Capitolo 48

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È ormai dall'inizio dell'ora che continuo a fissare imperterrita l'orologio appeso al muro della classe, rivolgendo anche qualche occhiatina a Yoko: da quando è finito l'intervallo si è comportata in modo normalissimo, come se nulla fosse mai successo. Il fatto che sia così brava a nascondere ciò che realmente prova,mi fa paura, ma allo stesso tempo mi sorprende: quella volta in spogliatoio e anche oggi, mentre mi parlava, il linguaggio del suo corpo comunicava perfettamente le sue emozioni. Invece adesso, quasi faccio fatica ad immaginare su di lei un comportamento così insicuro e pauroso. Anche ora, appena le rivolgo l'ennesima occhiatina sospetta, la vedo chiacchierare sotto voce con le altre due, atteggiandosi da smorfiosa. La domanda,quindi, mi sorge spontanea: quale delle due è la vera Yoko?
La campanella delle quarta ora interrompe il discorso del professor Erwin, che inizia a dettare i compiti. Come afferro la biro per scrivere gli esercizi sul diario, mi accorgo di avere le mani sudate: sono in ansia. Mi volto leggermente e noto che Sasha non ha nemmeno aperto l'astuccio: fissa il quaderno con lo sguardo spento, riflettendo intensamente. "Sasha" la risveglio io, scuotendole leggermente la spalla "devi scrivere i compiti" "Si,si" mi risponde con tono piatto lei ed io posso tranquillamente immaginare la natura di quel comportamento: è in pensiero per me e ,per quanto si sforzi, non riesce a nasconderlo. Mi dispiace vederla così ed inizio a pentirmi della decisione presa: più guardo con quanta naturalezza si comporta Yoko, più mi convinco che dovrei "bidonare" quell'appuntamento. "Yoko, potresti portare questi documenti in segreteria?" le chiede il prof Erwin e subito lei si alza per andare alla cattedra. La sto ancora fissando quando si chiude la porta dell'aula alle spalle... e la noto: una occhiata fugace nella mia direzione. In quella frazione di secondo, riconosco gli occhi spaventati e timorosi di oggi. "Professore, potrei andare in bagno?" chiedo alzando la mano.
Mi affretto a raggiungere il bagno e lei è li che mi aspetta: non ha più l'aria smorfiosa di prima e nemmeno quella sicurezza così lampante, quanto fasulla. "Ascolta" inzia non lasciandomi nemmeno il tempo di pronunciare una sillaba "non abbiamo molto tempo. So che tu pensi che io abbia recitato quella volta in spogliatoio, che non lo pensassi davvero quello che stavo dicendo". Un po' è vero, ha ragione. "E probabilmente dipende dal fatto che dopo, durante l'allenamento, ti ho ignorata" "Beh diciamo che non ti sei limitata ad ignorarmi solo lì" preciso, con tono leggermente acido " Anche tu hai fatto lo stesso..." mi rammenta lei, con un tono affranto. "Il punto è che, dopo essermi scusata con Armin ed Eren, ho notato che lui non era così propenso a perdonarmi :ho avuto paura di crearti dei problemi. Pensavo che sarebbe stato meglio se mi fossi allontanata, che fosse stata una pessima idea". Mentre parla, non riesce a guardarmi negli occhi,fissa il pavimento. "E poi..." continua dopo una breve pausa "Forse non potrei nemmeno essere tua amica".  "Non potrei" ripeto sotto voce, notando il verbo che ha scelto: potere. Se prima lo avevo intuito, ora mi è più che chiaro, ma aspetto che sia lei a dirmelo. "Quelle due... ecco... ti odiano, insomma... e non accetterebbero mai il fatto che io sia venuta a scusarmi con te. Mi ucciderebbero". Ecco, lo ha detto. "Ora capisco tutti i tuoi comportamenti così attenti e timorosi" rifletto ad alta voce e lei per la prima volta alza lo sguardo, che mi appare sconvolto: forse pensava di essere riuscita a nascondermelo. "Indossi sempre una maschera quando sei  con loro, fai credere di essere come loro. Ma non è così. Vero?" continuo con tono deciso e lei abbassa nuovamente lo sguardo come risposta: è un si. Il silenzio cala nel bagno e per la prima volta noto che il rubinetto del lavandino perde acqua. Le gocce cadono senza sosta, scandendo il tempo, come il ticchettio di un orologio. " Okay" rompo il silenzio  "Forse anche io dovrei scusarmi: non conoscevo le tue ragioni e sono saltata a conclusioni affrettate. Sono felice di sapere che tu non sia come loro, pensavo fosse solo una presa in giro". Lei mi sorride, con gli occhi lucidi e mi abbraccia. Io rimango un attimo scioccata da quel gesto così naturale ed inaspettato , fino a quando non realizzo una cosa: mi sono appena fatta una nuova amica.

Buongiorno ecco il nuovo capitolo 🙆🏻‍♀️ scusate la breve assenza, cercherò di recuperare 😫 anyway, spero che il capitolo vi piaccia e vi invito a scrivere cosa ne pensiate nei commenti. Byeee💜

Tell Me You Love Me [Completa]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt