Capitolo 82

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Arrivo in classe, accompagnata dalle altre. Subito cerco Eren e in poco tempo i nostri sguardi s' incrociano: la stanza mi pare diventare vuota, i rumori intorno a me si affievoliscono fino a scomparire. Per qualche istante, ho come l'impressione di essere da sola con lui. Stiamo in silenzio a guardarci, ma i suoi occhi mi comunicano più di quanto pensa. Ad interrompere il momento è la campanella: a quanto pare dovrò rimandare ancora questa faccenda.
Non ascolto una sola parola del professor Erwin. Nemmeno una sillaba. Sto con gli occhi fissi sulla lavagna, fingendo di essere totalmente assorta dalla sua spiegazione. Ogni tanto faccio uno scarabocchio sul quaderno, per dare l'idea di prendere appunti. Non me ne voglia professor Erwin: ho altre cose per la testa ora. Controllo l'orologio costantemente, contando e ricontando i minuti che mi separano dell'intervallo. Eren è due banchi dietro di me, vicino ad Armin: non mi attento nemmeno a voltarmi. Per la prima volta, da quando lo conosco, ho paura del suo sguardo. Certo, anche prima spesso tentavo di evitarlo... ma per l'imbarazzo. Ora è perchè ho paura di quello che potrebbe dirmi: quando sono entrata, lo sguardo che ci siamo rivolti... penso non mi abbia mai guardata in quel modo. Quel verde così acceso che amo alla follia, ora mi pare cupo e spento.
La noia della lezione è spezzata dal suono probabilmente più amato da tutti noi studenti: la campanella. Erwin blatera qualcosa sui compiti per casa, ma metà della classe si è già alzata. Io resto immobile per un po' , come se tutta la fretta e l'attesa che avevo di questo momento si fossero prosciugate. Alla fine prendo coraggio e mi volto verso di lui: il suo banco è vuoto. Sbaglio, o sta scappando? Forse non sono l'unica che ha paura di litigare... Mi dirigo da Armin e non devo nemmeno formulare la domanda, che lui mi risponde senza pensare: "È in terrazza".
La terrazza? Penso mentre marcio nei corridoi, facendo lo slalom tra la gente. Probabilmente vuole un luogo tranquillo dove parlare... o dove fare una scenata. Dipende. Il difetto di conoscerlo così bene, è che sono fin troppo consapevole del fatto che le probabilità che la seconda opzione accada superino di gran lunga quelle della prima. Stringo i pugni: questa è la prima e ultima volta che esco con Levi.
Arrivo davanti alla scalinata che porta alla terrazza. Mi fa un certo effetto ritornare qui dopo quello che è successo con le due V. Ora che ci penso, è un po' come se questo luogo mi portasse solo sventura.  Tiro un respiro profondo. Piantala di pensare a queste scemenze e concentrati su cose serie. Inizio a salire i gradini, prima lentamente, poi sempre più in fretta: gli ultimi li faccio correndo. Apro la porta di botto, con un po' di fiatone. Eren è in un angolo, che osserva il panorama: il cielo è sempre più grigio e nell'aria si respira l'atmosfera che precede un temporale. "Eccoti" dice, senza voltarsi nella mia direzione: la sua voce è piatta. Non c'è rabbia, nè tristezza. Nulla. E questo mi spaventa ancora di più. "C-ciao" lo saluto e faccio qualche passo verso di lui, che continua a rimanere immobile. "Mi vuoi spiegare che ci facevi ieri, da sola, insieme a Levi?" mi domanda secco e questa volta il suo tono di voce è più irritato: sta provando a trattenere le sue emozioni, fallendo. "Eren non è successo nulla... davvero" inizio a spiegare io e la voce mi trema, anche se io provi a farla uscire con il tono più deciso possibile. "Non hai riposto alla mia domanda" mi interrompe lui, voltandosi verso di me: il suo sguardo mi gela. "Ti ho chiesto il perchè" mi ripete, enfatizzando sull'ultima parola: vuole delle spiegazioni. "Me l'ha chiesto lui" gli rispondo, anche se come risposta non va molto a mio favore: detta in questo modo è piuttosto fraintendibile... Provo a chiarire meglio questa affermazione, ma lui  non mi lascia parlare. "Ah fantastico" esordisce con tono cinico "Sono felice di sapere che preferisci uscire con lui, che con il tuo fidanzato". Le sue parole mi trafiggono come lame. Solo ora ricordo di avergli detto di non venirmi a prendere ieri... Le cose vanno sempre peggio. " Eren come puoi dirlo?" gli domando io, avvicinandomi ancora e questa volta lui fa un piccolo passo indietro. Questo gesto mi uccide. È così irreparabile quello che ho fatto? "E-Eren  io non potrei mai preferire Levi a te..." dico con la voce che s'incrina sempre di più "Allora perchè ieri eri con lui?!" mi chiede, quasi urlando. Io ho un piccolo sobbalzo : non aveva mai alzato la voce con me. "Noi" rispondo scioccata "abbiamo solamente parlato. Levi aveva... aveva bisogno di me" concludo: non posso parlare con Eren di ciò che Levi mi ha raccontato. È una storia troppo personale e tradirei la sua fiducia. "Levi aveva bisogno di te ..." mi fa eco Eren, con lo sguardo perso "Perché io non ne avrei?". Io rimango di nuovo di sasso. Non so che dire. Perchè adesso mi sembra di essere nella parte del torto? "Eren..." riesco solo a dire con un sussurro e lui si avvia verso la porta. No. Non puoi andartene così. "A-Aspetta" balbetto e lui non si ferma "Dove vai?" "Via" risponde secco "Non mi sembra abbiamo altro da dirci". Di nuovo rimango incapace di ribattere. Vorrei dirgli di fermarsi, vorrei dirgli che si sbaglia, vorrei dirgli che non ho mai pensato a Levi, vorrei dirgli che io... "Io ti amo Eren" dico con voce ferma, fissandolo dritto negli occhi, e per la prima volta è lui a rimanere senza parole. "Io ti amo" continuo avvicinandomi a lui, con passi più decisi "E non ho fatto nulla con Levi. E non vorrò mai farlo. Non posso dirti di cosa abbiamo parlato, perchè tradirei la fiducia di un amico. Un amico. Questo è e sarà per sempre lui. Mi dispiace se non ci sono stata e tu avevi bisogno di me. Mi dispiace da morire. È da quando ti ho incontrato che sono disposta a darti tutta me stessa e mi dispiace se non ho ancora potuto dimostrartelo. Ma è così. E non potrò mai farlo con qualcun altro". A questo punto la mia vista si appanna e sento una lacrima rigarmi il viso. "E ti prego non te ne andare. Non di nuovo. Non potrei sopportare di stare senza di te un'altra volta. Non adesso che sembra andare tutto così bene... che finalmente ho tutto ciò che ho sempre desiderato. Ti prego. Non. Andare".  Mi sento percuotere dai singhiozzi e le gambe mi diventano improvvisamente molli. Le ginocchia mi si piegano ed io riesco già ad avvertire lo scontro con il pavimento freddo della terrazza, ma invece non provo nulla. Se non un forte calore. Il forte calore delle sue braccia, che mi stringono e sorreggono forti. "Scusa Mikasa, anche io ti amo" si scusa lui con un tono profondamente pentito e la sua mano affonda le dita nei miei capelli "Sono un idiota. Un perfetto idiota. Ho dubitato di te e dei tuoi sentimenti. Ero così accecato dalla gelosia, che non mi sono reso conto di quello che stavo per perdere. Mi dispiace. Io dovrei renderti felice, non farti piangere..." continua, stringendomi sempre più forte. Alzo lo sguardo e le nostre fronti si toccano: i suoi occhi sono lucidi e di nuovo di quel verde acceso che conosco bene. Mentre ci guardiamo, sento le prime goccie cadere. "Non me ne andrò, non ti abbandonerò" mi sussurra deciso ed io non aggiungo altro: lo bacio. È un bacio intenso, lunghissimo, di cui assaporo ogni secondo. Come allontaniamo le nostre labbra, ci accorgiamo che la pioggia stia aumentando. "Forse dovremmo andare dentro..." propongo io "Ancora uno, ti prego" mi implora e le sue labbra sembrano bramare le mie. "Ancora uno" acconsento io e lui non se lo fa ripetere due volte.

Heyy🙆🏻‍♀️ Ecco il nuovo capitolo: spero che vi piaccia perchè ci ho messo davvero tanto impegno 🤞 Vorrei ringraziarvi tantissimo, infinitamente, per le 10000 letture: io davvero... ancora non realizzo. Quando sono arrivata su Wattpad e vedevo le storie con così tante letture, pensavo che non ci sarei mai arrivata. E invece... ed è solo grazie a voi: grazie davvero di cuore💗 🙇‍♀️ Lasciate pure le vostre opinioni, sono molto importanti per me 😊
Byeee💖

Tell Me You Love Me [Completa]Where stories live. Discover now