Capitolo 91

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Mi guardo attorno voltando la testa freneticamente, cercando una via di fuga. La porta: c' è lo spilungone davanti. La finestra: è troppo in alto e poi quello stronzo di Reiner si è piazzato proprio lì sotto. Mettermi a urlare sperando che qualcuno mi senta: siamo solo noi in questo momento, questa scuola è deserta. Smetto di agitarmi, accentando la mia condizione. Potrei provare a combatterli... No. Sono da sola contro cinque persone, sarebbe quasi impossibile farcela. Devo aspettare che mi si presenti l' occasione giusta per scappare. Scappare? Ma da cosa esattamente? Quali sono le vere intenzioni di queste persone... "Hai finito di costruirti i tuoi castelli nella testa?" cattura la mia attenzione l'acida voce di Sayo,  che mi si rivolge con tono beffardo: sa di avermi in pugno. "Che cosa vuoi da me?!! O meglio, che cosa volete?!" gli domando secca io, irritata dalla sua aria di superiorità. Detesto ammetterlo, ma è così: lei è superiore a me in questo momento. "Oh niente" mi risponde enigmatica lei, facendomi arrabbiare ancora di più "Solo spiegarti alcune cose..." s'intromette Reiner. "Spiegarmi delle cose..?" dico io confusa, ma non abbassando la guardia "Si, esattamente: mettiti pure comoda" m'invita Sayo con uno strano sorriso sul viso. Non sono certa di voler sapere quello che stanno per raccontarmi.

"Tutto è iniziato quando ho saputo che saremmo state a scuola insieme" comincia a raccontare Sayo e riesce a catturare la mia attenzione " Avevo riconosciuto il tuo nome: come poter dimenticare la bambina più irritante, sfrontata ed odiosa che avessi mai incontrato?" "Tranquilla, è reciproco" commento acida io e dentro di me ringrazio Ymir : tutto il suo amaro sarcasmo mi ha insegnato qualcosa. " Ah, ah" finge una risata lei, per poi riprendere. "Ho pensato che avrei dovuto vendicarmi, vendicarmi di quel pomeriggio: nessuno mi aveva mai umiliata in quel modo, davanti ad altre persone tra l'altro. Come avevi solo potuto pensare di rivolgerti a me in quella maniera?  Chi pensavi di essere?". Potrei farti la stessa domanda, penso tra me e me. "Così pianificai un piano, ma non potevo metterlo in atto da sola: avevo bisogno di una mano". A questo punto rivolge un' occhiata a Reiner ed io lo fisso, delusa. Sapevo che lui c'entrasse qualcosa, ma averne la conferma mi lascia comunque l'amaro in bocca. "La prima tappa fu la sciarpa, quella stupida sciarpa rossa che ti portavi sempre dietro solo perchè un coglione di cui ti eri innamorata te l'aveva regalata. Pff, patetico". Stringo forte i pugni, tremando per la rabbia. "Quindi sei stata tu" sibilo a testa bassa e mi trattengo dal spaccarle quella faccia da culo che si ritrova: voglio seguire questa faccenda fino in fondo. "Esatto. Io ho pianificato, poi Reiner,  Bertholdt e Annie lo hanno realizzato" spiega tutta compiaciuta della sua opera. Annie. Lo sapevo. Dio, lo sapevo. Il mio sesto senso l'aveva capito fin da subito che non fosse una di cui bisognasse fidarsi. Dio, avrei dovuto sistemarla fin dall'inizio. E invece ho lasciato che riuscisse nel suo intento: pugnalarmi alle spalle. " Visto che immagino che la faccenda ti interessi molto, ti spiegherò come sono andate le cose nel dettaglio: prima abbiamo aspettato che Annie entrasse nella vostra  compagnia e che voi la invitaste fuori". Mentre noi tentavamo di integrarla, lei pensava  solo a come compiere la sua missione. Non sono nemmeno così sorpresa. "Quando ci ha detto del pranzo, Reiner e Bertholdt hanno atteso un suo messaggio per entrare in azione: dovevano creare qualcosa che catturasse la tua attenzione, che ti attirasse dritta, dritta nella nostra trappola. E tu non hai deluso le nostre aspettative, cascandoci in pieno: ti sei gettata come un'eroina alla rincorsa dei ladri che avevano osato derubare la tua amica, pronta a darli una bella lezione. Questo è quello che succede ad essere troppo buoni, mia cara Mikasa". Ascolto in silenzio, rivivendo quegli orribili momenti. Ricordo la terribile sensazione dopo che quei bastardi me l'avevano portata via: quella rabbia mista ad un profondo senso d' incompletezza. Solo ora mi viene in mente di quando l'avevo ritrovata nell'armadietto di Reiner e di come non fossi riuscita a darmi una spiegazione logica. Eccola qua la verità, servita su un piatto d' argento. "Se non interrompo le tue congetture, vorrei continuare con il mio piano anti- Mikasa" dice Sayo ed io la guardo, dimostrandole la mia attenzione. "La seconda fase consisteva nello screditarti davanti agli occhi dei tuoi amici, dei professori, mostrando la tua vera natura violenta. Anche per questa fase, Reiner è stato fondamentale: la sua parola era indispensabile per farci passare dalla parte del giusto. O meglio, per dimostrare anche agli altri che lo fossimo. Purtroppo non ha funzionato fino in fondo: seppure sia stato molto soddisfacente sapere che avresti dovuto pulire le aule come la più misera delle bidelle e ancora di più picchiare quella stronza traditrice di Yoko, speravo che i tuoi amici e quell'ebete per cui stra vedi  si sarebbero allontanati da te, ma non è stato così". Sento la rabbia ribollirmi nel sangue. Chissà quante volte avrà picchiato Yoko, aspettando che io me ne accorgessi e scattasse il suo piano. Tutto questo solo per una sua vendetta personale... Quanto può essere serpe questa ragazza? " Ti è tutto chiaro fino a qui?" mi chiede, come una maestra che vuole verificare se un alunno abbia prestato attenzione alla sua lezione. Rimango zitta. L'unica domanda che mi ronza in testa in questo momento è come si faccia ad essere così malati. "Avanti Mikasa, non te lo sei ancora domandato?" mi stuzzica lei, delusa che non sia ancora  arrivata a qualcosa di così dannatamente palese "Non ti sei chiesta perchè proprio Reiner? Perchè abbia accettato di aiutarmi?". Fisso Reiner: è vero. Perchè lui? Qual è il legame che ha con questa vipera? "Quel pomeriggio" comincia lei "Non umiliasti solamente me e le mie amiche, ma anche un'altra persona...". Sgrano gli occhi, atterrita. Inizio ad analizzare i volti di Sayo e Reiner, rendendomi solo ora conto delle incredibili somiglianze. Mi viene anche in mente la strana sensazione che mi aveva pervaso sentendo il cognome di lui: ricordo che mi pareva di averlo già sentito. "Lui è tuo..." mormoro " ... fratello" mi completa la frase Reiner. Li fisso entrambi, senza parole. Ora il mio puzzle è completo. Anzi, quasi completo. "Ed Annie?" domando, volendo sapere tutto fino in fondo "E lui?" continuo indicando il ragazzo "Bertholdt è un mio caro amico ed Annie... beh credo tu l'abbia capito ormai" mi spiega Reiner, dissipando ogni mia curiosità. Ora il quadro è chiaro, il cerchio è chiuso. "Sai qual' è il bello di tutto questo?" mi domanda Sayo, con un tono  lievemente da psicopatica "Che la parte migliore deve ancora venire...". La guardo confusa: cosa diavolo ha in mente ora? "Credi davvero che mi sarei accontenta di rubarti una sciarpa o farti pulire qualche banco? Oh no, quello era solo un assaggio. Per cosa pensi ti abbia attirato qui? Spiegarti il mio piano e poi lasciarti andare dopo aver ascoltato la storiella?AHAHAHAHAH". La sua risata è sguaiata,quasi sadica. Per la seconda volta in poco tempo Sayo mi pare una vera e propria psicopatica. "Come ho detto poco fa" dice ricomponendosi "il divertimento viene ora...". Noto che fa un cenno a Reiner e lui apre un borsone posto sotto la panchina. L'ho notato solo ora: è piuttosto grosso, ma sembra quasi vuoto. Lo vedo che tira fuori un'asta. Guardo meglio: è una mazza, una mazza da baseball. Non piace che piega stanno prendendo le cose. Devo andarmene, subito. Mi volto di scatto e sferro un pugno nello stomaco allo spilungone,  che si accascia per il dolore. Faccio per  aprire la porta, ma un calcio mi butta a terra: Annie. Quando mai la smetterà di mettersi in mezzo quella stronza? "Nah, nah, nah" mi rimprovera Sayo, scuotendo la testa "Mikasa cattiva... ed io che per un secondo avevo pensato di essere più clemente con te. E invece...". Sento delle braccia prendermi da sotto le ascelle e sollevarmi. Mi dimeno, tentando di sfuggire alla morsa, ma più mi agito e più la stretta aumenta. Da una parte da Reiner e dall'altra da Annie, le mie braccia sono imprigionate. Inizio a calciare, ma subito delle altre mani mi afferrano da dietro le caviglie: è Bertholdt che si è ripreso dal pugno. "Ho come l'impressione che tu sia un tantino... come posso dire? Nella merda" mi punzecchia Sayo, guardandomi divertita mentre cerco di liberarmi. Non c'è niente da fare. Ma non posso arrendermi così, non davanti a quel mostro. A questi mostri. "Se ti dimeni sarà ancora più divertente" ridacchia lei e tira fuori la mazza da dietro la schiena. Non vorrà mica..."Che vuoi fare con quella?!" le grido, ma sento che la mia voce trapela la paura che evidentemente sto provando. "Oh tranquilla Mikasa, farà male solo all'inizio..." mi dice lei, mostrandomi uno dei suoi migliori sorrisi. La osservo mentre alza la mazza. Provo a gridare, ma la mia voce è rotta dal primo colpo: mi arriva dritto allo stomaco, senza pietà e colmo di rabbia. Arriva anche il secondo, ora più in basso. Soffro in silenzio: intorno a me la visione inizia ad offuscarsi, i rumori si attutiscono. Sento il terzo colpo, questa volta in faccia. Poi, buio.   

Buonasera, eccovi il nuovo capitolo!😁 Spero vi sia piaciuto perché ci ho messo davvero tanto impegno, poichè ritengo sia uno dei capitoli più importanti di tutta la storia. Lasciatemi la vostra opinione nei commenti: sono davvero molto curiosa di sapere cosa ne pensate😊 💗
Byee

Ps: la fic è di  nuovo prima in #eremika dopo tanto tempo: grazie di cuore💗💗

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