Capitolo 32

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Mentre usciamo dallo spogliatoio, ci rivolgiamo qualche battuta e mi scappa persino un sorriso. 'Sbaglio o qualcuno ha appena dato una seconda possibilità?' s'intromette ad un tratto la voce, rivolgendomi una domanda retorica. 'Fino a un' ora fa non ti attentavi nemmeno a pronunciare i loro nomi ed ora stai persino ridendo con una di loro. Sono fiera di te Mikasa' continua fingendo di singhiozzare e scompare all'improvviso proprio come era venuta. "Ho visto che con te c'erano anche Armin ed Eren" dice ad un tratto Yoko, senza guardarmi in faccia: ha un tono piatto, che non lascia trasparire emozioni. "Si" le rispondo e la mia voce suona confusa. "Mi piacerebbe scusarmi anche con loro..." continua come per placare i miei interrogativi, fin troppo evidenti. Sta ancora guardando dritto verso il corridoio, ma il suo tono di voce è diventato più basso. Ora le sue emozioni sono più chiare: è preoccupata. E a dirla tutta, lo sono anche io. Non so se stroncare i suoi buoni propositi per evitare una qualsiasi reazione di Eren o lasciarla fare e sperare che si contenga. Perchè si, è di Eren che temo la reazione. Armin è sempre stato una persona aperta, pronta a perdonare e non rimuginare troppo sul passato: offrirebbe il suo perdono su due piedi a Yoko. Ma Eren non è sempre così pronto a dimenticare...
e lo capisco. Anche se una parte di me, a quanto pare, ci è riuscita. "Non so come potrebbero reagire, come potrebbe reagire Eren" le dico alla fine, in tono sincero: voglio essere onesta con lei. 'Perchè tutta questa bontà? Non vorrai mica diventare come Armin spero!' mi prende in giro la vocina, che aveva fatto solo finta di lasciarmi in pace. In effetti ha ragione: forse c'è un lato dolce e premuroso in me, che neppure io conoscevo. 'Bleah, mi sta venendo il diabete' conclude schifata la voce, che evidentemente preferisce altri aspetti della mia personalità. Ritorno nel mondo reale, aspettando una sua risposta: cerco di incrociare il suo sguardo, ma sta continuando a fissare un punto lontano, pensierosa. "Grazie Mikasa" conclude dopo attimi eterni, voltandosi finalmente verso di me "Sono felice che tu mi abbia avvertita, ma credo che ci proverò comunque". Noto che sta torturando con la mano sinistra il bordo della maglietta, mentre l'altra l'ha stretta in un pugno. Sono colpita, lo devo ammettere, ma sono anche più tranquilla: il fatto che nonostante il mio avvertimento non si sia arresa, mi fa ben sperare che voglia realmente scusarsi e cambiare. Spero non mi faccia pentire di averle dato la mia fiducia.
Come entriamo dalla palestra, l' intimo silenzio dello spogliatoio e del corridoio, viene brutalmente interrotto. Da ogni angolo provengono schiamazzi, grida e il rimbombo perenne di passi. Chi tira a canestro, chi improvvisa una partita a calcio, chi si sfida in una breve corsa di velocità. Io e lei siamo bloccate sulla soglia della porta e io cerco Eren tra quella moltitudine di ragazzi. "Sono contenta che ci sia un' altra ragazza" dice a un tratto e quasi non capisco le sue parole a causa del trambusto. Mi volto verso di lei, annuendo e facendole un lieve sorriso. Sotto sotto, anche io sono più sollevata all'idea di non essere sola contro tutti questi uomini. Anche se lei non è esattamente la mia salvatrice ideale. "Tu per che sport ti sei iscritta?" le chiedo, rendendomi conto di non saperlo. "Oh, basket" mi risponde con un tono quasi ovvio, come se una ragazza non potesse fare altro. Reprimo il pensiero che lo trova sospetto, sforzandomi di non esaminare con un occhio da detective ogni sua frase. Forse non sono poi così brava a dare nuove possibilità. "Cosa fate ancora qui?" ci interroga una voce alle nostre spalle, che ormai conosco bene: possibile che debba sempre arrivarmi da dietro?  "Maestro Levi" ci voltiamo noi di scatto, parlando quasi all'unisono. "Non voglio mai più trovarvi qui a fare salotto, intesi? È un allenamento, non un ritrovo per spettegolare" ci ammonisce in tono freddo e noi continuiamo ad annuire. "Ci scusi" diciamo alla fine e ci avviamo verso il centro della palestra. "Signorina Ackerman" mi dice prima che possa andarmene "veda di non deludere le mie aspettative. Mi aspetto grandi cose da lei... capito?" conclude puntandomi il suo sguardo penetrante addosso. "Certo" rispondo decisa, senza lasciarmi intimidire e lui assume per qualche istante un espressione soddisfatta. 'Non sarai l'unico Ackerman di cui si sentirà parlare!' lo sfida in tono spavaldo la vocina, ignorando il fatto che nessuno a parte me possa sentirla.

Buonasera🙋‍♀️
Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo🤗 Vi ringrazio nuovamente  per le letture e le stelline💗😍E vi auguro una buona Pasqua💖
Byeee

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