- 2 - Chi mi ha rapita?

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-Ezechiele! Ezechiele svegliati! Maledizione l'ha trovata! 

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-Ezechiele! Ezechiele svegliati! Maledizione l'ha trovata! 

Un uomo mi scuoteva, cercava di svegliarmi.

 Ma chi è Ezechiele? Con chi sta parlando? E perché mi sta scrollando così forte? Io voglio solo dormire....

-Maledizione fratello! Perché? Ti troverò maledetto! Mi senti? Pagherai per questo! Ezechiele non lasciarmi! Torna da me!


 Il sole filtrava appena dalle fitte veneziane, che coprivano le ampie vetrate

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 Il sole filtrava appena dalle fitte veneziane, che coprivano le ampie vetrate. Dovevo trovarmi in un attico, l'ultimo piano di un palazzo, altrimenti era inspiegabile come riuscissi a sentire il sole accarezzarmi il viso in pieno settembre, a Milano.

Ero in una stanza sconosciuta, arredata con lo stretto necessario e tinta dai colori neutri delle sfumature di beige. Non c'era niente che ne conferisse il carattere, nessun oggetto che lasciasse intendere l'appartenenza a qualcuno. Era anonima come un'immagine di copertina, fredda e sterile come se non fosse mai stata vissuta.

 Ero sdraiata su un grande letto a baldacchino, circondata da candidi scampoli di tulle fluttuanti, vittime della leggera corrente d'aria presente in quella camera scarna. Solo i miei lunghi capelli castani creavano scompiglio in tutta quella perfezione, molestando l'ordine di quel luogo, tracciando scie di colore scomposte sulle coperte di lino tortora.

 Cercai di muovermi per svegliare i muscoli dal torpore mattutino dato dal sonno, ma non ci riuscii. Tutti i miei arti facevano male, come se avessi corso la maratona di New York ininterrottamente per una settimana.

-Non alzarti. - disse una voce proveniente dalla porta. Mi voltai a guardare. Non mi fu semplice, anzi, per la prima volta mi resi conto di quanto potesse essere complicata un'azione che avevo sempre dato per scontata, sollevarmi dal letto. 

Un uomo era fermo sotto l'entrata della stanza, non lo avevo sentito arrivare e soprattutto non sapevo cosa mi era successo. 

Dove sono? Come ci sono finita qui? Ma soprattutto...

-C-chi sei? - chiesi balbettando. Strinsi le coperte fra i pugni istintivamente, stupidamente. Se avesse avuto cattive intenzioni, mi avrebbe già fatto qualcosa. Almeno ora sapevo di riuscire a muovere ancora le dita.

 - Dove sono? Cosa mi è successo? Anzi no, chi sei?

Dovevo porre la domanda giusta per prima, forse non avrebbe risposto a tutte, anzi forse non avrebbe risposto a nessuna domanda. Sarei uscita da lì sana e salva?

- Mi chiamo Michele.- disse l'uomo regalandomi un sorriso rassicurante. Aveva il volto stanco e preoccupato di chi non dorme da giorni, di chi ha un pensiero costante che lo tiene sveglio la notte, da troppe notti.

- Perché sono qui, Michele? - chiesi, sperando che continuasse a rispondermi.

-Sei stata aggredita ieri sera e io ho fermato il tuo aggressore prima che ti uccidesse.- mi spiegò lui immobile.

-Sei un dottore? Quell'uomo mi ha quasi ucciso e i miei muscoli non rispondono, quindi perché non sono in un ospedale, ma in un appartamento?

Non volevo darlo a vedere e ostentai sicurezza, ma avevo paura di essere in trappola. Quell'uomo non lo avevo mai visto. Quel posto non lo avevo mai visto.

- Non sono ferite che un dottore può guarire. -replicò inespressivo. Si staccò dalla porta e avanzò verso di me. Mi ritrassi per quanto mi era possibile e lui si bloccò a quella reazione.

- Voglio andare a casa!- Esclamai con un tono di voce più alto di quanto avessi voluto. Avevo paura.

- Non vuoi sapere chi ti ha aggredita, Ezechiele?

Di nuovo quel nome! Quindi sarei io? Mi sta scambiando per qualcun altro e, dal modo in cui lo dice, deve essere qualcuno a cui tiene... 

L'uomo notò la curiosità e il dubbio nei miei occhi scuri e come se gli avessi risposto, continuò ad avanzare. Si sedette sul letto, al mio fianco, e mi accarezzò una guancia.

-Non mi riconosci più, piccola comunicante?


Capitolo corretto da @SJ_Weiss ,grazie per il tuo aiuto! :)

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Dark plumeWhere stories live. Discover now