- 49 - Il messaggio divino

2.7K 189 24
                                    


Ero lì con le scarpe sommerse dalla candida neve, ma riscaldata dal calore intenso di un sole estivo; il mondo delle fate era un posto fuori dal comune, dove le stagioni parevano mischiate le une con le altre senza darsi noia, coinquiline riservate in quel posto pullulante di vite silenziose. Nessun rumore era udibile intorno a noi, ma avevo la costante sensazione di essere osservata.

-Da che parte dovremmo andare?

Chiesi gelida. Non avevo il diritto di comportarmi così, ma non riuscivo a farne a meno.

-Vorresti parlare prima? Vorrei poterti spiegare...

Michele mi sorprese, lui non era stato più disinvolto di me, anzi aveva mostrato la stessa mia reticenza.

-Non hai nulla da spiegarmi. Non è affar mio, anche se Roberta ha provato ad uccidermi, so che non è colpa tua. E' il mio destino, giusto? Sono nata per questo.

Ero curiosa, ma sapevo di non essere in grado di reggere il peso del suo rifiuto, ancora, anche se a parlare la prima volta, non era stato lui.

-E' davvero così che la pensi?

Che persona crudele poteva infierire così?

-Sì, non ho motivo di essere risentita.

-Quello che c'è stato tra noi non ha alcuna importanza per te?

Il migliore fra gli angeli era anche il più insensibile  delle creature; era forse questo il prezzo del potere?

-So cosa c'è stato tra noi.

Risposi. Cercavo di evitare il suo sguardo, l'oro fuso dei suoi occhi avrebbe bruciato la mia sottile corazza, riducendo in cenere il mio scudo di carta.

-Nulla di consistente, giusto?  Per unirti a me non rinunceresti a niente. Non puoi. Ti sei pentito, lo hai detto tu!

Sputai quelle parole con rabbia, sperando di ferirlo almeno un po'. Non era giusto che soffrissi solo io. No, non era giusto.

Michele si mosse velocemente, era comparso vicino a me con una tale rapidità da lasciarmi senza fiato e avevo trattenuto il respiro per la forza con cui mi aveva stretta. 

- Credi che possa semplicemente decidere di non essere più il compagno di Ezechiele e di unirmi a te, Bianca, una semplice umana?

Ecco quelle frasi che tanto avevo evitato. Conoscevo oramai a memoria quel copione; lo avevo sfogliato nella mia mente così tante volte da immaginare di averne lacerato le pagine.

-Non continuare!

Lo supplicai quasi, anche se le parole uscirono dalle mie labbra come un ordine.

Lui non ascoltava nemmeno, mi sbatteva in faccia tutto il suo passato ed io non riuscivo a smettere di tremare sotto il tocco delle sue mani; non riuscivo a controllare nemmeno il mio corpo; l'unica cosa che speravo con tutta me stessa a quel punto era che lui non si accorgesse di quelle reazioni involontarie.

-Non voglio ascoltare ancora!

Sfuriai agitandomi fra le sue braccia, cercando di liberarmi.

- Invece devi! 

Mi strinse più forte; sentii le sue braccia attorno alle costole e il mio cuore cedette per un attimo. Il suo corpo irradiava calore, proprio come la prima volta che mi aveva abbracciata, quando mi aveva salvata dalle Arpie. Sembrava passata un'eternità da allora.

Non mi liberò fino a quando non nominai Lucifero, solo allora si decise a lasciarmi andare. 

Appena si parlava di suo fratello sembrava andare su tutte le furie. Accusava me di non volerlo ascoltare, quando era sempre stato lui a non volermi parlare sinceramente e adesso non riuscivo più a far finta di niente, non potevo convincermi che non fosse affar mio. Era anche affar mio. Io rischiavo la mia vita per tutto questo ed era mio diritto conoscere la verità.

Dark plumeTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang