- 48 - Confessioni

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Seguii la sua figura longilinea scomparire oltre la soglia del mondo delle fate. Non si era voltata indietro, non aveva esitato neanche per un attimo, era sempre stata così coraggiosa?

Sì, lo era stata quando mi aveva conosciuto e si era risvegliata in uno sconosciuto appartamento, lo era stata con Belial e anche dopo la morte dei suoi genitori; sì, questa donna era sempre stata pericolosamente coraggiosa.

Oltrepassai anche io quelle scure pietre che componevano l'arco del passaggio e la selva, dimora della streghe, mi si manifestò davanti in tutta la sua stranezza. Il cielo cerulo era tempestato di fiocchi bianchi, che, vittime della forza di gravità, cascavano verso il terreno, fluttuando nell'aria, come esseri incorporei e senza massa.

Le Sciari amavano davvero essere eccentriche come si diceva e costringevano il sole, sovrano in quell'etere limpido, a convivere con la soffice e fredda neve, che cospargeva ogni angolo di terra visibile in quel pezzo di mondo assoggettato alla stregoneria.

-Come è possibile? E' contro-natura, nevica con una temperatura così alta!

Finalmente sentii la voce di Bianca; era rivolta a me, dopo giorni di silenzio, aveva deciso di parlarmi di nuovo; certo, era per pura curiosità, ma era pur sempre un passo avanti.

-E' il potere delle streghe. - Una risposta secca che non lasciava nessuno spazio ad un dialogo. Perché spingevo al suicidio ogni tentativo di riconciliazione?

Bianca sembrò ignorarmi subito dopo e avanzò verso un sentiero immaginario, come se conoscesse la via del loro nascondiglio, sempre se le fattucchiere avevano la necessità di nascondersi. Non capivo se avesse deciso a caso una direzione o semplicemente si sentisse attratta da quella via, ma, senza fiatare, la seguii.

Delle pelose creature saltavano a poco più di tre metri dai suoi piedi, giocando a rincorrersi e ad acciuffarsi. Era stata attirata da delle volpi artiche e si era avvicinata a loro incautamente. Queste però, vedendola, erano corse via, confondendosi con la neve.

-Non le avevo mai viste dal vivo, ci saranno anche gli orsi polari?

Avevo pensato molte volte a cosa mi avrebbe detto, quando avrebbe deciso di parlarmi di nuovo, ma una discussione sulle possibili anomalie della fauna di questo posto, no, non lo avevo considerato. Frugai nella borsa e tirai fuori un maglioncino felpato che si richiudeva con una zip sul d'avanti e glielo lanciai. Lei lo prese al volo e lo infilò.

-Non devi preoccupartene, sono capace di difenderti da qualsiasi animale, se è questo che ti preoccupa. - Affermai più freddo di quell'acqua ghiacciata che ci cadeva addosso.

-Non ne avevo dubbi, ma non ho intenzione di nascondermi sotto la tua ala per sempre. - Disse, rimanendo sulle sue e io non riuscii a non sorridere per quella frase. 

-Era una battuta?

La sua espressione si indurì, sembrò irrigidirsi e, quasi come se volesse rimarcare la distanza tra noi, indietreggiò di un passo.

-No, noi umani usiamo dire così. Non volevo insultare nessuno.

Giusto, non poteva essere altrimenti. Non era il tipo da sorvolare su qualcosa e il mio passato doveva essere stato un duro colpo per lei.

-Da che parte dovremmo andare?

Ecco un altro problema. Come le avremmo attirate? Sapevano già che eravamo lì? E come avrebbero preso la nostra intrusione nel loro territorio?

-Vorresti parlare prima? Vorrei poterti spiegare.- le dissi.

Tendevo una mano verso di lei. L'avrebbe presa?

Dark plumeWhere stories live. Discover now