- 61 - Prigionia

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L'interno del locale era cambiato; le pareti decorate con intrecci spinosi si erano trasformate in pietra lavica, scura e ardente, e l'odore di corpi e alcol era sparito, sostituito dall'inconfondibile puzzo di legno incenerito, tipico lezzo dell'inferno.
Seguivo Lucifero, scortata da due guardie alle mie spalle, un uomo e una donna, entrambi con pelle chiarissima da sembrare trasparente e tanto liscia da parere levigata come marmo. Lui era enorme, un armadio di muscoli dai capelli rossi e gli occhi verdi, pareva un irlandese, mentre lei era piccola e bassa dotata di due occhi a mandorla grandi e scuri. Non credevo che i demoni potessero avere tratti fisici tanto diversi. Li credevo tutti simili a lucifero, con i suoi colori scuri e i suoi occhi bui.

Ci seguivano silenziosi e i loro passi sincronizzati, risuonavano alle mie spalle, come un avvertimento: Da qui non si fugge.

-Come è possibile che neanche Michele abbia sentito la tua presenza? - Chiesi dopo innumerevoli minuti di silenzio in cui avevo cercato in ogni angolo una via di fuga, non trovandola.

-Perché?  È molto semplice, lui sente sempre la mia presenza, come io la sua del resto. Te lo avevo già detto... Ma voi umani non siete famosi per la vostra memoria o il vostro intuito.

La notizia mi lasciò interdetta. Durante il sogno d'ombra in cui ero caduta nelle Highland, lui aveva detto che sentiva l'odore della colpa emanato da Michele, ma non immaginavo che lo percepisse così tanto forte. Come riuscivano a sorprendersi l'un l'altro durante gli scontri?

-Lui è la mia metà, sciocca, è ovvio che mi avverta finché sono in vita. Certo, questo ci ha dato molti problemi. Dal momento che ho la sua puzza sotto il naso di continuo, non mi accorgo se è vicino o lontano, devo affidarmi alla vista. Ecco perché quel traditore  è riuscito a colpirmi la prima volta che ci siamo incontrati in quello squallido posto. - Affermò disgustato.

-Semmai sei tu il traditore! - Precisai.

-Non sapevo che fosse riuscito a colpirti.  Non bene a quanto pare. - Replicai senza nascondere la delusione per la sua mancata morte.

-Come sei premurosa! Mi sciogli il cuore, dolcezza! Peccato che tu debba morire giovane, avremmo potuto coltivare una bella amicizia tu ed io, ma sai le circostanze... - Ghignò, facendomi segno con la mano di entrare in una stanza che era di fronte a noi.

-Perché anche io sento così forte i vostri odori? -Chiesi. C'erano ancora delle cose che non riuscivo a spiegarmi. L'odore legnoso miscelato a quello delle foglie di arancio amaro era sempre stato nitido  e forte negli inferi, mentre il profumo dolce e speziato inebriava l'aria se Michele era presente. Io li percepivo intensi e corposi. Perché?

-Non li senti tu, li sente Ezechiele, ma visto che sei ancora viva e vegeta in quel corpo, li percepisci.- Rispose stranamente senza troppi giri di parole. Entrai nella stanza, che altro non era che un atrio che ci collegava ad un altro cunicolo. Intorno a noi solo poche fiammelle ad illuminare il percorso e lastre di marmo lucido a ricoprire il terreno. Un particolare mi fece capire che stavamo scendendo sempre più in basso, verso il cuore degli inferi: Il tipico lamento di sottofondo che avevo sempre percepito nei sogni d'ombra.

-Perché fai tutto questo? Perché ti ribelli al padre? Sono la tua famiglia come puoi...

L'ansia e la paura crescevano sempre di più,  man mano che percorrevamo quel corridoio vuoto.

-Non sono io a ribellarmi e loro non sono più la mia famiglia!- Esclamò fermandosi e fissandomi con i suoi abissi scuri.

-Sono loro ad avermi cacciato. Sono stati loro a farmi diventare quello che sono! - Sibilò.

-Ti sbagli! Io ho visto la nostalgia negli occhi di Michele e il dolore per la tua scelta!

Sostenni il  suo sguardo duro con convinzione; era la verità e solo un essere come lui poteva non comprenderlo. Michele non era stato onesto con me, ma non aveva mentito su Lucifero, lui gli mancava, ne ero sicura. Il suo affetto per il fratello non poteva essere messo in discussione. 

Dark plumeWhere stories live. Discover now