- 59 - Ritorno

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Erano bianche, erano ovunque e noi sembravamo scivolarci sopra, come se fosse neve. Chiusi di nuovo gli occhi, sbattendo le palpebre stanche. Erano sottili e biancastre, quasi trasparenti. Un tappeto dall'aspetto lattiginoso fatto di cristalli di ghiaccio, capaci di riflettere la luce e di diffonderla, ma anche di creare uno strano alone intorno al sole, come se ci fosse un sottile velo di stoffa fra noi e l'astro del giorno.

Gli occhi si richiusero ancora, il sonnifero cominciava a sortire il suo effetto e piano piano mi lasciai andare al sonno. Non avevo mai pensato che le nuvole potessero avere quell'aspetto. Non avevo mai avuto il coraggio di guardarle così attentamente e senza alcuna paura. La Scozia, non l'avrei mai dimenticata. Le cose che avevo visto in quel luogo e le emozioni che avevo provato, erano state uniche e profonde.

Mi feci spazio tra la folla di viaggiatori e poi finalmente, fra i numerosi volti sconosciuti, ne rividi uno dolce a rassicurante dai lineamenti familiari. Il viaggio mi era sembrato cortissimo e all'arrivo un'hostess mi aveva svegliata, scrollandomi una spalla delicatamente.

Susanna all'aeroporto mi attendeva trepidante; sicuramente aveva costruito un enorme castello di carte con me come regina e Michele come re. Appena mi vide cominciò a saltellare, costringendo la sua coda bionda a frustarle la schiena.

-Bia!

Strillò eccitata saltandomi addosso e facendomi ricadere l'elastico sulle spalle, sciogliendo la crocchia che avevo creato sulla nuca, attorcigliando i miei capelli su se stessi.

-Susi, mi sei mancata così tanto.

Le confessai stringendola e inalando il suo profumo estivo. Ne era sempre inondata. Doveva consumarne una boccetta alla settimana per odorare così tanto.

-Davvero?

Mi guardò sospettosa.

-Dallo sguardo che hai direi proprio che è vero.

Constatò perdendo l'entusiasmo iniziale e lasciando ricadere gli angoli della bocca verso il basso. Sicuramente avevo deluso le sue aspettative, forse si immaginava di ascoltare particolari piccanti.

-Andiamo a recuperare la tua valigia!

Disse tagliando corto. Aveva intuito che non ero per niente in vena di parlarne.

-Non ne ho.

Confessai. Non avevo pensato a come spiegarle l'assenza di un oggetto indispensabile in viaggio.

-Che vuol dire? Non te le avrà rubate lui, spero!? Oh dio, fa che non sia uno di quegli uomini che adora annusare biancheria usata!

Esclamò lei guardandomi con gli occhi verdi spalancati. Erano enormi e, se li guardavi da vicino, sembravano stare per uscire fuori dalle orbite.

-Ma dove le ascolti certe cose? Comunque ho deciso di farmela spedire a casa.

Replicai sbigottita. Aveva sempre delle conoscenze singolari.

-TV.

Sventolò una mano d'avanti al viso come se volesse cacciar via il discorso.

-Tu invece? Sei una fanatica della puzza di sudore? Ti ritroverò con i peli sotto le ascelle, giusto? Santo cielo, Bia! Ovvio che sia fuggito! Da quanto è che non fai una doccia?

Mi rimproverò scostandosi. Non credevo di essere così maleodorante, certo non avevamo bagnoschiuma nelle Highlands e non ci facevamo il bagno spesso, ma addirittura puzzare tanto da farmi sgridare, no, non me lo aspettavo.

-Non vedevo l'ora di tornare a casa!

Esclamai. Non vedevo l'ora di tuffarmi in una vasca schiumosa e profumata.

Dark plumeWhere stories live. Discover now