- 10 - Vuoi giocare a nascondino?

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- Perché sei tornata? - ringhiai contro la belva. 

Questa chinò il capo toccando il terreno puntellandosi col becco; non poteva tenersi in piedi e svolazzava agonizzante. Non aveva più le zampe e il sangue nero zampillava dalle sue ferite sporcando il suolo scuro degli inferi. Gracchiava implorante, sperava nella mia clemenza.

- Belzebù, hai fame? 

 Era ovviamente una domanda retorica, l'angelo caduto, dio delle mosche, aveva sempre fame. Un assordante ronzio riempì l'aria e uno sciame di insetti inondò la stanza, aggredendo lo storpio mostro.

- Forse è un bene che le abbia uccise, queste arpie erano degli esseri fin troppo stupidi.- sentenziò Belial, il serpente tentatore. 

Era stato uno dei primi Kami ad entrare a far parte del mio regno e abbandonare il suo stato di Spirito sacro, puro e ancestrale. 

Mi era difficile pensare a Belial come un dio capace di incarnarsi in qualcos'altro, ma lo era stato, e la forma ofide che era costretto a vestire ora ne era lo strascico. I Kami se decidevano di votarsi al mondo del male mantenevano i loro poteri e la capacità di impossessarsi di un corpo non loro, ma restavano ingabbiati nell'ultima forma che avevano assunto in vita, appena dopo essere diventati anemoni. 

E lui mi era stato davvero utile in quello stato in passato. Lo avevo usato per ingannare gli uomini, anche i due fra i primi creati, Adamo ed Eva. Era stata la prima dimostrazione al Regno dei Cieli di quanto fossero in errore.

- Vuoi occupartene tu, serpe? - chiesi ironico.

- Se questo è il vostro desiderio, signore, non mi opporrò.- rispose sottomesso.

Era un fedele seguace, nonostante tutto. 

- E cosa farai? Gli offrirai una mela come ad Eva? - lo stavo umiliando ma non potevo farne a meno.

- Signore, potrebbe funzionare! La mela del peccato potrebbe inquinare la sua anima pura e ...

Non lo feci finire di parlare, sapevo cosa avrebbe detto.

- Se fallirai, non tornare! -gli ordinai. 

Il serpente strisciò via silenziosamente, lo sentii allontanarsi e finalmente non avvertii più quel sibilo fastidioso come sottofondo dei miei pensieri. 

Per avere quello che volevo, non era sufficiente che la comunicante diventasse un anemone, sarebbe impazzita e non sarebbe stata più la stessa, proprio come Cassandra secoli prima.

Voglio che sia lucida, che ricordi... deve morire.

-Padre, potrei occuparmene io! - la voce stridula da bambina si avvicinò ed io allungai il braccio verso di lei. 

La piccola mano mi afferrò. Era abbastanza vicina da poterne vedere il viso.

-No, Lilith, continua a divertirti con i tuoi giocattoli. - Le sorrisi e lei rispose distendendo le sue sottili labbra. 

Se solo le avessi permesso di occuparsi di questa faccenda, avrebbe probabilmente disintegrato il corpo di Ezechiele nel tentativo di portarla da me. Probabilmente vedendo il suo bel viso, l'avrebbe trasformata in uno dei suoi pupazzi sfigurati, avrebbe voluto tenerla con sé e chissà se serei riuscito a ritrovarli in tempo, prima che lei... prima che la torturasse e la marchiasse indelebilmente.

Neanche la morte le avrebbe ridato le vecchie sembianze, se Lilith ci avesse giocato insieme.

Ezechiele o Bianca, come ti fai chiamare ora, non ti ricordi di me, vero? La tua umana vita è andata avanti per ventitré anni, senza ricordare nulla di noi, di questo mondo divino e sovrannaturale per la gente comune. Hai cercato di mischiati a loro e ci sei quasi riuscita, se non fosse stato per il marchio che hai sul collo. 

Non è stata una buona mossa farti la coda quella sera. Per anni devi esserti vergognata di quel simbolo e lo hai tenuto nascosto, ma una settimana fa lo hai scoperto e finalmente ti ho vista. Come un richiamo mi ha attirato a te e ti ho raggiunta. Ti ho aspettata per molto tempo e finalmente ho avuto la mia occasione!

Se solo tu non avessi sprigionato tutta quella energia quando ti ho attratta, quel serafino non ci avrebbe interrotti!

Ti ho vista lavorare in quel sudicio posto, con quelle insignificanti persone, che quotidianamente ti torturavano con le loro sciocche chiacchiere. Tanto umiliati dalla loro vita quotidiana, da sfogarsi su chiunque fosse gentile con loro. Vittime dell'istinto di stritolare qualcuno nella loro morsa, per farli sentire insignificanti quanto loro stessi. E' questa la vita che ti sei scelta? Volevi dimenticare tutto a tal punto da rifugiarti in una esistenza così miserabile? Eri così spaventata dal nostro inseguimento da preferire gli zotici commenti di sfrontati viaggiatori frustrati? Non sarebbe stato più onorevole arrenderti a me ed alle mie tenebre? Mi concederai il tuo potere. Ti prenderò, vedrai! Non potrai sfuggirmi ora, sei solo l'ombra sbiadita della donna che eri!

 Ti prenderò, vedrai! Non potrai sfuggirmi ora, sei solo l'ombra sbiadita della donna che eri!

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Dark plumeWhere stories live. Discover now