- 27 - Un sogno ad occhi aperti!

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Tante piccole fiaccole illuminavano il lungo corridoio scuro nel quale mi ritrovai catapultata

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Tante piccole fiaccole illuminavano il lungo corridoio scuro nel quale mi ritrovai catapultata. Dov'ero? Poco prima litigavo con Michele nella chiesa di Raffaele e ora mi ritrovavo a vagare in un luogo estraneo. Che posto era questo?

Una lunga tunica bianca fasciava il mio corpo, accarezzandolo appena, mentre il gesso sul mio braccio era scomparso. Mi guardai stranita, incapace di comprendere, cercavo intorno indizi utili per capire cosa potesse essere successo. La luce fioca delle fiammelle rendeva appena visibile il luogo in cui ero. Ero in un tunnel di roccia vulcanica, una galleria che qualcuno si era preso la briga di abbellire, quasi adornandola come una casa. Era tutto così strano... in quel cunicolo c'era un pavimento in marmo nero, così lucido e curato da dare l'idea di essere in realtà in un appartamento lussuoso di qualche eccentrico e macabro uomo d'affari.

Poggiai una mano su quelle pareti ruvide ed appena lo feci la ritrassi subito, era bollente ed emanava uno strano vapore caldo. L'odore lì intorno era particolare, un misto tra legno e cenere inondava quegli ambienti, riempendo le mie narici, provocandogli un leggero bruciore. Una continua cantilena, come un lamento appena udibile, sembrava fare eco in quella specie di grotta, causando una costante e fastidiosa sensazione di ronzio alle orecchie.

-Michele?

Provai a chiamare l'arcangelo, senza però ricevere risposta. Ero intimorita, anzi solo stranita. Stranamente quel luogo non mi sembrava minaccioso, era più un angolo tranquillo in cui stare soli con se stessi.

-Non può sentirti.

Una voce rimbombò fra quelle mura, mi guardai intorno in cerca del proprietario, ma non vidi nessuno.

-Chi sei?

Ora incominciavo ad essere impaurita davvero!

-Mi hanno chiamato in molti modi, ma preferisco stella del mattino... o figlio dell'aurora...

-Stella del mattino? Figlio dell'aurora? Cosa significa?

Era un sogno, anche se sembrava reale, doveva essere un sogno. Mi pizzicai un braccio stupidamente, provocandomi un acuto dolore. 

Come è possibile? Non sto immaginando tutto?

-Noi abbiamo un patto... è in piedi da tanti anni... secoli.

La voce profonda e suadente riecheggiava fra le spesse mura scure, lasciandomi una inquietante sensazione angosciante, mista fra timore e palpitazione.

Una figura mi comparve di fronte; era un'immagine sfocata, come una foto poco nitida. Si avvicinava leggiadra senza far rumore, una creatura selvatica attraente ed affascinante nel suo portamento, ma dalle capacità fatali. Una figura felina che si nascondeva nell'ombra in attesa che la sua preda si avvicinasse, bramosa, ma paziente. Fu questa improvvisa consapevolezza a trasformare la mia trepidazione in paura. Qualcosa scattò nella mia mente, come una molla finalmente libera di espandersi, i miei pensieri cominciarono a circolare liberamente e il segnale che il mio cervello mandò al corpo fu unico ed inequivocabile : Fuggi!

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