- 17 - Il marchio

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- Signorina? Due caffè-latte senza schiuma

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- Signorina? Due caffè-latte senza schiuma. - disse la donna dietro al bancone.

-Arriva subito! -risposi gentile, richiudendo il frigo dal quale avevo tirato fuori un succo di frutta.

Mi girai velocemente verso la macchinetta e urtai il serpente avvinghiato al braccio chiaro di Luca, mentre stava per versare la crema di latte in una tazza.

-Scusa. - biascicai mortificata. 

Lui riafferrò la tazza del cappuccino  al volo, prima che scivolasse dal bancone in acciaio lucido. Un po' del caffè che aveva già messo dentro schizzò fuori, sporcandogli l'incavo fra il pollice e l'indice.

-Succede. -rispose caustico, girandosi per continuare a servire i clienti, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.

Lo avevo offeso in qualche modo? Certo, versargli del caffè bollente addosso non era un buon modo per fare amicizia, ma non giustificava tutta quella freddezza.

-Allora, signorina? Questo caffè latte lo devo bere con il panino del pranzo? - si lamentò la donna di fronte a me con aria scocciata. 

-Sì, mi scusi.

La giornata si prospettava più leggera del solito. Non c'erano voli eccessivamente pieni, né fastidiosi ritardi a rendere la gente intrattabile. In compenso però, Il foulard al mio collo mi dava il tormento, era soffocante e mi irritava la pelle, ma non potevo farne a meno. Quella mattina non avevo avuto il tempo di lavare i capelli e quando mi ero svegliata, avevo dei ciuffi che sparavano in ogni direzione indomabili. Per quanto ci avessi provato, non ero riuscita a farli stare giù. Un altro incubo aveva tormentato la mia notte e quello ne era il risultato.

Avevo appena finito di riempire il frigo con i succhi di frutta e mi stavo stiracchiando la schiena indolenzita dalla posizione che avevo assunto per troppo tempo, quando, improvvisamente, sentii il mio collo libero. La morbida stoffa scivolò sulla pelle delicata della mia nuca, facendomi sentire nuda, spoglia da ogni protezione.

-Va meglio? - Luca stringeva il mio fazzoletto colorato fra le mani e mi guardava in attesa.

Misi una mano sul collo per nasconderlo e con l'altra cercai di riprendere ciò che era mio.

-Che ti prende? -disse in risposta al mio gesto istintivo.

-Ridammelo! - Cercai di togliergli il pezzo di stoffa che mi aveva sottratto.

-Fammi vedere! - replicò lui, tirando via la mia mano dal collo.

Era rosso ed irritato ed in mezzo, proprio sotto l'attaccatura dei capelli, c'era lei.

-Cos'è un'ustione? -  lui si accigliò visibilmente turbato.

-Non lo so! -replicai stizzita

-Come puoi non saperlo? E' un marchio sulla pelle.

Dark plumeWhere stories live. Discover now