- 58 - Lo strappo ( parte seconda)

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Appena Zack e Sam ci videro sbucare fuori dalla porta del mondo delle fate, ci corsero incontro felici di vederci lì sani e salvi, ma quando ci furono vicini, si accorsero subito che qualcosa tra noi era cambiato.

Sam era rimasto silenzioso, mentre Zack aveva riempito di domande il serafino, accusandolo del mio umore nero e dei miei occhi gonfi e rossi come cipolle. Michele lo ignorò del tutto e, dopo avermi lanciato un'ultima occhiata, aveva spiegato le ali ed era volato via.

Era sparito in pochi secondi, mentre il principe folletto cercava ancora di estorcere qualche informazione su cosa fosse successo.

-E ora dove è andato?

Zack guardò prima Sam e poi me, aspettando che uno di noi gli rispondesse.

-Zack, ho bisogno del tuo aiuto per tornare a casa.

Dissi, cambiando discorso.

-A casa? Perché non ci torni come ci sei venuta, umana?

Sam aveva sempre un suo modo per fare domande ed essere gentile non rientrava proprio nel suo carattere.

-Mia adorata, non ascoltatelo. Vi aiuteremo noi.

-Perché mai? Non è un nostro compito!

Zack gli pizzicò il braccio, facendolo gemere di dolore.

-Quel bifolco deve avervi abbandonata. Tsk! Angeli!

Disse indignato, mentre Sam continuava a sfregarsi l'arto indolenzito.

-Grazie, amici. Quello che mi serve è un passaggio all'aeroporto più vicino e un biglietto aereo.

-E magari un vestito nuovo!

Sentenziò Sam guardandomi disgustato, cosa che detta da un folletto lasciava intendere quanto fossi trasandata in quel momento. La camicetta era bucata e il pantalone sporco sulle ginocchia e sui bordi vicino alle caviglie, c'era persino una macchia di sangue all'altezza della coscia. Non mi ero accorta di essermi macchiata e sicuramente era accaduto quando Michele aveva estratto la ga'anda dalla propria schiena.

Cercai di sorridere, ma quello che riuscii a fare fu stirare le labbra in una linea sottile. Zack mi guardò impietosito e perfino Sam sembrò dispiacersi.

-State tranquilla, vi aiuteremo a salire sul mostro di metallo!

-Non c'è niente che la polvere magica non riesca a fare? Puoi far comparire un abito nuovo e un biglietto?

-Non esageriamo!

Sbuffò Sam canzonandomi come suo solito. Zack allargò le labbra in un sorriso furbetto e mi cinse la spalla con un braccio, spingendomi a camminare insieme a lui.

-Mia cara, diciamo che la polvere magica può farci arrivare velocemente in città, rendendoci tanto piccoli da cavalcare una lepre o ingigantirci per essere capaci di affrontare i pericoli quando andiamo in giro da soli per la foresta, renderci invisibili agli umani o riprodurre copie di oggetti realmente esistenti, ma solo se sono di nostra proprietà.

-Perché questa restrizione?

Guardò in cielo, roteando gli occhi verdi brillanti privi di pupille. 

-Diciamo che i nostri antenati hanno abusato di questo potere e sono stati puniti.

-Oh!

Esclamai. Chissà a cosa si riferiva con "abusare". Forse avevano riprodotto milioni di banconote o replicato la statua della libertà, in fondo avevano provato a rubare La gioconda, potevano essere capaci di tutto!

Dark plumeWhere stories live. Discover now