- 38 - Miraggi

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Spalancai gli occhi sotto shock per le immagini dannatamente vivide che avevo visto e mi ritrovai davanti le iridi quasi bianche dell'essere che mi aveva intrappolato nel giardino di rose. Calde lacrime continuavano a rigare il mio viso arrossato, mentre la sensazione di essere trafitta dal gelido metallo continuava ad essere presente sul mio ventre. Mi sentivo andare a fuoco, ma non era quella sensazione a infastidirmi,  ma piuttosto le immagini che mi aveva mostrato. Cosa significavano?  Non erano reali. Non potevano esserlo. Niente aveva senso. Quell'essere mi stava ingannando, non riuscivo a capire quale fosse lo scopo di quella messinscena, ma non c'erano altre motivazioni.

-Che trucco è questo? Chi sei!?

Ero davvero confusa e spaventata. Un misto tra attacco di panico e crisi isterica. La donna misteriosa mi sorrise. Finalmente un'emozione aveva attraversato il suo volto e io non sapevo a cosa avrebbe portato.

-Credi che sia un inganno? 

-Un artificio, un'espediente, una maledetta allucinazione! Vuoi confondermi e mettermi contro i miei amici, i miei unici alleati! Ma io non ci casco! Credi sia così semplice convincermi?  Chi sei? - Accusai l'essere di fronte a me; mi stava ingannando, quello che avevo visto non era mai accaduto, me ne sarei ricordata. E poi Michele non lo avrebbe mai fatto e l'atto stesso che io fossi ancora lì sana e salva ne era la prova.

"Ha mischiato ricordi reali a mere allucinazioni, tutto per rendere credibili le sue menzogne!" Pensai fra me e istintivamente indietreggiai da quell'essere ambiguo. Sottraendomi al suo tocco.

- Un trucco altro non è che un inganno che altera l'aspetto delle cose e fa vedere quello che non c'è. Io non ho fatto vedere nulla. Sei tu ad avermi mostrato il tuo passato!

Mi fissava dritta negli occhi, sprofondando dentro di me.

-Quello non era il mio passato! - Sbraitai furiosa.

-C'è altro dentro di te, ma non mi permetti di vederlo. Perché, umana? - Ignorò le mie parole come se non le avessi pronunciate e si sporse dalla vasca per scrutarmi più da vicino.

Io non le permettevo di vedere i miei ricordi? Non credevo di avere il potere di fare nulla e invece lei mi accusava di opporre resistenza.

-Io non ho nulla da nascondere! E non ho nessuna facoltà di ostacolare le tue visioni! - Mi difesi. Come se avesse davvero importanza.

-Tu no, ma l'altra donna dentro di te non ha le tue stesse intenzioni. Perché?

Il suo tono che fino a quel momento era stato atono, si faceva curioso. Aveva visto Ezechiele dentro di me, doveva essere davvero un essere potente per riuscire a toccare la mia anima e a distinguerne il numero dei componenti.

-Non lo so!  Ti ho detto che non lo so! Io non conosco la donna dentro di me e non so perché tu abbia visto Roberta a casa mia quel giorno, ma quel ricordo non esiste! Quel giorno la mia amica è morta, non è mai venuta a casa mia!

Abbassai la testa verso il terreno, neanche questa volta ero riuscita ad avvertirla del pericolo. La mia povera amica sarebbe morta di nuovo, senza che nessuno potesse far nulla per lei... Perché mi faceva tutto questo? Chi era questa donna?

-Non è morta quel giorno...

Non capivo cosa volesse dire, che ne sapeva?

-Non può morire qualcuno che non è vivo...

Sollevai la testa di scatto, incatenando di nuovo i nostri occhi.

-Che vuoi dire? - Domandai sempre più confusa.

-Solo quello che ho detto...

-E cosa avresti detto? 

Non avevo la più pallida idea di cosa significasse, ma qualunque cosa fosse non era nulla di buono.

Dark plumeWhere stories live. Discover now