3 - Qatar pt. 2

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[Sopra, Valentino Rossi e la sua Yamaha]

Il giorno della prima gara della stagione del 2020 era arrivato, ma non con il tempo migliore: purtroppo un violento acquazzone si era abbattuto sulla pista di Losail per tutta la giornata di sabato, costringendo i commissari del motomondiale ad annullare le qualifiche del Grand Prix del Qatar per motivi di sicurezza, optando invece per tener validi i tempi delle prove libere ai fini della griglia di partenza della gara ufficiale. Quest'ultime non erano poi andate così male per la Ducati: sulla griglia di partenza il Dovi era quinto, mentre Lorenzo, purtroppo, era dodicesimo; ma d'altronde questo era il suo primo anno nello stesso team dove lavorava lo Zio e dopo aver passato ben otto anni a guidare una Yamaha non era mica una passeggiata abituarsi subito al motore rombante della Ducati, così differente da quello che utilizzava prima.

Stavo scendendo, diretta verso la sala da pranzo, affamata; dopo essermi presa un bel piatto colmo di cibarie che rientravano tra gli antipasti, iniziai a girovagare nella speranza di trovare un posto libero, cosa che ovviamente, non accadde: tutti i tavoli erano occupati da gente che nemmeno conoscevo di vista.

No dai, era un albergo a cinque stelle, doveva pur esserci un posto anche per me!

Continuai a guardarmi in giro afflitta, mentre qualcuno iniziò a chiamare il mio nome a gran voce, cercando di sovrastare il volume del chiacchiericcio dei commensali, agitando pure un braccio.

Quando capii da dove provenisse quella voce, un sorriso si estese sul mio viso: il Dovi mi stava facendo cenno di raggiungerlo, ed io così feci.

Mano a mano che mi avvicinavo notai che c'era qualcun altro seduto al suo tavolo: un uomo che dimostrava più dei trentun anni del pilota della Ducati.

Il suo viso era magro, i capelli castani erano arruffati e ricci, aveva gli occhi chiari e portava un orecchino al lobo sinistro; anzi, più che orecchino mi pareva un piercing.

Solo nel momento in cui lo riconobbi, mi mancò il fiato.

« Vieni, vieni Sofia » mi invitò Dovi, indicandomi una sedia al suo fianco e spronandomi ad occuparla « Accomodati pure, oppure non troverai più posto »

Lo ringraziai di cuore, sedendomi: mi aveva salvato da un pranzo in piedi, ma ancora ero semibloccata dalla vista del personaggio che avevo davanti.

« Sofia, ecco la leggenda del motociclismo » disse Andrea, indicando il suo compagno.

La Leggenda mi porse la mano sorridendo e con un accento delle Marche, si presentò: « Valentino Rossi, ma penso tu sappia già chi io sia »

Rimasi un attimo impalata, ancora incredula e solo dopo gliela strinsi: « Sofia Rotasperti »

Lo guardai ancora e quel gesto mi parve strano, buffo: una leggenda, che tutti conoscevano, si era appena presentata, con nome e cognome, come se ce ne fosse bisogno!

« Quindi è lei la... » iniziò il Dottore, rivolgendosi al suo collega connazionale, ma venne interrotto dall'arrivo di un altro ragazzo, più giovane dei due piloti seduti. Anzi, in realtà lui dimostrava di essere quasi un mio coetaneo, anno più anno meno; aveva un piccolo accenno di baffi e pizzetto ed era piuttosto carino, i suoi occhi non erano chiari e la sua espressione esprimeva furbizia.

Sapevo di chi si trattava: era il nuovo compagno di squadra di Rossi, lo spagnolo Maverick Viñales, che aveva sostituito Jorge Lorenzo, il quale a sua volta aveva deciso di abbandonare la Yamaha per entrare in Ducati.

« Top Gun! » esclamò Valentino, dopo che il ragazzo avesse preso posto, dandogli una pacca sulla schiena « Allora, pronto per la prima gara con la Yamaha ufficiale? »

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now