23 - Mugello Training

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[Honda o Ducati per Sofia?]

Arrivati sul circuito, mi preparai con la tuta e le diverse protezioni: avrei fatto qualche giro con la Ducati di Dovizioso, sperando di convincerli completamente. Onestamente ero terrorizzata: non avevo guidato la moto di Dovizioso prima d'ora, perciò non sapevo cosa aspettarmi. Indossai il casco, feci un respiro molto profondo e salii in groppa alla Desmosedici n° 04.

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Per la miseria, quanto era grande

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Per la miseria, quanto era grande. Gigi mi lanciò un'occhiata e sicuramente notò i miei occhi intrisi di preoccupazione.

Davvero sarei riuscita a gestire una moto di quel calibro, così pesante? Mi sarei ricordata come sì facesse a guidare una moto da corsa? Come piegarmi correttamente, prendere bene le traiettorie in curva ed evitare degli slittamenti o degli highsides*? Era vero che da tempo avevo ripreso ad allenarmi di nascosto correndo con moto di un calibro simile a quelle della categoria Regina del motomondiale, eppure in quel momento mi sentivo spaesata e avevo questa costante sensazione di essere incapace di governarle. Venni sopraffatta da un senso di ansia e angoscia, i due stati d'animo peggiori che sì potessero avere in sella ad una moto.

La Ducati venne messa in moto: era tempo di correre.

I giri del motore salirono: il rombo prepotente e nervoso della Ducati era pura musica per le orecchie dei piloti.

Uscii dai box titubante, con il limitatore di velocità attivato** ed imboccai la corsia adibita per l'entrata in pista. I primi giri furono lenti, avevo bisogno di capire come la Ducati reagisse in ogni tratto del circuito: comparata al prototipo di Ducati per la Moto3, sulla Desmosedici che avevo sotto al sedere in quel momento pareva di volare: l'accelerazione schizzava alle stelle in pochissimi secondi. Curva dopo curva, giro dopo giro, presi sempre più confidenza, fino a quando decisi di rischiare. Uscita dall'ultima curva, presi il rettilineo che passava di fronte ai box, dove era presente la linea del traguardo: la vera prova iniziava solo da quel momento.

270, 290, 300...320 Km/h in quinta marcia a fine rettilineo, poi staccata, frenata tosta fino ai 100, marcia fino alla seconda e curva verso destra, diretta alla San Donato***. Girai un po' larga, ma ci stava, era il primo tentativo. Poi ancora accelerazione, frenata, curva, così fino all'ultima. Uscii da essa con molta più velocità rispetto al giro precedente: alla fine del rettilineo quella volta sfiorai i 355 Km/h. Feci qualche altro giro, fino a quando non mi venne inviata la comunicazione di rientrare ai box sul display.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now