52 - Cervera pt. 2

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La spalla stava guarendo bene e rapidamente: avevo fastidio a dormire e se la muovevo con troppa decisione soffrivo ancora di fitte, ma non così intense come nei quattro giorni precedenti. Non era più gonfia, ma il rossore sì era tramutato in un violaceo molto antiestetico.

« Ugh, un dolente* ti ha proprio punta » commentò Aida, che da buona amante dei fandom come me aveva fatto un richiamo alla saga di Maze Runner*.

In quel momento mi stavo cambiando: avevamo intenzione di passare un pomeriggio nella piscina interrata dei fratelli Marquez.

« Davvero devo indossare un bikini? » mi lamentai, osservandomi allo specchio disgustata « Con 'sta pancia, 'sta pelle di merda e ora pure 'sta spalla in 'sto stato »

« Pensa me che devo sopportare 'ste lamentele di 'sta persona » ironizzò lei, focalizzandosi sulla mia abitudine nel troncare gli aggettivi dimostrativi.

« Faccio schifo » mormorai, ma lei mi piantò un ceffone sulla nuca « AHIO! »

« Smettila » sentenziò lei, seccata « smettila di dire così »

« Lui non mi ha mai vista alla luce » proferii, preoccupata.

« Credi che a Marc tu possa dare una brutta impressione? » chiese lei, retorica « Tu, a Marc?! »

« Ovvio che sì! » affermai io.

« Ovvio che NO » ribatté lei « ma ti rendi conto almeno di come ti guarda?! È stracotto di te Sof! Cotto stracotto rosolato e quasi bruciato »

Scossi la testa: l'aspetto esteriore di una persona ha sempre un impatto sull'altra, per quanto innamorata essa sia.

Mi infilai il mio copricostume bianco, sotto lo sguardo completamente contrariato della mia amica e poi uscimmo in giardino.

Alex era sul bordo della piscina probabilmente per assicurarsi che i filtri avessero fatto il loro lavoro di pulizia, con ancora addosso una canotta, mentre Marc era già semplicemente in costume, a petto nudo e con gli occhiali da sole

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Alex era sul bordo della piscina probabilmente per assicurarsi che i filtri avessero fatto il loro lavoro di pulizia, con ancora addosso una canotta, mentre Marc era già semplicemente in costume, a petto nudo e con gli occhiali da sole. Shira e Stitch erano sdraiati per terra sotto il sole, sonnecchiando.

Il più grande dei due fratelli mi raggiunse con un'espressione colma di felicità genuina e io non potei fare a meno di osservare per la prima volta i suoi muscoli evidenti alla luce del sole. Sospettai di essere diventata rossa alla vista di quello scenario.

Lui con un cenno del capo indicò il mio abitino: « Non ti metti già in costume? »

« La signorina vergogna del suo corpo » gli urlò Aida, apposta.

Mi sarei dovuta preparare un piano su come assassinarla quella notte stessa: odiavo quando Aida sì comportava in quel modo.

« Sul serio? » mi domandò lui senza alcuna intenzione di scherno, ma tra i suoi occhi notai un accenno di furbizia.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now