9 - Termas De Río Hondo pt. 4

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[Sopra, Jorge Lorenzo]


|| Si ritorna al punto di vista di Sofia ||

Mentre stavo aspettando che il personale incaricato preparasse i vari camion per la trasferta alla prossima tappa del Motomondiale 2020, avevo deciso di ammazzare un po' il tempo girovagando nelle zone limitrofe al circuito, alla scoperta della cittadina di Termas di Río Hondo. Il luogo in sé non era così grande e neanche lontanamente paragonabile alla città di Dubai: pareva piuttosto che fosse un posto di provincia. Non vi erano enormi grattacieli, ma anzi vi erano moltissimi edifici bassi, uno attaccato all'altro, con enormi insegne.

Invece di visitare il cuore di Termas, parecchio affollato, optai per una tranquilla passeggiata costeggiando il fiume Dulce e abbracciando così il silenzio. Trovai per puro caso una panchina vuota e mi ci sedetti, potendo così ammirare per un po' di tempo il panorama arido che mi circondava. L'acqua davanti a me scorreva, producendo un rumore che mi rilassava, mentre alle mie spalle le fronde di alcuni alberi mi facevano ombra dal sole, già incredibilmente caldo anche se eravamo solamente agli inizi di aprile. Colsi l'occasione per scattare qualche fotografia, che inviai a mia madre e a qualche mia amica.

« Hola » mi salutò qualcuno « ¿Porqué éstas aquí por tu cuenta? ( Perché sei qui per conto tuo?) »

Alzai lo sguardo verso il mio interlocutore: Jorge Lorenzo mi stava guardando incerto con le mani nelle tasche.

« Perché volevo fare un giro da sola » sbottai, togliendo lo sguardo dal suo. Ero ancora irritata dal modo in cui mi aveva risposto il giorno precedente.

Tra noi due si formò un silenzio poco digeribile: io non avevo intenzione di continuare a parlare e lui molto probabilmente non sapeva cosa dire, o meglio, sapeva bene cosa avrebbe dovuto dirmi, ma non come proferirlo.

« Quería solamente pedirte perdón por ayer. No...no... merecías que ser tratada así, tú no tenías nada de ver con lo que me sucedió en la carrera ( volevo solamente chiederti scusa per ieri. Non meritavi di essere trattata in quel modo, non c'entravi nulla con quello che mi era successo nella gara ) » si scusò lui.

Incrocia le braccia seria e sbuffai dal naso: « Sei perdonato » bofonchiai, poco convinta.

Lui sì sedette accanto a me e notando un piccolo dettaglio, chiese retorico con tono orgoglioso: « ¿Estàs leyendo mi libro? ( Stai leggendo il mio libro?) »

Tra le mani infatti, tenevo un libro intitolato "Lo que aprendí hasta los 30"* con una copertina che rappresentava proprio Jorge con un ciuffo di capelli rossi e la divisa della Ducati.

« Mi serve per mantenere il mio spagnolo » sottolineai io, con l'intenzione di non fargli montare la testa.

« Pues, sí te sirve por esta razón, puedes hablar conmigo. Es más útil (Beh, se ti serve per quel motivo, puoi parlare con me. Sarebbe più utile ) » dichiarò lui, sogghignando.

Non so per quale motivo, ma avevo sempre pensato che il viso e l'espressività di Lorenzo fossero associabili a quelli di una tipica persona stronza, fredda, apatica e opportunistica. Ero ben consapevole dell'accezione negativa di tali aggettivi, eppure, ogni volta che lo guardavo in faccia, non potevo non essere circondata da sensazioni del genere. Anche molti suoi atteggiamenti, il suo modo di porsi con gli altri, anche la sua semplice camminata trasudavano di arroganza. Molto probabilmente era per quel motivo che non sarei mai stata capace di sviluppare un legame profondo con lui, a differenza di quanto sarebbe successo con altri piloti.

« Non sono tenuta ad avere alcun tipo di rapporto con i piloti » proferii seria « e credo che a te serva di più parlare in italiano »

« Touché » si arrese lui, focalizzandosi nuovamente su un altro dettaglio « ¿Porqué no puedes tener ningún tipo de relación con los pilotos? ( Perché non puoi avere alcun tipo di relazione con i piloti?) »

« Regole dello Zio Flavio » dissi semplicemente. Ero consapevole che sarebbe risultata come una risposta priva di alcun senso, ma non volevo spiegare le vere ragioni per cui lo zio mi aveva imposto tale condizione « sono qui per fare esperienza e imparare, non per avere rapporti »

Lorenzo parve riflettere sulla mia ultima dichiarazione: aveva la fronte e le sopracciglia corrucciate e lo sguardo perso nel vuoto: « Crear relaciones es fundamental para tu futuro. Pueden ayudarte cuando menos tú lo esperas ( Instaurare relazioni è fondamentale per il tuo futuro. Possono aiutarti quando meno te lo aspetti) »

Alzai un sopracciglio, scettica: « Sei il primo che dice che è meglio mantenere le relazioni al di fuori del lavoro, che sono come fuoco e benzina. Pagine 53 e 55 » proferii, mostrandogli l'aneddoto nel libro.

« Yo hablaba de amigos, relaciones afectivas. No relaciónes de trabajo ( Parlavo di amici, di relazioni amorose e affettive, non di relazioni di lavoro ) » specificò lui, sornione « tienes que vivir cada momento como si fuera lo último, pero al mismo tiempo tienes que fijar tu mente al futuro también ( devi vivere ogni momento come se fosse l'ultimo e al tempo stesso fissare la tua mente anche verso al futuro) »

I nostri telefoni suonarono all'unisono. Entrambi ricevemmo un messaggio.

* I camion e l'attrezzatura sono pronti *


Spazio Autrice

* La traduzione del titolo in italiano è la seguente: "Quello che ho imparato fino ai 30 anni". Jorge Lorenzo, editore Alienta Editorial, 2018.

Capitolo corto, ne sono consapevole, ma spero mi perdonerete

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Capitolo corto, ne sono consapevole, ma spero mi perdonerete

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now