73 - Misano pt. 1

291 5 15
                                    

Settembre fece capolino, portandosi con sé la fine della pausa estiva così come la conclusione del mio contratto da tester ufficiale per il prototipo Ducati della Moto3. La moto era definitivamente pronta, sarebbe stato necessario il controllo e la verifica da parte dei preposti della Dorna per sapere se sarebbe stato dato l'ok per l'entrata nel campionato.

Allo stesso tempo, l'inizio di quel mese si portò appresso anche il weekend di gara di San Marino, che si teneva sul circuito internazionale di Misano di Marco Simoncelli*. Era stato dedicato al pilota italiano romagnolo dopo la sua morte avvenuta sul circuito di Sepang in Malesia nel 2011, ma in pochi sapevano che fino al 2006, il circuito aveva un nome diverso: infatti, sì chiamava Circuito Internazionale di Santamonica, nominativo preso in prestito dall'omonima frazione in cui era stato costruito, nel comune di Misano Adriatico. Nonostante il tracciato sì trovasse per l'appunto sulla Riviera romagnola, veniva considerato come il circuito del piccolo microstato di San Marino ( non a caso veniva indicato come il Gran Premio di San Marino), anche se nella realtà era situato su suolo italiano e non sammarinese. Il circuito nel tempo era stato riconosciuto dai tifosi come una tappa italiana immancabile, proprio come quella del Mugello, anche se per l'appunto, ufficialmente su carta il gran premio non fosse riconducibile all'Italia, bensì al microstato. Per noi italiani era comunque un ritorno in madrepatria: non a caso tanti piloti della mia stessa nazionalità lo consideravano come un gran premio di casa, proprio perché l'atmosfera tipica italiana era ben presente.

Poco prima di dirigersi verso i rispettivi team, io e Marc ci trovavamo nel suo motorhome: il pilota non aveva dormito molto. Nel prendersi una Redbull dal frigorifero, Marc la fece cadere a terra: avevo notato quanto, qualche secondo prima di afferrare la bibita, la sua mano tremasse.

« Stai bene? » gli domandai, corrugando le sopracciglia e avvicinandomi a lui con fare attento.

« Si» rispose monotono lui, cosa che mi spinse di più a non credergli.

« A me non sembra »

« Sto bene » cercò di rassicurarmi lo spagnolo, tirando un sorriso sul viso, ma non riuscendo a celare completamente la stanchezza che lo stava affliggendo.

« No, non lo sei » asserii io, seria « Le tue mani tremano, hai le occhiaie, Marc »

Lui sbuffò, più per sfinimento che per fastidio: « Non dormo bene da due giorni »
« Ti senti qualcosa? » gli chiesi, preoccupata « hai altri sintomi? »
Lui scosse la testa: « No, è... il circuito »
Lo guardai confusa.

« È... il posto » cercò di spiegare, sedendosi sul letto e guardando nel vuoto.

« Misano? »

« L' Italia » specificò lui « non ho un buon rapporto con gli italiani dopo... dopo il 2015 »

Lui abbassò la testa: il campionato del 2015 era un argomento passato ma allo stesso tempo sempre di moda e purtroppo, sempre causa di astio e odio nei confronti di Marc da parte della tifoseria di Valentino Rossi, soprattutto quella italiana, la più legata al mito della sua amata e venerata Leggenda nel mondo del motociclismo agonistico. In parole povere, gli italiani accusavano Marc di aver ostacolato appositamente Valentino durante il gran premio di Valencia del 2015, per far sì che il campionato venisse vinto dal suo connazionale Jorge Lorenzo, e non da Valentino, che aveva avuto la grossa possibilità di fare cifra tonda.

Mi sedetti accanto a lui, avvolgendogli le spalle con un braccio e trascinandolo teneramente verso di me: « Ci sono anche tanti italiani che ti supportano »
« Ma in moltissimi mi vorrebbero quasi morto » bofonchiò lui, sospirando.

« La tifoseria sfegatata sa essere crudele » ammisi io « e chi ti dice questo, non è in grado di saper essere un vero tifoso che apprezza questo sport »

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now