8 - Termas De Río Hondo pt. 3

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[ Sopra, Alex Rins con la sua Suzuki.
Sotto il circuito di Termas di Río Hondo ]

L' Autodromo di Termas de Río Hondo, situato in Argentina, era uno dei circuiti più recenti costruiti per il mondo dei motori: la sua progettazione ebbe inizio nel 2007 e venne completata nel 2013 ma solo dal 2014 venne ufficialmente introdotto ne...

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L' Autodromo di Termas de Río Hondo, situato in Argentina, era uno dei circuiti più recenti costruiti per il mondo dei motori: la sua progettazione ebbe inizio nel 2007 e venne completata nel 2013 ma solo dal 2014 venne ufficialmente introdotto nella lista dei circuiti adibiti anche al Campionato mondiale di motociclismo.

Purtroppo, anche qui le qualifiche avvennero nelle stesse condizioni climatiche del Qatar: la pioggia aveva messo in crisi un po' tutti i piloti, ma alla fine colui che riuscì a guadagnarsi la pole fu Marc, seguito incredibilmente da Redding e Crutchlow. Top Gun riuscì a guadagnarsi solo un settimo posto con la sua Yamaha, mentre per le Ducati, la situazione era tutt'altro che rosea: Dovi era solo tredicesimo, mentre Jorge sedicesimo.

La tensione in entrambi i box Ducati la si poteva tagliare con un coltello: Lorenzo era visibilmente irrequieto ed innervosito con sé stesso, mentre Andrea cercava di apparire rilassato e tranquillo, ma tutti sapevamo che non era così.

I piloti erano già stati schierati sulla griglia e tutti gli assistenti avevano già abbandonato la pista: tra qualche minuto sarebbe iniziata la gara.

I semafori sì spensero dando il via, ma noi ai box capimmo che qualcosa già non tornava: Lorenzo aveva fatto un Jump Start*, ovvero era partito qualche secondo prima dell'effettivo via. Quasi sicuramente la commissione gli avrebbe affibbiato la penalità del Ride Through** e quindi di passare ai box, con il limite di 60 Km/h, perdendo ancora posizioni.

Nemmeno il tempo di finire quel pensiero che alla primissima curva Rins e Lorenzo si centrarono in pieno, ma solo il Ducatista finì nell'erba.

« Maledizione » imprecò Luigi Dall'Igna, il Direttore Generale di Ducati Corse, vedendo la fine di uno dei suoi piloti.

Dagli schermi notai Jorge cercare di rimettere in piedi la moto, ma a quanto pare essa si era spenta e lui dalla rabbia la rigettò per terra, non potendo così ripartire. Un gesto dettato dal momentaneo nervosismo, ma era anche visto come brutto esempio di antisportività. I media lo avrebbero torturato per quel comportamento.

Nel mentre, in testa alla gara c'era Marc che stava dominando con il suo stile di guida dannatamente pericoloso; purtroppo, però egli dovette pagare il suo atteggiamento avventato, cadendo al quarto giro. La moto era troppo mal ridotta, per poter cercare di rientrare in pista. La leadership passò dunque a Top Gun.

Udimmo tutti il rientro di Jorge nel suo box dopo l'incidente: egli si sedette in modo violento sulla sua sedia, arrabbiato più che mai e mormorando qualcosa di incomprensibile in spagnolo, probabilmente parole poco gentili.

Sentii i suoi meccanici cercare di tranquillizzarlo, ma lui non ne volle proprio sapere.

Ero a fianco di mio zio, che anche lui stava ascoltando quello che stava accadendo nell'altro box, scuotendo la testa.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now