16 - Portimao pt. 3

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[ Sopra i fratelli Marquez: Marc a sinistra, Alex a destra ]

Ero nella hall del bed&breakfast in cui avevo alloggiato per tutta la durata dell'evento del circuito di Algarve, con il mio trolley stracolmo di vestiti: feci il checkout alla reception, pronta per andarmene da Portimao. L'albergo era letteralmente nei pressi del paddock: appena uscii dalla struttura infatti, le facce che vidi erano quelle che solitamente giravano per la pitlane, per i motorhome e per le hospitality. Presi il telefono, pronta per prenotare un taxi che mi portasse fino a Portimao, da dove poi avrei preso un treno direzione Faro, la città più vicina munita di aeroporto. Quella volta mi sarei dovuta arrangiare da sola, perché non sarei tornata a casa con Zio Flavio: mi sarei fermata in Spagna per qualche giorno, nella seconda casa di Aida.

Mentre stavo consultando l'app dei taxi, sentii qualcuno fischiare. Incuriosita, alzai lo sguardo automaticamente senza alcun controllo e dall'altra parte della strada notai Marc che mi stava salutando, in compagnia di suo fratello minore, Alex ( colui che qualche giorno fa venne soprannominato da Aida come orsacchiottino tenero ). I due Márquez attraversarono la strada trainando i loro bagagli, raggiungendomi.

« Señorita, che ci fa qua? » mi chiese Marc con un sorrisone a trentadue denti.

« Stavo per chiamare un taxi » dissi io, mentre il fratello più alto mi tese la mano, presentandosi.

« Álex, su hermano ( suo fratello) » proferì lui, un pochino in imbarazzo.

Gliela strinsi: accidenti che mani morbidissime.

« So bene chi sei » gli dissi, sorridente « io sono Sofia Rotasperti »

« So bene chi sei pure tu » affermò lui in italiano, lanciando un'occhiata furtiva a Marc.

Lui si grattò la nuca, sorridendo come un ebete: sì sentiva imbarazzato?

« Tuo zio? » mi domandò Marc, divenuto guardingo.

« Non torno a casa con lui, stavolta » rivelai io.

Marc, curioso, volle saperne di più: « ¿Y a donde vas? ( E dove vai? ) »

« Devo arrivare fino alla stazione di Portimao, poi prenderò un treno per l'aeroporto di Faro » spiegai « Ho un volo per Barcellona tra quattro ore »

Marc aprì la bocca, ma Álex lo precedette: « Anche noi dobbiamo prendere un volo per Barcelona. Volo delle 14:10? »

Stavolta toccò a me aprire la bocca, stupita: « Sì! »

« Pues, puedes venir con nosotros. Tenemos ya el taxi, lo estamos esperando ( Allora puoi venire con noi! Abbiamo già prenotato un taxi, lo stiamo aspettando ) »

Arrivammo in aeroporto con largo anticipo: il viaggio in taxi e in treno erano letteralmente volati in un attimo. Marc e Alex erano i due soggetti più adatti per cercare compagnia: nonostante il primo fosse più impulsivo ed estroverso mentre il secondo più riflessivo e più chiuso, erano un'accoppiata perfetta. Mi sentii subito a mio agio tra loro due, nonostante ebbi appena conosciuto il fratello più piccolo. Mi raccontarono di come si erano sentiti durante la gara, poi mi mostrarono i loro cagnolini: due piccoli bassotti di nome Shira e Stitch. A loro raccontai di come avessi sempre desiderato un Rottweiler, o un labrador retriever, o un Husky. Avevo sempre avuto dei cagnolini da piccola, ma dopo quel dramma in famiglia, non ne tenemmo più uno in casa. Mi mostrarono la zona dove vivevano, dove sì trovasse Cervera, mentre a loro mostrai dove abitavo io.

In aereo riuscimmo a sederci tutti insieme, io in mezzo a loro due: il viaggio non sarebbe stato lungo, ma io ne approfittai per dare un'occhiata al problema di Jorge. Abbassai il tavolino, dove ci posai sopra le carte che descrivevano la Ducati di Lorenzo. A Marc non sfuggì nulla: notò il disegno della moto nella prima pagina del malloppo di carte.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now