46 - Assen pt. 9

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Era notte inoltrata, anzi, probabilmente quasi l'alba: io e Marc eravamo appena arrivati nel suo motorhome e la sua sveglia digitale segnava le 05:10. Il viaggio di ritorno in limousine era stato parecchio eccitante: nonostante fossimo tornati insieme ad Aida, Alex e altri quattro piloti spagnoli, Marc con alcuni gesti poco visibili agli occhi altrui era riuscito ad attirare la mia attenzione mentale e anche l'attenzione di un'altra mia parte del corpo anche se pregavo che quel particolare punto sì tranquillizzasse immediatamente.

« Michael Rinaldi, eh? » commentò lui, sarcastico « Michael Rinaldi »

« Sì? » domandai io.

« Ti ha dato il suo numero di telefono e tu lo hai accettato, davanti ai miei occhi » riprese lui, incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio.

« Volevo essere gentile » rimarcai io.

« A quanto pare anche lui voleva esserlo » delineò lui « sbottonandosi la camicia con nonchalance davanti a te »

Risi sommessamente.

« Per non parlare di Iker Lecuona » aggiunse lui « o Augusto Fernández. Ti ronzavano intorno ad ogni minima occasione »

« Mi pare di capire che qui qualcuno sia geloso » constatai io con un mezzo sorrisetto.

Lui sì avvicinò pericolosamente a me, prendendomi dolcemente i fianchi.

« Io? Geloso? Ma quando mai » sussurrò lui, causandomi un brivido lungo la schiena. Il suo tono di voce così basso, quasi rauco, era davvero attraente.

« Eppure mi sembra proprio che sia gelosia questa » rincarai la dose, sempre con un ghigno.

« Andrò semplicemente a fare un discorsetto ai due señores españoles e li metterò a posto, specificando chiaramente che este es mi territorio » dichiarò lui con la mia stessa ghignata, attirandomi verso di sé in modo gentile, appoggiando poi la sua fronte contro la mia. I nostri nasi sì sfiorarono morbidamente e qualche secondo dopo successe con le nostre labbra: un tenero e leggero bacio a stampo, mentre io mi aggrappai ai lembi della giacca del suo tuxedo nero.

« Non ti ho ancora detto quanto tu sia hermosa y encantadora esta noche » mormorò lui, con ancora quel tono che mi rapiva, facendo scivolare poi una mano lungo lo spacco del vestito « e sexy, sia con esta hendidura (spacco), che con este corpiño (corpetto) »

Lui sì chinò con il capo verso il mio collo e iniziò a baciarmi affettuosamente la mia pelle esposta fino alla clavicola. Io inarcai indietro la mia testa, godendomi quei secondi con gli occhi chiusi e allo stesso tempo percepii una sua mano vagare sulla mia schiena nuda. I suoi baci sì spostarono nuovamente sulle mie labbra e ben presto la situazione sì fece più accesa: non sì trattava più di innocenti baci, ma di veri e propri modi nel cercare di connettersi con l'altra persona dando sfogo ad istinti passionali.

Marc sì levò la sua giacca, accaldato, senza staccarsi da me.

« Ora vediamo se sono meglio io o Rinaldi a sbottonarsi la camisa » sussurrò lui, slacciandosela senza levare per un istante il suo sguardo dai miei occhi. Rimase con la camicia aperta, sfoggiando un'espressione soddisfatta quando mi vide osservare il suo petto scolpito in modo statuario e marmoreo.

« Se vuoi fare le cose per bene » gli suggerii io con un fil di voce, brandendo i lembi del suo indumento « questa te la devi togliere »

Fu così che lui sì trovò a torso nudo con le mani sui miei fianchi mentre io cercavo di mantenere lo sguardo sul suo viso e non sul ben di dio che c'era appena sotto di esso. Passai una mano lungo i suoi addominali e sui suoi pettorali, percependone ogni singola forma ben delineata e precisa: quel gesto fece sospirare Marc, che ben presto sì incollò di nuovo sulle mie labbra. Le sue mani vagarono sulla mia schiena, fino a quando non trovarono la piccola zip del mio abito. In qualche secondo, senza alcun minimo autocontrollo, mi ritrovai con il vestito per terra, rimanendo semplicemente in intimo davanti a Marc.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now